Indipendetismo non fa rima con violenza antidemocratica
Giovedi 3 Aprile 2014 alle 11:42 | 0 commenti
Riceviamo da Roberto Ciambetti e pubbliciamo
Domenique Grange cantava già "Chacun de vous est concerné" (Ciascuno di voi è coinvolto) in quella canzone del Maggio che poi, qualche anno più tardi Fabrizio De André ripropose in uno dei suoi album forse meno riusciti ma che oggi torna in mente nel leggere l'elenco degli e arrestati nell'inchiesta bresciana sull'indipendentismo.
Certo, in questa vicenda portata alla luce dai magistrati bresciani vi sono aspetti di ingenuità che lasciano sgomento anche chi non ha vissuto gli anni di piombo e la vera lotta armata, con il Veneto di quegli anni laceranti segnato da organizzazioni para-militari in cui la prima preoccupazione era l'impermeabilità agli agenti provocatori e agli infiltrati e la contemporanea costruzione di una vera e vasta rete di appoggio e di consenso su cui contare. L'organizzazione indipendentista non mi sembrava esattamente impermeabile e nemmeno fornita di affidabili sistemi di protezione e copertura.
Da quanto leggo dalle intercettazioni mi sembra emergere una sorta di faciloneria per altro pericolosa, perché quando si parla di dinamite, azioni eclatanti, armi leggere abbinate a eccessiva spavalda incoscienza s'accende una spia d'allarme, soprattutto in chi rigetta la violenza, crede nel confronto politico: Indipendentismo non fa rima con violenza che nella sua stupidità è sempre antidemocratica e contro il popolo.
Ma l'allarme si spegne quando vedo la foto del tanko o scopro che sono state raccolte oltre 100 mila € per finanziare la rivoluzione, mentre si progettavano conferenze stampa da chissà dove per annunciare chissà che. Mi immagino già i Crozza di turno buttare tutto in vacca e ridicolizzare una vicenda che invece non deve essere liquidata come se nulla fosse né, tantomeno, strumentalizzata per fermare sul nascere quel processo democratico, pacifico, trasparente, di cui s'è discusso in Consiglio regionale per avviare una vera consultazione referendaria sul destino del Veneto.
Ecco perché "Chacun de nous est concerné", con quel passaggio dal voi al noi che non può passare inosservato: siamo tutti coinvolti, per usare la traduzione di De André. Siamo tutti coinvolti, perché in questa regione dobbiamo pur chiederci chi ha spinto decine di persone a suicidarsi, chi ha seminato dolore, ansia, preoccupazioni creando esodati, posticipando l'età pensionabile, abbattendo il potere d'acquisto di stipendi, salari e pensioni fino a impoverire quel tessuto socio-economico che ancor oggi è tra i contribuenti netti di uno stato che sembra tanto forte (e furbo) con i deboli, quanto debole (e stolto) con i forti. In Veneto il Tanko (e 100 mila € di autofinanziamento) scatenano la polizia: camorra, mafia, ‘ndrangheta controllano intere regioni, riciclano denaro in Borsa.
La simultaneità di questa operazione di polizia con il dibattito in Veneto, negli stessi giorni in cui il governo inizia a smantellare il regionalismo e assegna alla nostra Regione, che conta quasi cinque milioni di abitanti, meno rappresentanti del Trentino Alto Adige, circa un milione e 50 abitanti, nel futuro Senato delle autonomie locali fa tornare alla mente le parole di Medea ""cui prodest scelus, is fecit". E per capire chi trae vantaggio e guadagno da tutto questo ambaradan non occorre di certo affidarsi alla dietrologia o a tesi complottiste. Motivo in più, almeno per i veneti, per dirsi tutti, ancora una volta, "Chacun de nous est concerné" .
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