Viaggio di Natale da Vicenza all'Alta Borbonia: è tutto diversamente uguale. Con un po' di coraggio a fare la differenza. Dove? Scopritelo
Sabato 26 Dicembre 2015 alle 13:13 | 0 commenti
Sono partito in treno mercoledì 23 dicembre da Vicenza per passare qualche giorno a salutare i parenti di mia moglie, che, per assistere la madre in alcune incombenze, era già da qualche giorno nel suo paese di origine, Scauri di Minturno, a solo 8 km dal mio "alto borbonico" Castelforte e sede di uno stupendo teatro romano e di un più recente ponte, ovviamente borbonico, sul Garigliano che unisce la provincia di Latina nel Lazio, ben nota a molti veneti che ne bonificarono le paludi in epoca fascista, e quella di Caserta in Campania, molto nota a ben altri veneti che da decenni ancora oggi vi sversano, a basso costo per loro, rifiuti tossici e liquami di cui poi riempiono anche la loro retorica contro il sud camorrista (qui la photo gallery, ndr).
Quel sud camorrista e mafioso con loro fa, infatti, affari in questo e in altri modi, incassando mucchi di soldi, che poi reinveste, e ripulisce, anche da noi: datevi uno sguardo intorno e certo cemento esorbitante o certe società (anche nello sport) o certe istituzioni finanziarie con rami "sudici" vi confermeranno il dubbio che qualcuno non controlla, abbastanza?, l'evidente.
Salgo, quindi, con un ritardo ancora recuperabile sulle 14.38 previste dall'orario, parola virtuale in Italia, su un regionale per Padova da Vicenza, che pensa di essere al centro del mondo, ma, a parte ricomparirci periodicamente per scandali tangentizi come il Mose ed Expo, ne è sempre più allontanata, politicamente, imprenditorialmente e infrastrutturalmente.
Mentre da Padova e Verona, infatti, da anni si va velocemente a Roma e ovunque con le varie Frecce, quì si è perso tempo per il progetto finale del passaggio con fermate dell'Alta capacità /Alta Velocità forse (?) anche per provare a fare mega regali ai soliti noti con espropri da sogno di loro aree nella svalutata e inquinata area della Fiera, immaginata e poi bocciata, per fortuna, come sede di una costosissima, inquinatissima e idrogeologicamente pericolosa sede di una stazione da Star Wars.
E altro tempo si è perso anche per pensare con insana follia a costruire, distruggendo quella storica, una seconda stazione, questa volta "locale", nella zona di Borgo Berga, che già di per sé fa rivoltare nella tomba non solo Andrea Palladio per i suoi obbrobri architettonici ma anche le vittime dell'alluvione del 2010 per il tappo di cemento messo sotto le acque del Bacchiglione e del Retrone a coprire i vecchi rifiuti tossici... quelli che non era possibile inviare nella Terra dei fuochi.
A Padova, tornando al mio viaggio prenatalizio, aspetto il treno per Roma, che arriva con 15 minuti di ritardo che lungo il tragitto crescono ad ogni tratta percorsa e mi danno, purtroppo, il tempo di ascoltare anche degli pseudo insegnanti del Carducci di Trieste che di fatto "aggrediscono" la positività di una neo assunta al Petrarca per effetto della legge del governo Renzi, che tenta di proclamare il suo entusiasmo per il suo nuovo percorso e si dice pronta a provare a seguirlo con ottimismo e vogliosa di fare e sperimentare prima di emettere valutazioni sulla bontà o meno della "Buona scuola".
Ma i due colleghi tuttologi (hanno anche proclamato delle idiozie schematiche sul giornalismo tout court che neanche meritano di essere riferite per non dare motivo agli studenti di diminuire ulteriormente la loro già scarsa fiducia in certi insegnanti) sembrano essere pagati, evidentemente, dalla scuola soprattutto per essere distruttivi nei suoi confronti e provano a iniettare nella neo docente l'italico veleno del disfattismo per cui vi proponiamo un paio di frasi significative del loro tentato indottrinamento verso l'insegnante che aveva la colpa di volersi dare da fare prima di giudicare: «"Collega, tu sei giovane, non devi essere ottimista ma devi partire da mille diffidenze verso i subdoli motivi della riforma" e poi "Eccellenza è una parola che ci fa inorridire, la scuola deve svalorizzare le eccellenze..."».
