In viaggio tra i pianeti impossibili di Riccardo Dal Ferro
Sabato 20 Settembre 2014 alle 11:49 | 0 commenti
Il dono della fantasia, quando si è bambini, ci permette di esplorare mondi ignoti, incontrare popoli sconosciuti, conoscere nuove e bizzarre culture. Perché non proseguire questo viaggio fantastico (nel senso proprio del termine) anche da adulti? E’ quello che ha provato a fare Riccardo Dal Ferro nel suo primo romanzo “I Pianeti Impossibiliâ€, presentato ieri al Bocciodromo di Vicenza.
Un astronauta sconfina in uno spazio di autodistruzione e, nel suo lento e inesorabile naufragare che lo condurrà verso la morte (come accade anche nel visionario film “2001 Odissea nello spazio†di Kubrick), osserva e descrive trentasette pianeti che vede dall’oblò del proprio velivolo. Questi mondi sono sia antropomorfi che antropofobi nel senso che oltre ad assumere caratteristiche umane si burlano dell’uomo stesso. Nel romanzo di Dal Ferro è, infatti, molto forte la dimensione del gioco tanto che lui stesso dichiara che tutta la letteratura, anche la più tragica, anche l’Amleto di Shakespeare, può assumere ai nostri occhi una dimensione di comicità . «Dobbiamo riprendere contatto con l’arte come scherzo o perderemo la possibilità di creare mondi». A far da contraltare alla dimensione divertente dell’opera che emerge con prepotenza nell’appendice “Pianeti Miei†dove l’autore si diverte a raccontare altri cinque mondi impossibili in un esercizio di stile alla Queneau, viene messo in luce ogni difetto umano e ogni sua capacità nichilista. “I Pianeti Impossibili†è un testo scritto per la parola che a sua volta è scritta per l’immagine. Tutto ciò che è riportato su carta deve rimanere tale: le cose si possono cambiare di posto ma non si possono cancellare. Nello spostamento il lettore si appropria del libro e lo plasma a suo piacimento. «â€I Pianeti Impossibili†è un libro aperto: i 37 pianeti sono stati divisi in delle categorie ma si tratta di una distinzione arbitraria che il lettore può stravolgere». Il romanzo, però, è un libro aperto anche nella misura in cui è possibile una sua lettura non solo solitaria ma anche in coppia o in gruppi. Un’eventualità fuori dall’ordinario per la nostra epoca ma non così fino al Medioevo: è anche per questo motivo che si può parlare de “I Pianeti Impossibili†come di un moderno libro antico. Nel romanzo di Dal Ferro tutto è possibile nella misura dell’assurdo ma questo richiede un grande sforzo intellettuale e da ciò ne deriva che il libro risulti elitario, dotto, filosofico, intellettuale. Sicuramente non un testo adatto e comprensibile da tutti ma in grado di regalare al lettore un’esperienza unica di vera fantascienza che, ricorda l’autore, «non è certo la fantasia applicata alla scienza, ma fare la scienza della fantasia».
Riccardo Dal Ferro, I Pianeti Impossibili, Venezia, Tragopano Edizioni, 2014.
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