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Innovazione imprese, presentata indagine a Vicenza: imprenditori a confronto

Di Edoardo Pepe Lunedi 19 Gennaio 2015 alle 22:31 | 0 commenti

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A confronto sui temi della ripresa economica oltre un centinaio di imprenditori alla Saiv di Vicenza in occasione della presentazione (foto) dell'indagine, conclusa a dicembre 2014 da Salone d'Impresa su un campione di circa diecimila aziende, in merito alla capacità di innovazione delle imprese venete. Presenti in qualità di relatori Matteo Marzotto (presidente Fiera di Vicenza Spa), Alberto Bauli (presidente Bauli Spa) ed Enrico Quaglio, direttore generale di Saiv.

Di seguito il comunicato stampa ufficiale di Salone d'Impresa con le dichiarazioni dei relatori.

Gli imprenditori veneti hanno le idee chiare. Il rilancio per le aziende del Nordest passa attraverso l’innovazione multipla: non solo l’innovazione del prodotto, ma anche del processo produttivo, dell’organizzazione e del modello di business, ovvero del modo complessivo di presentarsi sul mercato. Se n’è discusso in occasione del secondo evento della terza edizione di “Rimettere le scarpe ai sogni”, il ciclo di incontri tra professionisti del mondo finanziario promosso da Salone d’Impresa. Oltre un centinaio di imprenditori hanno partecipato al meeting, dal titolo “L’Italia che innova. Forme ed esempi di nuovi modelli aziendali”, che si è tenuto a Vicenza nella sede di Saiv S.p.A. ed è stato organizzato in collaborazione con Cisco Italy.

Nell’occasione Salone d’Impresa ha presentato i risultati di un’indagine che ha “misurato” la voglia di innovazione delle aziende venete. Conclusa a dicembre 2014 e condotta su un campione di oltre diecimila imprese della regione, l’indagine ha messo in luce che l’innovazione è il punto cardine su cui stanno già facendo leva le aziende e su cui intendono investire sempre più (vedi tabella in fondo). Il 35% degli imprenditori ha dichiarato di aver puntato nel 2014 sull’innovazione di prodotto, il 58% spiega che su questo aspetto intende investire nel 2015. Ma l’innovazione si gioca su più piani, spesso sviluppati in contemporanea. Così il 31% delle imprese dichiara di voler puntare nel 2015 sull’innovazione del processo del produttivo, il 29% sul miglioramento dell’organizzazione aziendale, mentre il 16% intende innovare completamente il proprio modello di business. “Emerge chiaramente la nuova e forte voglia di innovare delle imprese venete”, ha spiegato Ferdinando Azzariti, presidente di Salone d’Impresa, “Un’innovazione multipla, fatta contemporaneamente su quattro livelli, ma con una prevalente attenzione alla creazione di nuovi prodotti. L’innovazione organizzativa e del modello di business sono ancora elementi nuovi, tuttavia stanno crescendo molto nell’attenzione delle imprese venete”. Sono le aziende che esportano sia sui mercati europei che su quelli mondiali ad essere più vocate all’innovazione. “Il nuovo Nordest c’è già”, ha sentenziato Azzariti, “ed è quello fatto dalle imprese aperte: all’internazionalizzazione, alla ricerca in sinergia con l’Università, all’innovazione, con modelli manageriali nuovi caratterizzati da meno dirigismo e più collaborazione, strumenti di responsabilizzazione e coinvolgimento”.

Questi nuovi modelli aziendali sono stati al centro di una tavola rotonda che, grazie alle testimonianze degli imprenditori invitati come relatori, ha presentato quattro casi di imprese che ben incarnano il paradigma del nuovo Nordest: la vicentina Saiv S.p.A. specializzata in soluzioni nell’ambito dell’Information and Communication Technology (Ict), la veronese Bauli S.p.A. leader nell’industria dolciaria italiana, la trevigiana Da Re S.p.A. che opera nel settore dei prodotti da forno e produce i celebri Bibanesi, nonché Fiera di Vicenza S.p.A., che negli ultimi anni ha avviato un forte processo di internazionalizzazione e innovazione.

“Saiv opera nel settore Ict da quasi 40 anni, ma ha saputo cambiare strategie di business innovando l’organizzazione, coniugando la presenza territoriale nel tessuto delle piccole e medie imprese (Pmi) del NordEst con la capacità di affrontare grandi progetti di infrastrutture complesse di comunicazione per la clientela top”, hanno raccontato Alessandro Bregolato ed Enrico Quaglio, presidente e direttore generale dell’azienda vicentina, “La continua ricerca nell’aprire nuove opportunità di business ci ha spinto a ridisegnare la composizione dei sistemi e servizi verso le più evolute tecnologie di Data Center, focalizzando una Business Unit dedicata. Come pure la spinta continua su un processo di internazionalizzazione dell’offerta presso primari contractors esteri operanti in Paesi emergenti sta rappresentando la seconda leva determinante per la storia dell’azienda degli ultimi 10 anni. Infine la presenza diretta sul cliente finale motiva una necessaria evoluzione organizzativa che potrà continuare a sostenere la crescita sia sul mercato domestico che internazionale”.

