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Inquinamento da Pfas, dibattito in consiglio regionale: le posizioni della giunta e dell'opposizione con Fracasso, Guarda e M5S

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 22 Marzo 2016 alle 22:17 | 0 commenti

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Di seguito le note sull'inquinamento dell'acqua da Pfas dopo il dibattito in consiglio regionale straordinario

La Regione del Veneto, a fronte di una segnalazione da parte del Cnr nel 2013, è stata l’unica che si è immediatamente attivata per affrontare il problema della presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nell’acqua, anche in assenza di indicazioni normative in merito, proprio perché la salute pubblica è una questione prioritaria.

Grazie agli interventi messi in atto, utilizzando gli strumenti al più elevato livello tecnico e scientifico oggi disponibili, il fenomeno è sotto controllo e l’acqua ad uso potabile è monitorata costantemente. Tutti i dati relativi ai 18.760 campionamenti finora effettuati sono consultabili da tutti sul sito dell’ARPAV. Lo hanno ribadito, con il corredo di una corposa serie di dati e di report, gli assessori regionali all’ambiente e alla sanità intervenendo oggi al termine della seduta straordinaria del Consiglio regionale per fare il punto sul problema dell’inquinamento da PFAS che ha interessato 79 Comuni del Veneto.

L’assessore all’ambiente ha fatto rilevare che la Regione segue la vicenda sin dal 2013, quando fu approvata la prima delibera sull’argomento, seguita da altri provvedimenti. Da subito è stata anche avviata una totale collaborazione con le Procure di Padova, Vicenza e Verona, che prosegue tuttora. Ha ricordato che la bonifica delle acque superficiali captate dagli acquedotti è stata completata nei giorni immediatamente successivi alla segnalazione del problema da parte del Cnr con l’installazione di adeguati filtri in tutti gli acquedotti e precise raccomandazioni di attenzione ai titolari di pozzi privati. Precise indicazioni operative sono state impartite anche all’azienda individuata come fonte dell’inquinamento.

L’assessore ha sottolineato che il Veneto ha posto in tutte le sedi tecniche e governative il problema della mancanza di limiti di legge per queste sostanze e proprio in risposta a queste sollecitazioni sono stati indicati dal ministero dei valori di performance a cui attenersi. “Il Veneto – ha detto - è al di sotto di questi limiti e sono da evitare quindi inutili allarmismi, La stessa OMS ha riconosciuto che la nostra Regione è un esempio virtuoso di gestione coordinata di questa problematica, su cui è comunque necessario che anche il governo intervenga concretamente dal punto di vista del supporto finanziario”.

L’assessore alla sanità ha detto che ora è in corso la fase che riguarda il monitoraggio su alimenti e sulle popolazione. Occorre la massima scientificità, e per questo la Regione si è affidata alla maggior autorità scientifica nazionale che è l’Istituto Superiore di Sanità. Tra breve avremo gli esiti e si potranno conoscere scientificamente la situazione e quali possono essere le potenziali patologie collegate.

La Giunta Regionale – ha aggiunto - ha lavorato in pieno spirito di squadra fin dal primo minuto assumendosi, prima in Italia, in maniera organica e coordinata l’onere di affrontare il problema, anche accettando responsabilità che avremmo benissimo potuto evitare. La ricerca internazionale era partita nel 2006, ma ne fummo informati solo nel 2013. Un’informazione più tempestiva ci avrebbe permesso di partire prima.

“Nessuno dimentichi – ha concluso - che, in pochi giorni, il Veneto ha messo in sicurezza gli acquedotti spendendo 2 milioni 500 mila euro. Sono già stati stanziati 500 mila euro per i biomonitoraggi e sul tema dei PFAS tutti i tecnici regionali - della sanità, dell’ambiente, dell’agricoltura - hanno lavorato e lavorano con competenza e impegno su un fronte difficile e privo di riferimenti normativi. Non ammetto, come invece è stato fatto, che si sia tentato di fare dietrologie di cattivo gusto. Io non sono un tecnico, ma dei miei tecnici mi fido al cento per cento e li ringrazio per il lavoro che hanno fatto e per quello che faranno”.

 

“Ci sono due priorità: chiudere pozzi di Almisano e trovare soluzioni alternative per l’approvvigionamento d’acqua per l’uso potabile, da un lato; mettere in rete le acque dei Consorzi di bonifica per garantire i migliori livelli di qualità per quella ad usi agricoli, dall’altro”. Queste le due priorità indicate dal consigliere regionale del Pd Stefano Fracasso nella seduta del Consiglio regionale straordinario sul tema delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) presenti nelle acque superficiali e sotterranee del territorio regionale.

“Non è pensabile che si continui a filtrare con carboni attivi l’acqua proveniente da falde che sappiamo essere contaminate da anni. I pozzi di Almisano vanno chiusi e vanno individuate soluzioni alternative per l’approvvigionamento idrico. Soluzione che tra l’altro per il basso vicentino è già stata individuata da un progetto approvato dall’ATO Bacchiglione nel 2003, corrispondente anche al modello strutturale acquedottistico regionale in carico a Veneto Acque. Anche per il veronese risulta esserci già un progetto preliminare alternativo a servizio dei Comuni. Investire non per filtrare ma per risolvere definitivamente il problema: questa è la priorità se vogliamo assicurare ai cittadini acqua di buona qualità. Ci sono costi, certo, ma c’è anche un danno con un responsabile a cui chiedere conto”. “Lo stesso per quanto riguarda gli usi agricoli – ha aggiunto Fracasso -. Vanno messe in campo azioni, in accordo con i Consorzi di Bonifica per garantire i necessari livelli di qualità dell’acqua usata nelle attività agricole. Acqua che comunque poi ritorna all’ambiente”.

