Il tornado di Sant'Erasmo, Manzato visita il disastro
Mercoledi 13 Giugno 2012 alle 23:55 | 0 commenti
Regione Veneto - "Sembrava un mostro che stesse passando nel cielo". Cosetta descrive così il tornado che ieri ha sfiorato la casa e distrutto sei delle 11 serre dell'azienda a orticoltura pregiata di famiglia: un frastuono arcigno che arriva da sud, un cono nero che sale verso il cielo, qualche minuto di trepidazione poi pochi attimi di devastazione. Neppure il tempo di capire cosa fosse accaduto e pezzi di serra, alberi, tegole volano in aria, aggiungendosi alle tonnellate di detriti, barche, pezzi raccattati in ogni dove che la tromba d'aria porta con sé, proseguendo la sua corsa verso nord (qui la photo gallery).
Lei era nei campi, assieme al marito, Carlo Finotello, presidente del Consorzio del carciofo violetto di Sant'Erasmo, prodotto agroalimentare tradizionale italiano e presidio Slow Food. Cosetta voleva salvarle, quelle serre, ma il cognato le ha gridato saggiamente di chiudersi in casa, da dove lei ha telefonato a scuola perché mettessero al sicuro i bambini e ai vicini perché salvassero il salvabile. Oggi lei e Carlo sono già al lavoro, per recuperare qualcosa là dove la furia ha contorto tubi d'acciaio da cinque centimetri come fossero bastoncini di liquirizia. E con loro hanno ripreso a lavorare, alla ricerca di una difficile normalità , tutti gli abitanti di quest'isola gioiello, dove sono state scoperchiate una quindicina di case e danneggiate, più o meno pesantemente, la metà delle circa 60 aziende agricole che costituiscono gli orti, i frutteti e le vigne di Venezia.
Sono circa 700 coloro che ci abitano, si danno una mano, ma la distruzione è grande. Franco Manzato, assessore all'agricoltura del Veneto è voluto venire in sopralluogo appena possibile, questo pomeriggio, rientrando frettolosamente da Trieste, accompagnato del tecnico che si occupa di calamità naturali. "Faremo il possibile", dice, ma sa che i condizionamenti di legge sono tantissimi: dalla percentuale di danno per singola azienda e all'assicurabilità di legge delle colture e delle strutture danneggiate. Per l'orticoltura si farà abbastanza presto a ricominciare. Più gravi i danni subiti da vigneti e frutteti: per quelli ci vorrà qualche anno per riprendere. E poi le strutture, volate via, distrutte, attrezzature, macchinari: è tutta roba che costa carissima. Coldiretti stima un danno di 4 milioni di euro. "Se me le rifaccio da me - dice Carlo - una serra mi potrebbe costare forse 15 mila euro di materiale; se la comprassi nuova ‘chiavi in mano' si può arrivare al doppio". Quanti ortaggi occorre vendere per una serra nuova? E non è detto che avranno tutti l'animo di ricominciare daccapo: i vecchi contadini, per esempio, la cui presenza è però preziosa in questo angolo di paradiso unico al mondo dove la vita ha i ritmi di una storia che si perde nei secoli.
"E' un patrimonio - sottolinea Manzato - per il Veneto, per Venezia, per tutti. Non possiamo perderlo. Questa non è una campagna come le altre. Faremo ogni cosa possibile, verificheremo ogni possibilità ". Servono braccia, servono soldi, serve una solidarietà non solo a parole. L'assessore ne parlerà con lo stesso presidente Luca Zaia e si verificheranno con le altre istituzioni del territorio le diverse risposte possibili. E' il minimo che questa gente si merita, che non ti chiede nulla mentre offre il caffè a pochi passi dal ciliegio ancora carico di frutti abbattuto dal tornado.
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