Mentre tutto intorno nello scompatimento c'è un'umanità varia, da alcuni africani, che pensano che ogni stazione sia quella di Roma, a uno studente di lato ai docenti nichilisti che si tappa le orecchie... ascoltando musica, ad altri due aspiranti insegnanti (della coppia di Siracusa, con un bambino di 2 anni ad attenderli al ritorno in Sicilia, la donna ha appena assunto servizio a Conegliano, mentre il marito ancora spera...) fino a un controllore fiorentino che si danna l'anima per trovare soluzioni per tutti quelli, inclusa la coppia siracusana, che a Roma non troveranno le loro coincidenze visto che il ritardo all'altezza di Chiusi ha già ampiamente superato i 35 minuti.
Ovvio rivolgergli una battuta provocandolo sul suo renzismo geografico ma lui reagisce con un sorriso beffardo: «da quando ho votato un partito, che oggi è quello di Renzi, dandogli col mio voto un mandato tradito permettendo alla Fornero di emanare una legge che ha ucciso i pensionati, salvo avvantaggiare la figlia, nessuno ora potrà più contare semplicistiamente sul mio voto...».
Per saltare sul treno per Napoli via Aversa su cui il nostro ormai amico controllore li ha "deviati" per avvantaggiarli, scendono, intanto, proprio a Chiusi i due insegnanti "rivoluzionari", stipendiati, del "non facciamo nulla, tanto tutto è sbagliato", e scende anche inseguita dai due indottrinatori la giovane collega triestina, che approfitta di un loro momento di distrazione per salutarmi con un gran sorriso dicendomi «io comunque ci voglio provare a dare una mano...».
Controllo a quel punto i miei orari, cerco un treno da Roma alternativo al regionale per Minturno delle 20,56 visto che sarà irrangiungibile in tempo, e parlo al cellulare con Renato, il mio unico e vero, storico, amico, con cui volevo incontrarmi in stazione a Roma per un caffè e per regalargli un panettone Loison. quel punto, quindi, decidiamo di incontrarci al passaggio di ritorno a Roma, il 27 dicembre, visto che lui non può aspettare perchè è pieno di regali da portare ai ragazzi che vivono con la figlia in una casa comunità .Â
Dopo aver riletto per l'ennesima volta gli aggiornamenti su VicenzaPiu.com dei miei collaboratori, gli aggiornamenti delle notizie nazionali e le ennesime denunce del malaffare, che unisce come un'autostrada il nord al sud, stanco per i ritardi e bruciato dalla sete, perchè sul treno, un Intercity, l'unico prenotabile quando ho deciso di partire, non c'è un minimo di servizio di ristoro (W l'Italia e Trenitalia), mi raggiunge l'ultimo annuncio... renziano: «siamo in arrivo alla stazione di Roma Termini con circa 45 minuti di ritardo». Annuncio ottimisticamente e mediatiamente renziano perchè il ritardo già supera i 53 minuti (ma la "voce" ha detto circa...) e all'arrivo segna un definitivo 56 minuti.
Vedo la stazione dal finestrino ed è tremendamente ordinata grazie, di sicuro, alle misure di sicurezza adottate per il Giubileo, tra cui un divieto ad entrare nell'area dei treni senza biglietto (divieto già esistente da anni ma ora, finalmente, fatto rispetatre).
