Il pasticciere e l'automobile
Domenica 8 Aprile 2012 alle 22:27 | 0 commenti
Riceviamo da Irene Rui e Guido Zentile e pubblichiamo
In questi giorni abbiamo letto sulla stampa locale le allucinanti affermazioni che alcuni personaggi della politica vicentina hanno espresso circa le scelte dell'Amministrazione Comunale di posizionare i dissuasori in prossimità dei marciapiedi, al fine di impedire la sosta "mordi e fuggi" delle auto nelle strade del centro storico. Esternazioni che si sono talmente amplificate da far coniugare la contestazione di questo provvedimento, a dir loro penalizzante, con l'accusa di non far nulla per impedire fenomeni di degrado che disturbano il nobile centro cittadino.
Quali il povero di turno che chiede l'elemosina, o colui che sta all'angolo con la fisarmonica, in sostituzione del dissuasore. Con queste affermazioni chi sembra proprio povero (intellettualmente) è chi spreca fiato per sparlarne.
Una città che vuole sentirsi sempre più nobile, in cui individui con il SUV, o con la macchina extra lusso, vogliono percorrere indisturbati le strade del centro, parcheggiare sul marciapiede, entrare a piedi nel negozio (visto che non ci possono entrare con l'auto) e fare gli acquisti. Per andare alla pasticceria Venezia, in c.trà Pescaria, si va in macchina non a piedi; anzi si deve sostare sul marciapiede e impedire il passaggio ai pedoni, tanto a Vicenza, i pedoni sono abituati ai percorsi di guerra. A questo punto con un sistema di rampe (la pendenza non importa, tanto ci sono i SUV) si potrebbe andare da Sorarù, dalla Meneghina, non prima di essere passati da Porro .... Quante botteghe, cari nobili automobilisti.
Ma cosa vogliamo? Una città autocentrica? Non ci rendiamo conto che il miglior investimento economico sta nella persona, nella possibilità che questa deve sentirsi cittadina e non automobilista. Le nostre città , in particolare i centri antichi, che hanno alle spalle una lunga storia, si sono sviluppate con un sistema che metteva al centro la persona con le sue attività artigianali e commerciali, un agglomerato che tracciava al suo interno i percorsi per collegare le piazze quali punti di aggregazione.
Oggi la nostra città è un grande centro commerciale all'aperto di alto livello, più usata che abitata dalla gente. Questo purtroppo, forse, i commercianti non lo capiscono. Per loro il cliente è colui che può arrivare in centro in macchina (magari davanti al negozio).
Povera città , poveri amministratori o politicanti di chiacchiere, non ci resta che girare il nostro messaggio all'amico Andrea, quel Palladio là , sì quello del centro commerciale, dove ci sono tante automobili, sopra e sotto ....., forse ci risponderà .
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