Il Parlamento si muove, gli immigrati montecchiani rispondono: «Voteremo chiunque ci dia la cittadinanza»
Lunedi 19 Marzo 2012 alle 09:31 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 230
«Ho davanti 200 persone, forse di più, a un dibattito sulla cittadinanza nel profondo Veneto. Alla faccia della Lega». Così il deputato Pd ed ex conduttore di A sua immagine Andrea Sarubbi presenta su twitter l'incontro tenutosi a Montecchio Maggiore il 2 marzo scorso e intitolato "Veneto, Italia: cittadini di domani".
I cittadini di domani sono quei bambini, figli di immigrati, nati e/o cresciuti sotto il Tricolore, che per veder scritto sulla carta d'identità la parola "italiana" alla voce cittadinanza devono combattere contro una legislazione poco al passo con i tempi che mette in pericolo molti dei loro diritti. O almeno così la pensano i relatori del convegno appartenenti al Partito Democratico: Daniela Sbrollini, Stefano Fracasso e il citato Sarubbi (presenti anche il professore di demografia Giampiero Dalla Zuanna e il giornalista Antonio Trentin a moderare). La cosa particolare della serata non è stato tanto il dibattito, nemmeno la "twittata" di Sarubbi (già noto sul social network per fare la cronaca live delle sedute della Camera), ma la qualità del pubblico. Non solo iscritti al partito di Bersani, non solo montecchiani, non solo italiani. Ma tantissimi, sicuramente più del 50%, cittadini stranieri. A spanne per lo più provenienti dal subcontinente indiano e limitrofi. Certo, l'argomento si prestava, ma la quantità di persone accorse ha sorpreso anche gli organizzatori, soprattutto contando quanta fatica si faccia a Montecchio per portare 200 persone ad un incontro pubblico.
Il dibattito si è sviluppato attorno all'argomento dello ius soli, ovvero di quell'istituto, non presente in Italia, per cui chi nasce nel Bel Paese diventa italiano. In realtà nella proposta che Sarubbi, Sbrollini e altri han portato in Parlamento non è così automatico. Loro lo hanno definito uno ius soli temperato per cui, a seconda dei casi, si prevede che un bambino cresciuto in Italia possa ottenere la cittadinanza al termine di un ciclo di studi oppure alla nascita se i genitori sono residenti stabilmente in Italia da un certo numero di anni. Ma vista la situazione politica italiana e le elezioni in vista, lo stesso Sarubbi vede lontano un accordo tra i grandi partiti nazionali attorno a questa proposta: «Sono più arrabbiato con il Pdl che con la Lega Nord - spiega il deputato -. La Lega è fatta per sfasciare e ha deciso di far cassa di voti sulla pelle degli immigrati. Quello è il loro lavoro e va beh. Quello che mi sconvolge è che in questi anni il Pdl non sia stato in grado di fare una proposta sull'immigrazione che fosse propria. Noi stiamo cercando di capire se possiamo portare a casa qualcosa. Probabilmente non sarà la mia proposta, ma stiamo tentando di trovare una soluzione, magari non perfetta, ma che sia il più condivisa possibile per non correre il rischio che con un cambio di maggioranza si cambi anche il modo di diventare italiano. Ovviamente parliamo della cittadinanza per i bambini, per gli adulti, mettetevela via (rivolto al pubblico, ndr), non si riuscirà a far nulla».
Durante la discussione, in cui sono intervenuti anche un membro della Caritas vicentina e del comitato promotore de "L'Italia sono anch'io" (raccolta firme per la presentazione di due proposte di legge sulla cittadinanza), Sarubbi ha, poi, sfatato il mito per cui se gli stranieri "diventano" italiani ciò sarebbe un danno per i partiti di centrodestra: «Diversi studi dimostrano come il voto dei nuovi italiani dipenderebbe molto dalle zone di provenienza. Un rumeno che ha subito la dittatura comunista tutta la vita e da cui è riuscito a scappare, non voterà mai per un partito di sinistra». A questo punto è intervenuto anche un signore proveniente dal Bangladesh che ha detto chiaro e tondo: «Io di comunismo non ne so niente, ma sicuramente i miei figli voteranno chi gli darà la cittadinanza, di qualsiasi partito sia».
Ora, prendendo ad esempio la realtà di Montecchio, le scorse elezioni amministrative si sono risolte con un vantaggio di poche centinaia di voti a favore del centrodestra. Vista la capacità degli immigrati, un po' come i cacciatori vicentini, di far massa critica nelle occasioni che li riguardano (vedasi la folla presente all'incontro di cui sopra) e visto che sul suolo castellano risulta che i residenti stranieri siano 4267 su un totale di 23.736 abitanti (dati aggiornati a novembre 2011), più che sulla bretella o sull'ospedale, succederà che sarà decisivo per le prossime elezioni il dibattito sulla cittadinanza dei bambini figli di stranieri nati e cresciuti in Italia? Contando che nel 2009 l'argomento principe della campagna elettorale fu la restrizione dei parametri abitativi per ottenere l'abitabilità (questione poi finita in tribunale), forse vorrebbe dire che qualcosa anche qui sta cambiando.
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