 

Oggi in Regione si è svolto il Consiglio Straordinario sull'inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), chiesto come prima firmataria dalla consigliera Cristina Guarda.

La consigliera commenta così la mozione presentata nel corso del Consiglio Straordinario: "La mozione passa e viene condivisa. Un lavoro di squadra, che parte dai consiglieri di minoranza ma è stata appoggiata con un più ampio consenso anche dai consiglieri di maggioranza, con emendamenti aggiuntivi".

“Prima del Consiglio – spiega Cristina Guarda -, ho ritenuto necessario organizzare un incontro tra il presidente Ciambetti e tutti i consiglieri, affinchè ascoltassero le associazioni del territorio che da molti anni si occupano della questione. Ci tengo quindi a ringraziare Legambiente Veneto e provinciali, ISDE Medici per l'Ambiente e il Coordinamento Acqua Libera dai PFAS”.

“Durante la seduta – prosegue la consigliera - sono stati trattati molti aspetti del problema, che rimarcano la complessità di questo inquinamento che riguarda la salute dei cittadini e la tutela dell'ambiente e dell'agricoltura. A livello più tecnico abbiamo discusso su tempistiche di attuazione, mancanza di informazioni e imprecisioni. Si è discusso di filtri di depurazione, dello stato delle falde e degli acquedotti, delle indagini sugli alimenti e di quelle ematologiche sulle persone, ma sono mancate le risposte sul futuro: ad oggi non sappiamo se c'è una programmazione o una progettazione”.

Per quel che riguarda l'intervento degli assessori competenti, la consigliera Guarda ha accolto con favore le parole dell'assessore alla sanità Coletto: "Sono contenta che l'assessore sia disposto a condividere le progettualità future. Ora mi aspetto, non appena inizieranno nuove pianificazioni, di avere la possibilità di interagire. Inoltre sarà mia premura chiedere ciclicamente se ci sono sviluppi".

 La consigliera giudica invece negativamente la risposta dell'assessore all'ambiente Bottacin: "Non occorreva farci vedere e dirci dove trovare i dati dei monitoraggi Arpav su internet, già lo sapevamo, e lo sanno anche i cittadini. Sappiamo anche che mostrano che i sistemi di filtraggio funzionano e che la regione dal 2013 ad oggi ha applicato le disposizioni dell'istituto Superiore di Sanità, ma l'assessore non ha risposto alla domanda su cosa si intende fare in futuro: ci teniamo i filtri a vita? E chi li paga, visto che costano 90.000 euro ogni due mesi? Sono stati considerati allacciamenti alternativi a fonti di approvvigionamento libere dai Pfas? In generale poche le risposte sul futuro, ma avremo modo di tornarci con le varie interrogazioni già depositate. La Regione deve darci tempi certi sulla conclusione del biomonitoraggio, delle analisi epidemiologiche e del monitoraggio sulla catena alimentare, deve darci tempi certi sugli interventi per nuovi approvvigionamenti del sistema acquedottistico e sugli interventi per le acque superficiali, che sono assolutamente accessibili e volti ad una riduzione della concentrazione delle sostanze nei canali usati per l'attività di irrigazione".

Al termine del Consiglio Straordinario sono stati approvati gli emendamenti che impegnano la giunta a: chiedere al Ministero di fissare dei limiti ai PFAS e finanziamenti per la bonifica (finora sono stati spesi più di 2 milioni di euro) per far fronte alle spese dei sistemi di filtraggio e delle analisi di campionamento; fornire più informazioni ai cittadini e ai sindaci; svolgere un'ulteriore analisi sugli alimenti; valutare nuove fonti di approvvigionamento idrico prive di sostanze; attuare interventi di prevenzione sulla catena alimentare e agricola; verificare che la fonte dell'inquinamento dall'azienda Miteni sia definitivamente cessata; quantificare tutti i costi sostenuti finora al fine di possibili risarcimenti da parte dei responsabili; assumere iniziative per stabilire limiti certi alle sostanze PFAS, anche in sede comunitaria; incaricare l'avvocatura regionale di effettuare possibili azioni legali per un risarcimento secondo il principio di "chi inquina paga"; richiedere adeguate risorse al Ministero dell'Ambiente.

“La mozione approvata – conclude Cristina Guarda - impegna dunque la Giunta ad una serie di azioni future, scritte con spirito collaborativo al fine di tutelare i cittadini e l'ambiente. Ora attendiamo le azioni, ma invitiamo la Giunta anche a considerare chi dovrà pagare tutto ciò".

 

I consiglieri regionali del gruppo M5S: I nostri emendamenti sono stati approvati, ma non siamo soddisfatti dell'andamento di questo Consiglio straordinario sui Pfas. Volevamo delle risposte dalla Giunta che purtroppo non sono arrivate: continuano a ripetere che la Regione si è mossa, che ha già fatto qualcosa, che il Veneto è l'unica regione d'Italia impegnata sul tema.
Essere migliori di chi non ha fatto nulla è un'argomentazione che non accettiamo, soprattutto da una Giunta che si presenta come tra le migliori del Paese sotto l'aspetto sanitario.
La mozione di oggi non basta. Bisogna continuare a lavorare su questo problema nei prossimi giorni.
Ci hanno accusato di essere allarmisti. Respingiamo questa accusa: noi siamo fedeli a quanto riportato dai tecnici della Regione, i quali hanno ammesso che siamo di fronte ad una situazione fuori controllo, che le analisi sono da rifare, che abbiamo buttato soldi e tempo.
Se la giustizia indagherà, come abbiamo chiesto coi nostri esposti, accerterà tutte le responsabilità del caso. Saranno i giudici a decidere se gli irresponsabili siamo noi – nel parlare di emergenza – o i politici e i tecnici che hanno sottovalutato il problema.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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