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Il passaggio da Eurocoop alla Palladio Veneto Servizi: per D'Angelo un altro buco nero delle cooperative che non esistono più

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 8 Dicembre 2013 alle 20:49 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 261 nelle edicole e sfogliabile comodamente dagli abbonati online - Massimo D’Angelo (Filt Gcil) abbiamo spesso affrontato con lei le questioni delle cooperative. Torniamo sull’argomento Eurocoop, ricordo ai lettori la premessa: Eurocoop è una cooperativa abbastanza grossa del vicentino con circa 200 dipendenti, va in crisi, prima di andare in crisi, così ha scritto lei in un documento, affitta, cede un ramo d’azienda ad una cooperativa costituita da poco, la Palladio Veneto Servizi, con cinque dipendenti.

E dopo questo atto, con la conseguentemente possibilità di girare i suoi appalti a questa piccola cooperativa, Eurocoop chiede di essere messa in liquidazione. Conferma questa premessa intanto?

Confermo la premessa, è un’operazione anomala che noi abbiamo contestato. L’affitto o il trasferimento di un ramo d’azienda è legittimo ma fatto in questa modalità è una cosa che nella pratica, nella prassi della cooperazione non è stata mai usata. Normalmente si usano e si fanno i cambi di appalto. Eurocoop questa operazione probabilmente l’ha voluta fare, si dice, per salvare se stessa, la cooperativa, in crisi economica. In piena crisi economica l’Eurocoop chiude il bilancio 2012 nell’assemblea indetta nel 2013 con 1.500.000,00 euro di sbilancio, chiede ai soci cooperatori di rifinanziare lo sbilancio, i soci cooperatori non accettano la proposta e, quindi, siamo di fronte ad una cooperativa ormai finita che in qualche modo doveva chiudere. L’Eurocoop, quindi, affitta il ramo d’azienda, tutta la cooperativa che poi non sono altro che i lavoratori perché l’elemento aggiunto è l’appalto ma l’Eurocoop l’appalto non può  avere la sicurezza di poterlo gestire. Infatti Eurocoop muore in quella situazione e probabilmente andrà in liquidazione con tutti i debiti, ma Eurocoop quell’operazione di per sé non l’ha salvata perché la nuova cooperativa sta perdendo gli appalti.

Noi abbiamo parlato con il presidente della nuova cooperativa Antonio Moscatiello al quale abbiamo offerto la possibilità di rispondere a questi rilievi. Ci ha spiegato la questione dal suo punto di vista e non ha ritenuto opportuno farsi intervistare in video quindi si deve fidare di quello che mi ha detto il sig Moscatiello il quale dice che è vero che la cooperativa che ha affittato il ramo d’azienda dall’ Eurocoop è una nuova e piccola cooperativa ma è anche vero che c’erano stati impegni finanziari per circa 300.000,00 euro messi, dice lui, riferisco, da un parente. Se non so come si possa finanziare una cooperativa tramite un parente visto che dovrebbe essere cooperativa di soci, Moscatiello ha aggiunto comunque che la Palladio Veneto Servizi ha perso qualche appalto ma ne ha conservato la gran parte e soprattutto che quelli che erano i timori espressi dalla Filt Cgil nella sua persona, che non fossero cioè, mantenuti gli impegni di retribuzione con i dipendenti li stanno rispettando. Le torna questa dichiarazione o c’è qualcosa di non preciso?

Noi abbiamo parlato con il presidente della nuova cooperativa, lui ci ha sempre dato delle certezze economiche, io non so i fondi da dove vengono, se sono fondi familiari o fondi d’impresa però ai tavoli ufficiali, ufficiosi ci ha sempre dato delle certezze economiche. Secondo me è anche un imprenditore che probabilmente ha creduto e crede in questa operazione. Che, però, è una operazione molto difficile e che sta in qualche modo gestendo anche male. Male perché noi ci troviamo, non so se per difetti tecnici, loro ci dicono difetti finanziari, ci siamo trovati nei mesi di settembre e ottobre con grandi gravi ritardi salariali, qualche cantiere si è fermato, quattro cantieri li hanno persi nel senso che la committenza ha preferito andara da altri: abbiamo noi effettuato i cambi di appalto tra i quali l’ultimo è quello della Saint Gobain che è una grande multinazionale dove c’era un cantiere con oltre quaranta soci cooperatori. Ecco la situazione ad oggi è questa, ora non so poi la tenuta della Palladio Veneto Servizi. Sicuramente la Palladio Veneto Servizi prima di intraprendere questa strada era una piccola cooperativa, dalla visura camerale risulta avere fini a qualche mese fa cinque soci cooperatori oltretutto è una società cooperativa addetta alle pulizie che non ha un’esperienza assolutamente di logistica. Questo è il dato di fatto.

