Il Maggiociondolo non molla
Sabato 18 Agosto 2012 alle 22:10 | 0 commenti
Raccontiamo questa storia, potrebbe essere emblematica dei cambiamenti in atto. Senza Ufficio postale, ma il Tretto va a caccia di turisti che cercano la qualità della vita
Ci tolgono i servizi? E noi investiamo. Il Tretto perde anche l'ufficio postale, col recente comunicato ufficiale che "taglia" lo sportello di S. Ulderico e aggiunge altri disagi al migliaio di tenaci residenti, ma fortunatamente c'è chi va in controtendenza ed abbandona senza rimpianti i presunti privilegi di città per scegliere la qualità della vita che queste contrade possono garantire, come poche altre realtà in tutta Italia.
"Quassù sono venuti turisti dalla Toscana e dal Trentino- conferma Marco Adriani, imprenditore quarantasettenne che da poco ha ultimato la ristrutturazione di uno splendido Agriturismo, "Il Maggiociondolo", in località Dova Superiore- sono rimasti estasiati dal panorama, mi hanno confidato che nemmeno dalle loro parti hanno trovato qualcosa di simile. Questa folgorazione io l'ho avuta cinque anni fa, salendo in bicicletta: ho capito che qui avrei passato il resto della mia vita". Mica facile a dirsi, per un alto dirigente in carriera, da sempre alle prese con riunioni e bilanci nell'azienda di famiglia, la Coges di Schio (leader nei sistemi di pagamento), tra l'altro prossima ad una fusione con una multinazionale spagnola. "Lì è arrivato il bivio, il mio Sliding Door (dal titolo di un celebre film con Gwineth Paltrow, ndr). Mi fu proposto di diventare direttore della business unit, con l'impegno di andare spesso nella sede centrale di Pamplona, ma proprio allora stavo immaginando di ristrutturare un rustico che avevo comperato al Tretto per trasformarlo in un'attività commerciale in cui sarei stato coinvolto decisamente troppo per poter anche fare il dirigente. Giacca e cravatta o polo e scarponcini? Questo era il dilemma, che ho risolto col cuore e non di testa, altrimenti mai avrei saputo fare la scelta che ho fatto. Sono andato a correre tra i campi ed in un quarto d'ora ho deciso, declinando l'offerta degli spagnoli...non mi sono affatto pentito di aver rinunciato a lauti guadagni e visibilità , anche se il mio lavoro lo facevo con autentica passione. Qui sto meglio e vivo meglio, anche mia moglie ha dovuto arrendersi all'evidenza". Con i risparmi e la liquidazione, Marco Adriani si è gettato a capofitto in questa nuova avventura, confezionando su misura un piccolo paradiso, immerso nel verde e nella luce, aperto tutto l'anno. "Il nome Maggiociondolo l'ho preso da un arbusto che fiorisce come il glicine, in maggio qui a 600 metri d'altezza e in giugno sul Novegno. Offro 18 posti letto in camerette in legno, una diversa dall'altra (c'è persino il pensatoio!) ed una colazione preparata personalmente con ciò che coltivo qui: more, mirtilli, lamponi, mandorle, mele. Produco anche yogurt, pane, dolci, marmellate e succhi di frutta; le uniche cose che compero fuori sono il latte e lo zucchero, quest'ultimo rigorosamente biologico. Ho messo l'Agriturismo sul web, ma le prime comitive sono arrivate dal mondo della musica, grazie ad un passaparola: infatti si è fermata, sempre per caso, una famosa violoncellista dell'orchestra di Berlino che poi ha voluto organizzare qui una Masterclass, cioè una serie di lezioni ad altri professionisti, arrivati da tutta Europa. Suonavano sotto gli aceri, in giardino, a ridosso dei portici e recentemente mi hanno pure regalato un concerto che ha attirato tanta gente. Poi ci sono i corsi di "camminate consapevoli", una sorta di trekking sostenibile adatto a tutti, senza pretese estreme, che permette anche di meditare, oltre a tanti rappresentanti o dirigenti che in settimana sono a Schio per lavoro e vogliono veramente staccare, preferendo questa soluzione agli Hotel tradizionali. Nei week-end infine ospito chi vuole relax assoluto, perchè qui ad una certa ora c'è vero silenzio, al massimo senti il volo dei mosconi, ed ho pure una sala adatta a matrimoni e feste, con ingresso separato. Siamo fuori dal mondo, ma in fondo ad un quarto d'ora dall'uscita autostradale; comunque chi arriva quassù lascia l'auto e poi spesso non la accende più per tutto il soggiorno, visto che abbiamo decine di sentieri a disposizione, il