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Il Veneto a Expo: "si poteva arrivare più preparati"
Mercoledi 1 Aprile 2015 alle 10:15 | 0 commenti
D’accordo, sono 1500 le aziende che hanno messo il loro logo (per vendere i servizi) nel portale VenetoExpo, 500 gli eventi organizzati nei sei mesi dell’esposizione universale di Milano, 60 tra progetti ed escursioni veneziane che puntano a catturare i turisti che solitamente «calano» su piazza San Marco, ma in realtà delle ripercussioni di Expo 2015 in Veneto ci credono in pochi.
 «E’ una vetrina per l’Italia, ma non pensiamo che tutti gli alberghi della regione, siano presi d’assalto — spiega Marco Michielli, presidente veneto di Confturismo — Solo i turisti che arrivano a Milano da Brasile, Stati Uniti, Cina e Giappone programmeranno la visita a un’altra città : metto in fila Venezia, Roma, Firenze».
Mancano trenta giorni all’inaugurazione della grande vetrina di Milano, le polemiche si susseguono per i ritardi che porteranno il padiglione Italia a non essere completamente finito, e il Veneto — al di là delle dichiarazioni sull’occasione da non perdere — ha preferito fare un passo indietro. Molti degli eventi in calendario tra l’1 maggio e il 31 ottobre ci sarebbero stati comunque, così come gran parte di iniziative ed escursioni: sono stati solo messi uno sotto l’altro in una sorta di mappa. Per questo sono stati creati due portali: Veneto Expo (contenitore degli eventi proposti dal sistema produttivo e dalle associazioni del Veneto) e «Venice to Expo» che fa un focus invece sulle iniziative veneziane. La vera novità è il padiglione di Aquae, unica esposizione collaterale in Italia di Expo Milano. Centomila biglietti sono già stati prenotati o comprati per visitare quello che Giuseppe Mattiazzo, ad di Expo Venice (società delle fiere di Venezia che ha pensato l’evento) chiama «il quartiere dell’oro blu che permetterà di far conoscere l’acqua in un’esperienze a tre dimensioni». Gli operai sono già al lavoro per l’allestimento, è già stata fissata l’ora dell’inaugurazione (con Romano Prodi) il 3 maggio, l’obiettivo è raggiungere quota un milione facendo leva anche sulla vera attrazione della collaterale: l’ascensore degli abissi. Venezia presenta anche l’Expo diffuso, cercando di valorizzare le eccellenze della Serenissima, spostando lo sguardo da San Marco e Rialto. Sono i 60 progetti selezionati dal Comitato veneziano (ormai in scioglimento) tra valli della laguna e Riviera del Brenta, viticultura e pesca. Ci sono anche il museo diffuso della laguna e il turismo stanziale attraverso la scoperta enogastronomica, paesaggistica e archeologica con tanto di certificato di «turista responsabile» a chi affronta i percorsi navigabili da Chioggia a Caorle. Iniziative promosse dai privati perché è da loro che parte la valorizzazione del territorio. Sintetizza Mara Manente, direttrice del Ciset, l’organismo che si occupa di turismo per l’Università Ca’ Foscari. «In Veneto c’è una situazione a macchia di leopardo, ci sono gruppi di imprenditori che hanno costruito reti che funzionano e un tessuto generale che avrebbe bisogno di una maggiore preparazione. Certamente potevamo arrivare all’Expo molto più preparati».
Sotto accusa accoglienza e competenze: lo sottolinea Marco Palazzo, direttore dell’Ente bilaterale Veneto («Il bacino di utenze è quello straniero, russi, cinesi arabi ma gli esercenti non sono preparati»), e l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan («In ritardo per l’Expo come sul turismo dove cerchiamo di recuperare sempre all’ultimo momento. Serve la conoscenza della lingua inglese, competenza di accoglienza e marketing»). E’ quello che avevano cercato di fare gli industriali del Veneto, assieme alle associazione e ai sindacati: creare un portale per valorizzare le esperienze positive. «Abbiamo sollecitato le aziende e chi vive di turismo a mettersi insieme e creare il sistema veneto», dice Paolo Bettio, presidente di Expo Veneto. C’è il portale, ci sono le 1500 aziende, 500 eventi in tutta la regione. E qui ci si ferma: chi le promuoverà ? «Noi abbiamo fatto il sito, la promozione non spetta a noi, siamo dei privati, ci doveva pensare qualcun altro».
