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Il ricordo speciale di Verlato sul dottor Binda, ex medico di Pablito e Baggio

Di Citizen Writers Mercoledi 14 Gennaio 2015 alle 15:02 | 0 commenti

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Adriano Verlato ricorda il dottor Franco Binda, recentemente scomparso a 79 anni, medico sociale del Vicenza per quasi un ventennio da Pablito Rossi a Roberto Baggio

Esco ora dalla cerimonia civile per Franco Binda. Lo hanno ricordato tanti amici, ma in modo, forse, un po’ troppo ufficiale. Lui, fosse ancora stato fra noi, ci avrebbe sicuramente ironizzato. Sono certo di essere la persona che lo conosce da più lungo tempo.

La nostra frequentazione risale ai tempi della scuola materna alle ‘Dame Inglesi’ dove eravamo quattro maschietti, Franco, Andrea Piovene, Giancarlo Folco e chi scrive. Presto, viste le abitudini della casa, ci estromisero causa il nostro genere che avrebbe potuto confliggere, si fa per dire, con le femminucce che in quella scuola erano predominanti. La nostra amicizia continuò sempre, con il nostro in modo particolare, per vari motivi. Il liceo, lui al Pigafetta, io al Lioy. Fu un periodo bellissimo per certi versi e meno bello per altri. Ci fu pure un intermezzo di rapporti un po’ burrascosi tra Franco e me. Lui aveva fatto delle battute di spirito sulla mia amorosa, che poi sposai, ed io, allora gelosissimo, gli dissi che, se avesse continuato, lo avrei menato. Abbozzò con alcune ironie nei miei riguardi e tutto finì lì. La cosa più brutta di quel periodo fu, invece, che entrambi,alla maturità, distratti da altre inclinazioni, ci lasciammo le penne e ci ritrovammo su squallidi banchetti di una scuola privata, avviliti, ma non domi nei riguardi dei nostri interessi extra schola.

Successivamente ci riprendemmo e ricordo con un sorriso quello che Franco mi disse, parecchi anni dopo, davanti ad un bicchiere di rosso.” Per essere stati due somarelli al liceo, qualche cosa abbiamo poi fatto nella vita” Tu, si riferiva a me, primario nella scuola ed io all’ospedale. Penso che nessuno se lo sarebbe aspettato.”Un momento di grande aggregazione lo vide anche la pizzeria “ daPeppone”. Per quello che ricordo era anche l’unica e, dovunque avessimo passato la serata , verso mezzanotte, ci si trovava là. Era il nostro buen retiro. I nottambuli non mancavano, ma io ricordo, in particolare, nel dopo Peppone, un trio , Franco, Bruno Volpe ed io, accompagnarsi più di una volta alle rispettive abitazioni. Franco ed io con Bruno alle scuole di san Felice. Bruno e chi scrive con Franco fino all’angolo Binda. Poi, io con Bruno a casa sua. Lui con me verso viale Verona e, talvolta, ancora io con lui verso san Felice. I nostri argomenti erano talora i massimi sistemi , ma pià spesso, i minimi. Fummo poi, per molti anni, soci del Panathlon di Carlo Pavesi e , ancor prima di Giorgio Marchesini. Entrambe queste figure erano anche miei grandi amici e il loro ricordo mi accompagna quotidianamente. Quando Carlo ci lasciò, alcuni soci fecero il mio nome per la presidenza e altri quello di Franco. Si andò alle votazioni e Franco mi batté per 34 voti a 18. Avevo sottovalutato il fatto che, da medico del Lanerossi, si era conquistato una grande popolarità. Ci sarebbe stato da discutere sul fatto che il Panathlon è un club di sportivi per eccellenza e l’unico sport che Franco praticava era la corsetta sul campo quando un calciatore si infortunava. Comunque, fu bene così. Io feci un passaggio in Comune come consigliere e il consiglio si svolgeva quasi sempre nello stesso giorno degli incontri del Panathlon. Ci sarebbe stato un conflitto di orari. Vorrei anche aggiungere che il mio amico, dopo una vita sentimentalmente un po’ tribolata, aveva raggiunto con Ivana un rapporto molto sereno e appagante.

Ci sono altre cose che potrei dire di Franco, ma sono personali e non credo sia il caso di scriverle su un giornale. A presto, Franco, e, rubando un detto di Brera, ti sia lieve la terra.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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