Dopo essermi augurato, quindi, un giubileo eterno anche per far riguadagnare punti alla Città Eterna con lo scandalizzato Bulgarini di qualche tempo fa, "mi abbevero" come il bue (le mie dimensioni gastronomico natalizie attuali non fanno pensare all'asinello, che, comunque, amo per tifo partenopeo) , sgranocchio uno snack e finalmente alle 10.42, con un altro ritardo, e non essendoci più treni per Minturno salgo sul treno per Formia, la città dina, appena a nord di Minturnae, in cui è custodita la tomba di Marco Tullio Cicerone, ucciso per mano dei sicari di Antonio il 7 dicembre del 43 A.C. dopo aver aver salvato la repubblica dal tentativo eversivo di Lucio Sergio Catilina ed aver così ottenuto l'appellativo di pater patriae (padre della patria) negli anni delle guerre civili, quando difese strenuamente fino alla morte una repubblica giunta ormai all'ultimo respiro e destinata a trasformarsi nel principatus augusteo (la storia, si sa, si ripete..).
Il regionale scende lungo l'agro (veneto)pontino, riscoperto con l'aggettivo "acre" dopo l'ultimo pareggio del Vicenza col Latina, che potrebbe significare l'avvio dell'addio definitivo della truppa affarista della Vi.Fin. di Pastorelli, che, abituato a comprare crediti da società fallite, voleva comprare il club con i soldi del... club in una serie A che ormai rischia di diventare C.
Riscopro con gli occhi dei ricordi, visto che tutto intorno è buio, il tragitto da Roma a Formia, bellissimo a tratti, ma doppiamente segnato da Fondi, dove c'era il cippo di confine tra l'Alta Borbonia del Regno delle Due sicilie e lo Stato Pontificio, ora come allora politicamente condizionante soprattutto nello Stivale, e dove c'è la camorra che controlla uno dei mercati ortofrutticoli più grandi d'Italia.
Dopo un flash sulle luci del Golfo di Gaeta (notissima, oltre che per le omonime olive, che sono però di Itri, un paesello nell'interno che diede i natali anche al capopopolo antifrancesi Fra Diavolo, il suo carcere militare e il porto per lo stazionamento di navi Usa) il regionale si ferma al "capolinea" di Formia, che in greco e latino significa, guarda caso, "ormeggio", e lì abbraccio mia moglie e mio cognato venuti a prendermi in auto, disfatto come sono da oltre 10 ore di viaggi, quelle che mi sarebbro bastate per volare negli Usa dove sono i miei due figli...
Il perchè di questo racconto, autoreferenziale, è nel gusto di farlo ma anche per far notare le tante similitudini, a volte condite di diversità fittizie, tra il malaffare del sud (anche se quì siamo in... Alta Borbonia) e il riciclaggio nel nord, tra gli addobbi simili per il colore bianco dei led sugli alberi nelle piazze, quella piccola e umile, ma vibrante di ricordi, di Scauri e quella grande e stupenda, e creatrice di sogni, di Vicenza e tra i giornali di provincia.
Il Latina Oggi by Ciarrapico e Il Giornale di Vicenza by Zigliotto titolano come fossero uguali sempre e comuqnue sulla cronaca nera.
Ma la diversità dov'è in questo scorcio di Natale tutto uguale raccontato tramite un viaggio?
Nel centro sud tra i fatti di cronaca ci sono le denunce di fatti di malaffare e camorristi, a Vicenza tra i fatti di cronaca stupri e morti a go go, ma tutto il resto non c'è. O non se ne parla?
Al ritorno sarò felice per aver incontrato i miei (luoghi, parenti e amici), ma, da vecchio tradizionalista come sono, mi mancherà la vecchia voglia di denuncia dei giornali locali, di lotta politica dei Cicerone e di impegno in prima linea dei Fra Diavolo del sud pontino o Alta Borbonia che dir si voglia.
Allora pazienza, cari lettori e grandi miei collaboratori, se dal 1° gennaio VicenzaPiù diventerà vecchio: denunciando e lottando. In prima linea.
P.S. Coraggio, nei giorni in cui il quotidiano locale nelle edicole esponeva le locandine della photo gallery Il Corriere del Veneto, dorso del ben più prestigioso Il Corriere delal Sera, dava rilievo a ben altre notizie... di malaffare. Ancora non siamo soli.
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