Diciamo sostanzialmente però che ad oggi gli stipendi sono pagati, alcune commesse sono state perse come si temeva però i dipendenti in base alla legge dello stato dovrebbero essere tutelati perché che rileva un appalto deve rilevare anche i dipendenti se non sbaglio. Il dubbio che lei esprimeva e che esprime è che una piccola cooperativa possa far fronte a certe commesse però è anche vero che Moscatiello mi diceva non si può impedire a chi vuole investire di poter avviare un’attività che sia funzionante altrimenti nessuno potrebbe partire oggi se dovesse partire sempre essendo già grande

Sicuramente sì, io non metto in discussione che la Palladio Veneto Servizi si possa immettere nel mercato e fare impresa però noi in questa situazione come sindacato dobbiamo denunciare intanto l’operazione Eurocoop che è una operazione che è stata da parte nostra illegittima anche perché l’affitto di ramo d’azienda, che era stato stipulato dal notaio dal consiglio di amministrazione, è stato portato in assemblea in maniera anomala

Però consentita dalla legge, un po’ una forzatura perché servirebbe in certi casi l’assemblea straordinaria in altri casi quella ordinaria però non  illecita da quello che capisco

È  consentita dalla legge però bisogna capire le modalità: non hanno rispettato delle regole.

Scusi se la interrompo, ma siccome stiamo seguendo con VicenzaPiù da parecchio il problema delle cooperative ecco per me è importante che chi voglia investire per fare impresa lo faccia ma mi torna strano anche se apprezzabile che una cooperativa quindi un gruppo di soci cooperatori operi perché qualcuno, non i soci cooperatori, ma qualcuno mette 300.000,00 euro. È una cooperativa o un’azienda camuffata da cooperativa? Non parlo solo di questo caso ma il dubbio viene: per andare avanti le cooperative dovrebbero basarsi sui lavoratori, non dovrebbero aver bisogno di qualcuno che metta, a che titolo non si sa, 300.000,00 euro...

La cooperativa, diciamo il concetto di cooperativa che era quello di un secolo fa quando i lavoratori per staccarsi dalle catene del datore di lavoro hanno deciso di mettersi insieme, di andare avanti da soli facendo cooperazione, una concezione etica, cioè, non esiste più. La cooperativa adesso sono le grandi multinazionali che si insediano nei territori e che acquisiscono gli appalti.

Per vantaggi fiscali, per cosa?

Sicuramente alla testa c’è la committenza perché la committenza che è inserita spesso in Confindustria, senz’altro ha dei vantaggi economici. In questa situazione ci sono quattro, addirittura cinque catene, c’è la committenza, c’è la multinazionale di turno che acquisisce l’appalto che a sua volta lo da a un consorzio che a sua volta lo da alle proprie cooperative e poi ci sono i soci cooperatori.

Scusi lei parlava di Confindustria, di associazioni di imprenditori, per astrarre dal problema specifico. Di Confindustria fanno parte anche alcune aziende private nel campo della logistica, nel campo dei servizi. Non sono cooperative e quando parlano con noi si lamentano della concorrenza sleale delle cooperative. Non c’è un po’ una contraddizione tra gli industriali, che per avere accesso a dei prezzi minori danno appalti a delle cooperative o sedicenti tali, e nel frattempo altri iscritti alle loro associazioni industriali, che lamentano la concorrenza scorretta di chi si avvale di strumenti leciti ma che nascondono situazioni di fatto un po’ diverse da quelle che la legge prevedeva, quindi diciamo “cooperative non trasparenti”, per fare concorrenza a chi fa impresa sul serio?

La cooperativa nasce per fornire un servizio, ad esempio le pulizie e la logistica, a chi questo servizio non riesce a farlo in maniera economica e, quindi, lo esternalizza

Ma lo esternalizza a cooperative finte, dice lei, a discapito di aziende che non sono cooperative ma che forniscono quel servizio a costi maggiori perché magari ci aggiungono una maggiore professionalità …

In questa situazione se la legge del mercato è quella del ribasso sicuramente si innesca tutto, di tutto e di più, si innesca il malaffare, si innesca l’illegalità, il contratto diventa un optional, ecco si innesca tutta una serie di meccanismi. In questo settore per regolamentarlo da tutti i punti di vista abbiamo bisogno di legalità, che attualmente facciamo fatica a ritrovare, anche di una legalità contrattuale attenzione ...

Per chiudere, oggi quanti sono i lavoratori che definiamo soci cooperatori, che poi spesso sappiamo benissimo che non sono soci cooperatori ma sono dei lavoratori che aderiscono a cooperative di cui spesso neanche sanno leggere gli statuti fra le righe perché non capiscono neanche quello che c’è scritto non per loro incapacità ma anche per difficoltà di lingua e per difficoltà di linguaggi legali.

Sono tanti, non abbiamo il numero ma parliamo di migliaia e migliaia di soci cooperatori.

Solo nel vicentino?

Solo nel vicentino perché ormai tutto ciò che viene esternalizzato, appaltato è cooperativa.

Se dovesse in base alla sua esperienza dirci una percentuale quanti di questi sono realmente soci cooperatori e quanti di questi sono lavoratori che pur di lavorare chiudono un occhio?

Una percentuale non c’è, c’è un metodo sbagliato che bisogna cambiare, l’ho detto poc’anzi non esiste una vera cooperativa perché non esiste una vita associativa del socio. Il socio praticamente diventa uno strumento di guadagno: io utilizzo le braccia e per il resto poi è un lavoro come un altro, chi si trova socio si trova socio per caso in quella situazione là, ma non conosce assolutamente la posizione qual è, le responsabilità, il ruolo associativo. Quasi mai i soci cooperatori che ci arrivano, e sono tanti, conoscono quali sono il ruolo, le responsabilità e anche i diritti e i doveri nel’ambito della cooperativa.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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