Imposte e impostura, il governo gabelliere che vuol gabbare gli italiani
Sabato 10 Marzo 2012 alle 21:30 | 0 commenti
Di Roberto Ciambetti
"L'espressione 'mettere le mani nelle tasche degli italiani' non mi ha mai persuaso" disse il senatore Mario Monti nello scorso gennaio. Sarà forse per questo che il governo fa ricadere su altri la responsabilità degli aggravi fiscali? Caso emblematico è quello della cosiddetta "addizionale regionale", passata dallo 0,9% allo 1.23%, con un incremento di un terzo e un prelievo, medio, nelle tasche dei cittadini veneti di oltre 74 €.
Questo aumento è stato deciso dal governo Monti, nel decreto Salva-Italia, e il gettito verrà incassato dallo Stato: di "regionale" c'è solo una aggettivo immateriale, mentre la tassa, concretissima, è tutta statale. Siamo davanti ad un abile gioco: il governo non dice "aumento una tassa", lascia intendere che si tratta di una decisione riconducibile in tutto e per tutto alla regione. Nelle strategie comunicative non conta  non solo ciò che si dice, ma ciò che si vuol far capire, quello che la gente capisce:  parlando di addizionale regionale non lo si dice esplicitamente ma si fa intendere che non è lo stato a volere l'aumento e l'incasso, bensì la Regione. Il meccanismo è perverso e tale da far passare in secondo piano la vera decisione regionale, che per il Veneto è stata la rinuncia ad aumentare, ulteriormente, dello 0,5% questa addizionale; questa rinuncia è stata dettata dalla convinzione che il gravame fiscale sia eccessivo e dunque siamo davanti ad una scelta che, implicitamente, condanna e critica l'aumento voluto e imposto dal governo, aumento vigliacco quanto odioso perché abilmente mascherato.
Già una operazione di questo genere dovrebbe squalificare chi l'ha ideata: purtroppo non c'è limite alla vergogna e una analoga strategia è stata messa in atto con un'altra tassa che colpirà i cittadini, l'Imu, l'Imposta Municipale unica. Municipale? Dopo la cura Monti di municipale rimane ben poco, per l'esattezza ‘muni' perché il ‘cipale' lo incassa lo stato: nata come imposta incassata tutta dai comuni, con la prima casa esente, l'Imu è diventata una tassa che colpisce anche le prime case, oltre ai terreni, i fabbricati, seconde abitazioni ecc.ecc.  e il cui gettito - determinato sulla base della revisione degli estimi catastali e dunque decisamente incrementato rispetto alla vecchia Ici - verrà incassato al 50 per cento, come mimino, dallo stato. Da tassa municipale, pilastro del federalismo, a imposta statale, stampella del centralismo.  Come con l'addizionale regionale si fa ricadere sul Comune la responsabilità di una imposizione finita con l'essere l'ennesima servitù di uno stato gabelliere. Il premier fa intendere, agli italiani, che a mettere le mani nelle loro tasche siano Regioni e Comuni. Oltre che di imposte, a questo punto, sarebbe più corretto parlare di impostura, soprattutto se si è partiti dicendo che "mettere le mani nelle tasche degli italiani non mi ha mai persuaso".
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