In Veneto una viticoltura più rispettosa di ambiente, risorse e salute
Giovedi 9 Agosto 2012 alle 08:45 | 0 commenti
Franco Manzato, Regione Veneto - Il Veneto, prima regione italiana nella produzione di vino (circa la metà a DOC o DOCG e un altro 35 per cento IGT), e prima nell'export per quantità e valore con oltre il 30 per cento delle esportazioni nazionali, vuole una viticoltura ancora più attenta alla gestione delle risorse idriche, alle esigenze del suolo, alla "leggerezza" dei trattamenti, alla biodiversità e al paesaggio, alle risorse energetiche, umane, economiche e alla comunicazione.
"La viticoltura rappresenta il 9,7% sulla Produzione Lorda Vendibile agricola regionale ed è forse il migliore biglietto da visita della nostra agricoltura, e non solo. Vogliamo - sottolinea l'assessore Franco Manzato - che sia testimonial di una qualità oggettiva e riconoscibile a livello mondiale in tutto il processo produttivo. Avviamo per questo un azione che farà dell'azienda vitivinicola il fulcro di una modernità innovativa d'esempio per tutti".
Il punto di partenza è stata l'istituzione di un Gruppo di lavoro, decisa ieri dalla Giunta regionale, che dovrà definire un protocollo di autodisciplina nel settore vitivinicolo, specifico per denominazione e area geografica, fornendo le linee guida regionali per la gestione sostenibile del processo produttivo nel comparto.
"L'obiettivo finale - ribadisce l'assessore - è la creazione di un percorso virtuoso, unico per ora in Italia e nel mondo, che porti a migliorare la qualità della vita degli agricoltori e della popolazione, ad una equa remunerazione dei fattori produttivi e ad una ancor più ampia garanzia, non formale, della genuinità del prodotto vino. La sostenibilità - aggiunge Manzato - significa anche consapevolezza della necessità di riduzione degli input energetici utilizzati in tutto il ciclo di produzione del vino, intervenendo di fatto in quello che è l'impatto dell'attività viticola sull'ambiente. Dobbiamo per questo verificare la possibilità di misurare la cosiddetta impronta carbonica o ‘Carbon footprint', che è una sorta di cartina di tornasole dell'incidenza del complesso dell'attività aziendale sull'ambiente circostante".
Il Gruppo di lavoro è composto da tecnici in rappresentanza dei Consorzi di Tutela dei Vini del Veneto, dal responsabile del Centro di ricerca per la viticoltura di Conegliano (CRA-VIT), dal vicepresidente del Comitato Nazionale Vini, dal dirigente regionale dell'INAIL, dai responsabili regionali di settore e da docenti universitari che hanno partecipato ad attività di ricerca nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale del Veneto per la riduzione dell'impronta carbonica e per la stesura di protocolli di difesa della filiera vitivinicola.
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