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Il percorso naturale di indipendenza del Veneto Stato

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 28 Febbraio 2012 alle 20:29 | 0 commenti

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Gianluca Busato, Veneto Stato - Nel corso degli ultimi anni si è sviluppato un pensiero politico inedito che ha cambiato lo scenario politico veneto. Esso trae origine dalla volontà dei veneti di non lasciarsi sopraffare da una sorta di provincialismo indotto che fino ad allora faceva ritenere il destino del Veneto legato e confinato entro i confini italiani. Una sorta di gabbia, tutto fuorché dorata, che ci costringeva a un orizzonte basso, alla testa china e a uno spirito di rassegnazione al grigiore italico.

Da qualche tempo la situazione è cambiata, grazie proprio a un naturale spirito di apertura internazionale che è proprio dei veneti, sin dalla propria età dell'oro della Serenissima, in cui i nostri avi rappresentavano un faro di civiltà riconosciuto in tutto il mondo e i cui segni sono forti e indelebili nei più prestigiosi musei del mondo. Ecco allora che quel vento forte di indipendenza che nell'epoca contemporanea ha plasmato e tutt'ora sta cambiando il mondo, ha iniziato a soffiare anche tra le nostre pianure, le valli, i monti, i fiumi e il mare, nei quali si è sviluppata la nostra millenaria cultura veneta.
È pur vero quindi che il Veneto possiede tutte le motivazioni giuridiche, economiche, sociali e culturali per l'ottenimento della propria indipendenza, ma il forte consenso attorno al progetto legale e democratico per il Veneto Stato indipendente, che un recente sondaggio ha visto addirittura superare la maggioranza assoluta degli elettori veneti con il 53,3%, nasce e si fortifica a nostro avviso anche per un naturale processo di "osmosi" con le nazioni d'Europa che stanno registrando un fenomeno del tutto simile.
Si tratta di fenomeni storici evidenti, che si verificano per fasi, ondate di cambiamento che interessano aree geopolitiche diverse, con frequenze ogni 20-30 anni.
Il vento dell'indipendenza è spirato forte ad inizio del ‘900 in Scandinavia, con l'indipendenza di Finlandia e Norvegia, quindi nel Commonwealth Britannico, con l'indipendenza di Australia, Nuova Zelanda e India, poi nei Paesi che hanno conquistato la propria indipendenza nell'era post-coloniale, arrivando sino alla costituzione di moltissimi stati indipendenti dopo il crollo del blocco sovietico negli anni '90. A partire da metà degli 2000 il vento ha iniziato a soffiare forte in aree del mondo tra le più lontane, dal Montenegro, alla Groenlandia, al Sud-Sudan, fino ad arrivare oggi a ravvivare la speranza in molte regioni dell'Europa occidentale.
Nessuno di noi in realtà si sorprende quando una donna o un uomo che diventa grande matura il desiderio di essere indipendente, di staccarsi dalla propria famiglia, di andare a vivere per conto proprio e di dar vita al proprio progetto di vita.
Come individui, noi diamo gran valore alla nostra indipendenza. Per tutti noi è assodato il fatto di fare le nostre scelte in modo naturale, di decidere come risparmiare e spendere i nostri soldi e come assumerci le nostre responsabilità nel corso della nostra vita.
Anche in termini collettivi, come nazione, noi accettiamo l'indipendenza di altri Paesi come una cosa normale. Non riteniamo cosa strana che i popoli di Austria (con poco più di 8 milioni di abitanti), Svizzera (con meno di 8 milioni di abitanti) e Slovenia (che ha solo 2 milioni di abitanti) portino avanti i loro interessi. Non ci aspetteremo che i popoli di Svezia e Danimarca chiedano ad altre nazioni di prendere decisioni per conto loro, perché loro non si sentono in grado di farlo.
Perché allora dovrebbe essere diverso per il Popolo Veneto?
La maggior parte di noi vuole che la propria comunità goda di maggiore indipendenza. Noi vogliamo avere maggior voce in capitolo nelle decisioni sul costo dei servizi pubblici e sul modo in cui vengono svolti, noi vogliamo sempre partecipare alle decisioni che coinvolgono l'ambiente che ci circonda e vogliamo contribuire di più alle comunità in cui viviamo.
Il che è ancora una cosa normale - ma non potrà succedere a meno che non cominciamo a prendere il controllo del nostro paese e prendere da soli le decisioni che ci spettano.
In un Veneto Stato, finalmente indipendente e che valorizzi le nostre origini culturali, linguistiche e naturali.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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