Incominciamo a pensarci fin d'ora, a un futuro politico in cui tornino le "visioni" e non prevalgano le "carriere"
Martedi 10 Ottobre 2017 alle 10:28 | 0 commenti
L'anno prossimo, sarà un anno importante per la vita politica dell'Italia. Vi saranno, infatti, le elezioni per il Parlamento (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Il problema che viene indicato è soprattutto quello della possibile nuova legge elettorale, che ogni schieramento vorrebbe favorevole a se stesso, poco riflettendo sul bene comune, ovvero che ogni legge ed in particolare quella delle rappresentanze deve garantire i cittadini sulla loro presenza, mediante deputati e senatori, nella migliore amministrazione della cosa pubblica (res publica). In verità il vero problema non viene evidenziato.
Il diritto e di conseguenza la formulazione delle leggi non è un "gioco" a chi riesce a "fregare" l'altro, ma esso dipende da quali siano i punti di riferimento culturali, la visione politica complessiva di un ragruppamento (movimento, partito).
Accade invece che si discuta solo di gestione dello Stato, ma senza aver chiarito secondo quali idee lo si dovrebbe fare. Un tempo dominavano le ideologie, ma queste, pur nella loro forma riduttiva, spesso a slogan, avevano alle spalle robuste concezioni non solo della politica, addirittura del mondo.
Il Partito della Democrazia Cristiana si richiamava al cattolicesimo, mentre quelli Socialista, Socialdemocratico e Comunista alla elaborazione di Karl Marx.
I primi nelle elaborazioni successive della socialdemocrazia tedesca, mentre l'ultimo a quelle di Lenin, Stalin e Togliatti e in misura solo di richiamo a Gramsci nella lettura, mai compresa, di una via italiana, di cui si faceva mentore Enrico Berlinguer.
Il Partito liberale si richiamava alla concezione idealistica di Benedetto Croce, quello Repubblicano a Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, e il Movimento Sociale alle elaborazioni del corporativismo. Infine il partito Radicale diceva di richiamarsi ad un liberismo di origine anglosassone.
Gli stessi Movimenti, soprattutto la miriade di quelli di sinistra, ponevano alla base delle loro azioni interpretazioni dei loro padri, come, ad esempio Il Manifesto, o Lotta Continua, o Potere Operaio.
Il crollo del Muro di Berlino ha segnato la fine dell'epoca delle ideologie, ma soprattutto delle prospettive anche di elaborazione politica, lasciando un vero vuoto, fatto di nostalgici del passato a destra come a sinistra.
Da quell'epoca pochissime le riflessioni politiche, si è puntato tutto sulla gestione del potere, e delle persone che dovevano gestirlo. Queste spesso poco fornite di riflessione e prospettiva politica inseguivano ed inseguono, Vicenza docet nel carrierismo, la poltrona.
Se chiedete a quale riferimento di cultura generale e politica questi "candidati poltronisti" si richiamano otterrete solo generiche affermazioni, spesso consimili tra loro pur dichiarandosi di partiti/movimenti diversi. Sono diventati irriconoscibili per cultura/prospettiva politica e perfino per ideologia.
La colpa non è solo loro che invadono per carriera la vita politica, ma nostra. Non chiediamo ai candidati quali siano i loro riferimenti di base sui quali progettano il bene civile, ma chiediamo solo vantaggi di ogni genere, quasi fossimo, scusate, un po' degli accattoni, anzichè cittadini che detengono la sovranità sullo Stato e che la esercitano secondo la legge, non secondo il tornaconto.
Un piccolo esempio: lo jus soli è un dibattito, ma avete mai sentito parlare di come si deve diventare cittadini della Repubblica Italiana, essendo stranieri? Si invoca la nascita, ma non come si appartenga ad uno Stato. Si afferma che è un gesto di civiltà , ma quale, la conosciamo questa civiltà ? Forse ormai nemmeno i cittadini italiani.
In ogni caso nei prossimi mesi è quanto mai cosa opportuno chiedere prima di tutto a coloro che intenderanno partecipare alle elezioni come candidati, quali siano i loro riferimenti, prima di tutto morali, dai quali dipende anche la gestione politica, la formulazione giuridica e perfino l'economia.
Avere una visione generale e di valori potrebbe consentire di individuare coloro che possono essere degni di governare e distinguerli da coloro che parlano e inseguono, talora perché non hanno un lavoro vero, i vantaggi del politicante.
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