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Il Vicenza delle grandi imprese da trasferta: tra tenacia e fortuna

Di Filippo Zenna Domenica 10 Marzo 2013 alle 19:59 | 0 commenti

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La fortuna un tempo aiutava gli audaci. Ora supporta i tenaci, premia la resistenza, corona chi sa soffrire evitando di scoppiare. Il Vicenza dei miracoli un po' di buona sorte se l'è portata dietro nelle quattro vittorie esterne della gestione Dal Canto: ognuna caratterizzata da episodi favorevoli, da confini sottili preservati e fondamentali perché non si capovolgesse l'inerzia delle sfide. A Verona l'assalto scaligero della prima mezz'ora, il palo di Jorginho ed una pressione non sfociata in gol per questione di centimetri.

A Brescia un po' la stessa storia. E pure a Grosseto col rigore fallito da Piovaccari. Per non parlare del derby dell'Euganeo coi legni di Viviani e Cutolo nel primo tempo e gli assalti fuori d'un niente di De Feudis e Bonazzoli nella ripresa. Le parate di Nicolas Bremec, poi, quasi non si contano più. Ma quella non è fortuna: è bravura dello spagnolo ed intuizione di Cristallini che ha remato contro lo scetticismo e puntato su un portiere colossale e finora determinante per tenere i biancorossi sulla scia della salvezza. Al tirar delle somme, il Vicenza ne è uscito con numeri da record per la gestione di Dal Canto: quattro successi su quattro fuori casa, cinque gol realizzati ed uno soltanto subito. Poteva andare peggio o meno bene. Ma la fortuna per certi versi il Vicenza l'ha attratta e se l'è meritata. Perché è diventata squadra robusta e tenace, perché ha tirato fuori gli artigli, perché non potendosi concedere spavalderia ha fatto ricorso al senso pratico del calcio. Tutti dietro, difesa estrema e ripartenze veloci, nemmeno gli attaccanti sottratti al sacrificio in fase di non possesso palla. Umile e nella propria umiltà unica, la squadra con Dal Canto ha ritrovato il contatto con l'essenza del calcio: il risultato, cioè la vittoria. Ciò che mancava con Breda: prima si giocava magari meglio, s'attaccava di più, ma si prendevano tantissimi gol e sistematicamente arrivavano sconfitte pesanti. Gli episodi giravano contro perché il Vicenza non faceva quello che avrebbe dovuto fare per caratteristiche organiche. Ora ha imparato: è meno brillante ma più ordinato, fa poche faville ma tanti passi in avanti in classifica. S'è rimesso in corsa quando tutto sembrava spacciato. Ora è un Vicenza tenace ed è giusto che la Provvidenza vada in suo sostegno.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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