“Il perdurare della crisi economica richiede per le nostre aziende uno sforzo di valutazione del mercato globale che, dopo l’entrata dei Paesi emergenti nel mondo manifatturiero, comporterà una politica industriale volta ad aggredire i mercati extra-europei”, ha analizzato Alberto Bauli, presidente della celebre industria dolciaria di Castel d’Azzano, “Una tale scelta deve prevedere i punti di forza nei quali possiamo pensare di avere successo. Individuati i settori sui quali il made in Italy può raggiungere risultati importanti, sarà necessario investire sia privatamente sia pubblicamente al fine di ottenere aziende di dimensioni sufficienti per consentire una politica di export non episodica, ma duratura. Poter affrontare con successo un mercato globale richiede dimensioni ben maggiori ed un organizzazione manageriale oggi distante dalle nostre imprese prevalentemente a conduzione familiare. Il rapporto tra università e impresa per favorire la ricerca è ancora in una fase estremamente timida. Inoltre la capitalizzazione delle imprese vede il nostro Paese in assenza di capitale a rischio con una necessaria dipendenza dal settore bancario senza avere, parallelamente al mondo anglosassone, il confluire del risparmio nel capitale d’impresa. A grandi linee questo indirizzo è obbligatorio per il nostro Paese, poiché diversamente non potremo mantenere il livello di benessere che abbiamo conquistato”.

Innovazione sì, ma nel rispetto della tradizione e di quella qualità artigianale che da sempre rappresenta il valore aggiunto delle nostre aziende venete. “Solo se l’innovazione tecnologica è gestita con attenzione e lungimiranza si sposa all’artigianalità e alla tradizione, offrendo soddisfazioni e ottimi risultati”, ha ammonito Giuseppe Da Re, presidente dell’omonima azienda trevigiana, “La ricetta dei Bibanesi affonda le proprie radici nell’artigianalità tipica del buon pane di qualità, senza mai però disgiungersi dalla continua ricerca e dalla capacità innovativa del processo e del prodotto”.

Matteo Marzotto, presidente di Fiera di Vicenza S.p.A., ha sottolineato: “La fase di grande trasformazione economica, sociale e culturale che stiamo attraversando evidenzia sempre più che l’innovazione è uno degli asset principali su cui puntare per poter competere nello scenario globale. Un’innovazione che, unita al desiderio di fare impresa, va necessariamente connessa al valorizzazione della qualità e della creatività, del saper fare e dell’artigianalità dei produttori italiani, sempre più apprezzati nel mondo. Penso ad alcuni comparti strategici, come ad esempio la gioielleria e il fashion, il design e alcuni settori della tecnologia, l’enogastronomia e il turismo, ma non sono gli unici. Quale provider di servizi, Fiera di Vicenza da alcuni anni ha intrapreso un intenso processo di riposizionamento internazionale, orientato a promuovere le migliori eccellenze del Well Done in Italy nel mondo proprio puntando sull’innovazione dei format e del modello di business: non più solo un contenitore di spazi, bensì un Event Show Producer ideatore e promotore di contenuti di elevata qualità, in grado di generare valore”.

Ad aprire i lavori del meeting è stato David Bevilacqua, vice president South Europe di Cisco, che si è soffermato sulle potenzialità dell’innovazione digitale. “Le opportunità offerte dal digitale e da Internet sono elementi essenziali per accelerare la crescita economica di ogni Paese. Il tema dell’Internet of Everything rappresenta per Cisco una nuova rivoluzione industriale”, ha spiegato Bevilacqua, “Quello che abbiamo visto accadere fino ad oggi con Internet non è nulla rispetto a quello che accadrà nei prossimi anni, a mano a mano che persone, nuovi processi, dati e oggetti potranno connettersi tra di loro ed interagire attraverso la rete. L’evoluzione tecnologica permette di connettere alla Rete oggetti che prima non avremmo mai preso in considerazione. Ciò che cambia le carte in tavola e che apre le porte all’era dell’Internet of Everything è l’evoluzione dell’intelligenza e delle funzionalità della Rete, che permettono di offrire agli oggetti - e alle persone che interagiscono con essi, ai dati che generano, ai processi in cui s’inseriscono - elementi quali la capacità di riconoscere e agire in funzione del contesto, maggiore potenza di calcolo e capacità di procurarsi autonomamente l’energia necessaria per operare”.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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