ristorante convenzionato a cinque minuti di cammino e le varie contrade vicinissime in linea d'aria. Ripeto, io qui sto benissimo, sto cercando di migliorarmi in cucina ed ho la fortuna di poter conoscere non più solo superficialmente tanta gente diversa, non mi mancano neppure gli amici perchè ora fanno a gara per venirmi a trovare, quando trovano un pò di tempo. Schio giustamente per anni ha puntato sulla sua veste industriale, ma ora farebbe bene a valorizzare questi luoghi unici, a creare pacchetti e percorsi turistici. Personalmente ho dato la mia disponibilità a dare una mano in una speciale commissione di sviluppo turistico di questo splendido territorio, sono stato pure l'unico operatore che ha portato depliant al Cit, uno sportello che purtroppo funziona molto al di sotto delle effettive potenzialità . Bisognerebbe pensare ad una sinergia d'offerta con la città , culturale e storico-paesaggistica, altrimenti ci si accontenta solo del "mordi e fuggi". Pensate che non esiste neppure una vera cartina topografica del territorio dei Tretti. Paola Bogotto Fasolato ha una storia diversa, ma con lo stesso minimo comun denominatore di Adriani. Con suo marito ha atteso pazientemente 10 anni per poter coronare il suo sogno di vivere e lavorare qui, sempre nel campo della ristorazione. "Stiamo assieme da 28 anni e lavorando assieme abbiamo girato ristoranti e resort tra i più prestigiosi di Toscana, Alto Adige e Venezia, io in sala e lui in cucina. All'inizio di soldi ne giravano pochini, ci sostenevano il nostro affiatamento e la passione per l'attività , perchè gli orari sono pesanti e non permettono alcuna vita sociale. Al Metropole di Venezia, tra mille sacrifici, è arrivata anche la soddisfazione di ottenere due stelle Michelin: un riconoscimento che in laguna non ricevevano dagli anni '70. Sono arrivati i figli e, nel frattempo, avevamo adocchiato un rudere a contrà Quartiero, dove avremmo voluto creare qualcosa di finalmente tutto nostro, però allora non era disponibile. Non ci siamo affatto rassegnati ed abbiamo atteso che fosse in vendita, tornando praticamente ogni anno, perchè qui sono le nostre radici e qui volevamo chiudere il cerchio, fare la scelta di vita definitiva dopo tanto girovagare. Lavorare sarebbe stato ugualmente pesante e con gli stessi orari, ma...vuoi mettere? Oggi l'occasaione è arrivata e dobbiamo solo attendere i tempi burocratici per le varie autorizzazioni di legge. Abbiamo comperato oltre 52.000 mq di terra incolta da mezzo secolo, la stiamo ripulendo ed abbiamo recuperato precedenti terrazzamenti; vi pianteremo vitigni rossi autoctoni. Intanto stiamo ultimando la ristrutturazione dell'edificio, che sarà un Ristorante con cantina: si chiamerà "Spinèchile", in dialetto spigolo della montagna, ed offrirà una cucina colorata, creativa, con rielaborazione di piatti tipici e prodotti del nostro orto. Partiremo a Settembre e in breve apriremo anche delle camere, nel frattempo ospitiamo amici ed organizziamo corsi per addetti ai lavori nell'Azienda Agricola. Contiamo su chi ci conosce e sui tanti clienti che abbiamo avuto nella nostra...prima vita lavorativa, oltre che sul passaparola. In attesa di un vero marketing istituzionale del territorio, noi operatori ci arrangiamo nel cross-selling e facciamo sinergie: una coppia di Piacenza che ci è venuta a trovare è rimasta così contenta del posto che voleva assolutamente prolungare il suo soggiorno, così li ho spediti da Adriani al Maggiociondolo. Un altro paio di poblemi da risolvere sono l'assenza di copertura di telefonia mobile e la scarsa illuminazione, ma se abbiamo scelto di stare qui è perchè ci piacciono anche questi piccoli disagi di altri tempi: mio figlio si fa pure qualche chilometro a piedi per prendere l'autobus scolatico e non lo vedo mai sbuffare". C'è di più, in questa scelta estrema, la famiglia Fasolato ha deciso pure di privarsi per sempre della insostituibile tv. Ma come si fa a sopravvivere senza il telecomando? "Non mi manca proprio per niente- taglia corto, con un sorriso, la giovanissima figlia di Paola, Veronica- leggo parecchio, do una mano nell'attività familiare, bado ai cani, studio... insomma non c'è tempo di annoiarsi con la tv". Come darle torto?
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