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Il racconto della prima parte del viaggio di mons. Pizziol in Thailandia

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 8 Luglio 2014 alle 23:00 | 0 commenti

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Luca de Marzi, Diocesi di Vicenza - Dopo il Brasile e il Camerun, la “Visita Pastorale” del Vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol alle missioni vicentine prosegue in Thailandia. Lasciata l’Italia il 1° luglio 2014, è arrivato a Bangkok il giorno successivo accompagnato da don Arrigo Grendele, direttore dell’Ufficio per la pastorale missionaria di Vicenza, e don Francesco Cunial, parroco di Altavilla Vicentina con alle spalle una esperienza come “fidei donum” in Camerun.

Due giorni nella capitale, nella missione dei Padri Camilliani, poi mons. Pizziol si è spostato nella Diocesi di Chiang Mai, a nord del Paese, dove le Chiese del Triveneto sono presenti con propri preti “fidei donum” fin dal 1997.
Qui la prima tappa è stata a Lamphun, nella parrocchia di San Francesco d’Assisi nata nel 2010 grazie all’impegno di don Pietro Melotto, il prete vicentino che con don Gabriele Gastaldello pose le basi della missione nordestina in Thailandia.
Raggiunto telefonicamente lunedì 7 luglio 2014, monsignor Beniamino Pizziol ha raccontato i momenti salienti della parte iniziale della sua visita. «Abbiamo cercato di accostarci alla conoscenza della cultura e della filosofia di vita buddista visitando i templi più importanti del territorio - ha raccontato -. Nei thailandesi è forte il senso dell’ineluttabile. La gente ostenta serenità, è pacifica e lavoratrice. Dà una sensazione di pacatezza anche nelle situazioni più impensabili. Per esempio a Bangkok, città caotica e con strade piene di traffico, gli autisti sono disciplinati: non si innervosiscono, mantengono la pazienza e sono tolleranti verso gli altri».
A Bangkok, il Vescovo di Vicenza è rimasto colpito dal servizio dei Pari Camilliani nel loro centro di accoglienza per le persone disabili. «E’ quasi un "Piccolo Cottolengo". La loro opera è particolarmente importante perché qui la popolazione tende a nascondere le persone disabili, anziché metterle al centro della cura e delle attenzioni».
Fatta eccezione per una numerosa presenza di animisti, tutto il Paese è buddista. «Il senso della vita è legato alla visita ai templi e alle festività religiose, profondamente radicate nella tradizione – prosegue mons. Pizziol -, per cui la proposta cattolica non è scontata. Anzi, verso di essa vi è una specie di “impermeabilità”».
I cattolici, infatti, sono appena lo 0,5 per cento.
Nella Diocesi di Chiang Mai, l’accoglienza riservata alla delegazione vicentina è stata «molto intensa e squisita».
«Qui la gente ha un profondo senso dell’ospitalità – spiega il Vescovo -. Il tutto dentro una dimensione di grande sobrietà, quasi di distacco. Nei loro volti resta un’aura di mistero, di qualcosa che non si svela e che va oltre…».
Proprio nella giornata del 7 luglio, mons. Pizziol, don Grendele e don Cunial si sono spostati da Lamphun a Chaheom, l’altra parrocchia affidata alla Chiesa del Triveneto. «Una parrocchia enorme, dotata di grandi strutture, molto impegnative da gestire, che prima erano del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME). C’è una scuola, ci sono vari centri e pure campi coltivati a riso... La parrocchia si estende per circa 100 chilometri e conta 40 comunità cattoliche, ciascuna con 30-40 fedeli».
Anche qui vi è un Centro di accoglienza per persone disabili ed è gestito dalle Suore della Carità di Santa Maria Antida Thouret.
Nella Diocesi di Chiang Mai, alle Chiese del Triveneto è affidato il servizio pastorale di due parrocchie. A Chaehom, nella parrocchia di Regina Pacis, sono presenti i “fidei donum” don Bruno Rossi, originario di Enego, e don Raffaele Sandonà, originario di Thiene, della diocesi di Padova, e il bellunese don Bruno Soppelsa. A Lamphun, nella Parrocchia di San Francesco, operano don Piero Melotto di Vicenza, don Attilio De Battisti di Padova e don Giuseppe Berti di Verona.
Quattro di questi preti sono pure incaricati della gestione di alcuni Uffici diocesani: don Piero Melotto è responsabile per il dialogo interreligioso e don Giuseppe Berti dell’economato, don Attilio De Battisti guida l’Ufficio missionario e don Bruno Rossi si occupa delle Comunicazioni sociali.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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