Immigrati, Zaia: sanità mobilitata, incontrollabili i diecimila spariti
Venerdi 11 Settembre 2015 alle 16:13 | 0 commenti
Regione Veneto
Nell’ambito del Protocollo Regionale di Prevenzione, Profilassi e Cura varato per prima in Italia dalla Regione già nel 2014, il sistema sanitario del Veneto ha effettuato visite e vaccinazioni ed erogate cure, se necessario, pressochè a tutti gli oltre 6.000 immigrati presenti ad oggi nelle strutture provvisorie di accoglienza utilizzate dalle Prefetture, spendendo, nel solo periodo gennaio-agosto 2015, circa 1 milione e 100 mila euro.
Questi dati, elaborati dai tecnici della prevenzione regionale, “hanno un triplice significato – sottolinea il Presidente della Regione Luca Zaia – il primo è la dimostrazione che vaneggia chi sostiene che la Regione non fa niente su questo fronte; il secondo consiste nella realizzazione di un sistema specifico unico in Italia, a salvaguardia della popolazione residente, ma anche della salute dei migranti; il terzo, non secondario perché costituisce un problema reale, è che è assolutamente impossibile intercettare e visitare i circa diecimila fantasmi che spariscono spesso poche ore dopo il loro arrivo e della cui salute nulla è possibile verificare. I Prefetti garantiscano ai medici della Regione di poter visitare tutti gli immigrati che arrivano, nessuno escluso e, se la normativa colabrodo di questo Stato consente loro di allontanarsi, deve essere certo che lo possano fare solo dopo la verifica del loro stato di saluteâ€.
“Oltre 16 mila arrivati finora, e solo poco più di 6 mila presenti nelle strutture di accoglienza che è stato possibile visitare da parte dei nostri medici – dice Zaia – sono la cartina tornasole di un sistema di accoglienza caotico, dalle maglie larghissime, con controlli meno che sommari. La sanità veneta è mobilitata, ma non le si può chiedere di visitare e curare dei fantasmi. Nessun allarmismo – tiene a precisare Zaia – ma solo un quadro realistico della situazione, con la richiesta di controlli sanitari veri, e non solo esami ‘obbiettivi’, a partire dai punti di primo approdoâ€.
Per quanto riguarda i costi sostenuti da sistema sanitario veneto, nel periodo gennaio-agosto 2015,  si tratta di circa 240 mila euro per visite effettuate dai servizi di Igiene e Sanità Pubblica; 200 mila euro per visite specialistiche; 231 mila euro per erogare vaccinazioni; 300 mila euro per esami clinici di approfondimento; 30 mila euro per il test di Mantoux (verifica della TBC); 100 mila euro per altre prestazioni di vario genere.
Il Protocollo Sanitario Immigrati della Regione del Veneto in sintesi:
Per fronteggiare l’emergenza nel territorio regionale, sin dal 2014 si è costituita, una rete di operatori sanitari che, coordinata dai dipartimenti di prevenzione, vede impegnati tutti i Servizi di Sanità Pubblica. Oltre all’individuazione di una task-force regionale dedicata.
Per tutti i nuovi arrivi, i medici effettuano una visita clinica e applicano il Protocollo regionale per la prevenzione delle malattie infettive negli immigrati. Tale Protocollo prevede la somministrazione di vaccini per prevenire la diffusione di malattie che possono insorgere in condizioni di sovraffollamento e per evitare l'introduzione di nuove malattie come la poliomielite, identificata come pericolo per la sanità pubblica dalle direttive OMS del 2014, vista la provenienza di soggetti da Paesi in guerra dove i sistemi sanitari sono disastrati.
Le vaccinazioni che vengono somministrate sono: Antipolio- Antitetanica e Antidifterica. Vengono inoltre effettuate le vaccinazioni Antimorbillo-Parotite-Rosolia, perché malattie altamente contagiose.
Molto importante è anche la prevenzione della tubercolosi e per questa malattia si effettua il test cutaneo Mantoux, la positività del test comporta l'effettuazione di un test di conferma, la radiografia del torace, la visita pneumologica specialistica e la somministrazione della terapia ed il controllo di tutti i contatti.
Ad ogni soggetto viene assegnata la tessera STP che garantisce gratuitamente tutte le prestazioni legate a situazioni di emergenza e legate alla maternità .
Viene, inoltre, valutata la presenza di malattie quali scabbia o altre malattie infettive e, se presenti, viene fornita la terapia ed effettuata la segnalazione alla Regione.
Il Protocollo regionale ha individuato gli standard igienici per le strutture di accoglienza, suddivisi in centri hub o appartamenti privati, quest’ultima sistemazione a cui stanno ricorrendo le Prefetture, se non segnalata alle strutture sanitarie riduce il controllo sanitario individuale che potrebbe determinare dei focolai epidemici.
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