Quotidiano | Categorie: Sanità

Inaugurato nel vicentino il primo Parkinson Cafè d'Italia

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 20 Febbraio 2016 alle 18:32 | 0 commenti

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Fondazione Silvana e Bruno

Si è inaugurato oggi ad Arzignano (Vi) il primo Parkinson Cafè del Veneto e d’Italia, uno spazio aperto alla comunità che ha l’obiettivo di coinvolgere i malati di Parkinson del territorio, favorire la socialità, il confronto, il movimento e soprattutto ridurre i casi di isolamento molto frequenti in chi è colpito dalla malattia.

Il Parkinson Cafè nasce per volontà della neonata Fondazione Silvana e Bruno (fondazionesilvanaebruno.it), realtà senza scopo di lucro di recente costituzione, frutto dell’impegno dei coniugi Mastrotto, Silvana e Bruno e delle figlie, che insieme hanno voluto mettere a disposizione la loro esperienza personale con la malattia di Parkinson per dare un aiuto concreto ai malati del territorio, circa 200 nel bacino dell’Ulss 5.

Perché un Parkinson Cafè

L’idea del Parkinson Café, che ha la sua sede presso i locali della Fondazione Silvana e Bruno, in via Arciso Mastrotto 107, ad Arzignano, si ispira alla positiva esperienza anglosassone dove i Parkinson Café sono una realtà attiva ormai da qualche anno. Qui vuole soprattutto essere un modo per accogliere e rispondere in maniera concreta ad un bisogno sentito nell’area dell’ovest Vicentino che conta un numero di malati importante che potranno trarre giovamento dall’esperienza del Café. Vuole essere, infatti, un luogo aperto di incontro, di condivisone e aggregazione per i malati, le famiglie e tutti coloro che vorranno contribuire e usufruire delle iniziative che saranno inizialmente pianificate grazie alle collaborazioni con professionisti del territorio e all’azione dei volontari: attività motorie prima di tutto, funzionali a favorire la capacità di movimento compromessa dalla malattia e attività ricreative, come la lettura di libri e quotidiani, incontri formativi su tematiche specifiche, per sostenere e facilitare la condivisione e la socialità. Uno spazio, quindi, dove le iniziative e i ritmi di azione rispetteranno i nuovi tempi e le abilità dei malati che qui, con l’aiuto dei volontari e attraverso il confronto positivo con altri che vivono la stessa situazione, potranno reagire alla malattia e ritrovare il piacere di stare insieme, di uscire e ritrovare se stessi. Quattro saranno i volontari inizialmente coinvolti in questo primo progetto della Fondazione Silvana e Bruno che, grazie al bagaglio di esperienza in ambito sociale o in comunità, supporteranno l’attività del Parkinson Cafè che sarà aperto, inizialmente, tutti i martedì ed i venerdì dalle ore 9 alle ore 12, poi, a partire da marzo, si aggiungeranno le attività motorie con un proprio calendario così come le attività ricreative.

Si tratta di un’iniziativa sostenuta sin dall’inizio dalla dirigenza dell’ULSS 5 e dall’Unità Operativa Complessa di Neurologia nella figura del suo direttore, il dr. Michele Morra e della dr.ssa Tiziana Mesiano che seguono da vicino le problematiche dei parkinsoniani nel territorio, dove è attivo un ambulatorio dedicato, aperto tutti i martedì mattina, e che hanno dato il loro sostegno nel vagliare le varie iniziative che coinvolgeranno i malati.

Perché la Fondazione Silvana e Bruno
Con la recente costituzione della Fondazione Silvana e Bruno si è voluto far confluire l’impegno pluriennale verso la comunità della signora Silvana Mastrotto e della sua famiglia e fare in modo che questo impegno possa continuare concretamente in futuro. Il Parkinson Cafè è il primo dei progetti realizzati dalla Fondazione, cui ne seguiranno altri sempre orientati a favorire il miglioramento delle condizioni di persone disagiate o comunque a dare una risposta concreta ad un bisogno sentito nella comunità. La volontà della Fondazione è, infatti di supportare, anche attraverso un patrimonio proprio, attività in ambito sociale, a sostegno della disabilità, dell’educazione e della formazione, creando un ambiente positivo anche al coinvolgimento del mondo del volontariato, risorsa fondamentale alla base dell’operatività della struttura.

Il taglio del nastro è avvenuto oggi alla presenza:

  • della Presidente della Fondazione Giovanna Mastrotto: “Un albero è il simbolo della nostra Fondazione, con tanti frutti e sfere colorate che rappresentano i nostri progetti, il primo dei quali è questo Parkinson Cafè che vuole essere un luogo di condivisione per aiutare a sconfiggere soprattutto l’isolamento interiore dei malati”;

- dell’assessore ai servizi sociali della Regione Veneto Manuela Lanzarin: “Orgogliosa di inaugurare il primo Parkinson Cafè del Veneto e d’Italia; va apprezzato l’approccio sociale di questa iniziativa che è quello di cui le famiglie e i malati hanno bisogno nel lungo percorso della malattia, e questo è sicuramente un esempio concreto di come affrontare un problema in un’ottica di integrazione socio-sanitaria”.

  • del direttore generale Ulss 6 di Vicenza e Ulss 5 di Vicenza Ovest area di Arzignano Giovanni Pavesi “Le patologie neurocognitive come il Parkinson hanno bisogno del contributo di tutti gli interlocutori e del territorio in particolare, non possiamo limitarci ad una presa in carico esclusivamente ospedaliera, grazie quindi alla generosità della Fondazione Silvana e Bruno”.

  • del sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin: “Questo è il risultato di una grande sensibilità del territorio che si attiva in maniera concreta con servizi che rispondono ai bisogni dei suoi cittadini.”

- del direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurologia dell’ospedale di Arzignano dr. Michele Morra e della dr.ssa Tiziana Mesiano, dirigente medico responsabile dell'Ambulatorio Parkinson dell'Ulss n. 5 aperto tutti i martedì mattina: “Il Parkinson conta numeri importanti, 200 nel nostro territorio e 200mila in Italia ed è per noi e per i nostri pazienti una sfida: iniziative come questa della Fondazione Silvana e Bruno contribuiscono alla condivisione delle esperienze tra i malati e le famiglie”.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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