Il Pi e l'election day
Martedi 11 Dicembre 2012 alle 21:56 | 0 commenti
Recentemente il sindaco berico Achille Variati ha detto una cosa di buon senso. Ovvero ha detto che in previsione delle elezioni dell'anno prossimo sarebbe buona cosa accorpare le politiche con le amministrative, facendo intuire di gradire un election day spostato più verso la primavera 2013 che verso l'inverno. L'intento di risparmiare dei quattrini è lodevole. Bisogna però capire se nel suo intimo Variati pensi veramente ai contribuenti oppure al suo futuro politico.
Seppur remota, la possibilità di uno scioglimento anticipato del consiglio comunale di Vicenza potrebbe mettere in discussione la delibera sulle osservazioni al Pat giacché le leggi vigenti impediscono alle assemblee di adottare piani di valenza urbanistica troppo a ridosso della scadenza della consiliatura. Ovviamente i destini dell'amministarzione berica da questo punto di vista dipendono in primis dalle scelte del Viminale ed in secundis, anche se senza relazioni dirette, dalle scelte del presidente della Repubblica. C'è però un fatto. La maggioranza di centrosinistra ha avuto quattro anni tondi per adottare il Piano degli interventi, il cosiddetto Pi. Obbligare le commissioni e i consiglieri, seppur in sede di osservazioni al documento già approvato in prima lettura, a fare le corse contro il tempo non è sinonimo di buona pratica amministrativa. Il tutto al netto di una finissima incognita. E se in cuor suo qualcuno in giunta sperasse in un election day che impedisse l'approvazione del Pi, in modo da assicurare alla attuale maggioranza il ruolo di garante per l'adozione definitiva del piano durante la campagna elettorale?
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