C’è poi chi ha pensato di puntare direttamente a Milano: è il caso ad esempio dell’Orto Botanico di Padova, che ricreerà «il parco della diversità » e la Fiera di Verona che con Vinitaly farà il padiglione del vino.
Mancano trenta giorni all’inaugurazione della grande vetrina di Milano, le polemiche si susseguono per i ritardi che porteranno il padiglione Italia a non essere completamente finito, e il Veneto — al di là delle dichiarazioni sull’occasione da non perdere — ha preferito fare un passo indietro. Molti degli eventi in calendario tra l’1 maggio e il 31 ottobre ci sarebbero stati comunque, così come gran parte di iniziative ed escursioni: sono stati solo messi uno sotto l’altro in una sorta di mappa. Per questo sono stati creati due portali: Veneto Expo (contenitore degli eventi proposti dal sistema produttivo e dalle associazioni del Veneto) e «Venice to Expo» che fa un focus invece sulle iniziative veneziane. La vera novità è il padiglione di Aquae, unica esposizione collaterale in Italia di Expo Milano. Centomila biglietti sono già stati prenotati o comprati per visitare quello che Giuseppe Mattiazzo, ad di Expo Venice (società delle fiere di Venezia che ha pensato l’evento) chiama «il quartiere dell’oro blu che permetterà di far conoscere l’acqua in un’esperienze a tre dimensioni». Gli operai sono già al lavoro per l’allestimento, è già stata fissata l’ora dell’inaugurazione (con Romano Prodi) il 3 maggio, l’obiettivo è raggiungere quota un milione facendo leva anche sulla vera attrazione della collaterale: l’ascensore degli abissi. Venezia presenta anche l’Expo diffuso, cercando di valorizzare le eccellenze della Serenissima, spostando lo sguardo da San Marco e Rialto. Sono i 60 progetti selezionati dal Comitato veneziano (ormai in scioglimento) tra valli della laguna e Riviera del Brenta, viticultura e pesca. Ci sono anche il museo diffuso della laguna e il turismo stanziale attraverso la scoperta enogastronomica, paesaggistica e archeologica con tanto di certificato di «turista responsabile» a chi affronta i percorsi navigabili da Chioggia a Caorle. Iniziative promosse dai privati perché è da loro che parte la valorizzazione del territorio. Sintetizza Mara Manente, direttrice del Ciset, l’organismo che si occupa di turismo per l’Università Ca’ Foscari. «In Veneto c’è una situazione a macchia di leopardo, ci sono gruppi di imprenditori che hanno costruito reti che funzionano e un tessuto generale che avrebbe bisogno di una maggiore preparazione. Certamente potevamo arrivare all’Expo molto più preparati».
Sotto accusa accoglienza e competenze: lo sottolinea Marco Palazzo, direttore dell’Ente bilaterale Veneto («Il bacino di utenze è quello straniero, russi, cinesi arabi ma gli esercenti non sono preparati»), e l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan («In ritardo per l’Expo come sul turismo dove cerchiamo di recuperare sempre all’ultimo momento. Serve la conoscenza della lingua inglese, competenza di accoglienza e marketing»). E’ quello che avevano cercato di fare gli industriali del Veneto, assieme alle associazione e ai sindacati: creare un portale per valorizzare le esperienze positive. «Abbiamo sollecitato le aziende e chi vive di turismo a mettersi insieme e creare il sistema veneto», dice Paolo Bettio, presidente di Expo Veneto. C’è il portale, ci sono le 1500 aziende, 500 eventi in tutta la regione. E qui ci si ferma: chi le promuoverà ? «Noi abbiamo fatto il sito, la promozione non spetta a noi, siamo dei privati, ci doveva pensare qualcun altro».
C’è poi chi ha pensato di puntare direttamente a Milano: è il caso ad esempio dell’Orto Botanico di Padova, che ricreerà «il parco della diversità » e la Fiera di Verona che con Vinitaly farà il padiglione del vino.
di Francesco Bottazzo dal Corriere del Veneto
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