Il giovane comunista Bruzzo racconta l'incontro con Pizziol
Domenica 4 Marzo 2012 alle 17:20 | 0 commenti
Comunisti dal Vescovo a parlare di famiglia anagrafica e coppie di fatto. È successo a Vicenza con il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Giuliano Ezzelini Storti, e il coordinatore provinciale dei Giovani Comunisti, Cosimo Bruzzo, che si sono recati in curia per incontrarsi con mons. Beniamino Pizziol e don Alessio Graziani. Un confronto non tanto fra il diavolo e l'acqua santa ma, fatte le debite proporzioni, un dibattito che rievoca Togliatti e De Gasperi sui banchi dell'Assemblea Costituente.
E infatti in un clima di riconoscimento reciproco («Siamo molto diversi ma, per esempio, è innegabile il lavoro che fa la Chiesa per aiutare i più bisognosi, cosa che anche da parte nostra facciamo», ha affermato Bruzzo), oltre all'argomento delle coppie di fatto, proprio di principi costituzionali si è parlato nelle sale della curia vicentina, come testimonia in questa intervista il ventiduenne Cosimo Bruzzo.
Per comunicare, com'è che due rappresentanti di Rifondazione Comunista sono finiti a parlare con il Vescovo?
Io e Giuliano Ezzelini Storti abbiamo scritto una lettera al Vescovo chiedendo un incontro per discutere sul rilascio del certificato di costituzione di famiglia anagrafica per vincoli affettivi. Nella lettera, richiamata la figura di Gesù che professava amore e dava un messaggio di speranza in un momento storico di guerre feroci e violente, spiegavamo come fosse secondo noi necessario intavolare un dialogo per parlare di questioni delicate come quella dei diritti delle coppie di fatto. Soprattutto per superare quelle contrapposizioni sterili e quel fuoco di sbarramento tra le diverse posizioni per cui alla fine non si riesce ad arrivare da nessuna parte. La lettera era quasi una provocazione, invece siamo stati convocati: è stata una piacevole sorpresa.
Com'è stato il primo impatto con Pizziol?
Il Vescovo è stato molto disponibile e anche se tra noi si mantengono posizioni diverse, abbiamo espresso uno stesso livello di preoccupazione riguardo la disoccupazione giovanile e il disagio sociale per la perdita di posti di lavoro che si vive qui nel Vicentino, zona in cui il lavoro è sentito come un qualcosa che quasi qualifica la persona in quanto tale.
Come giovane comunista, qual è stato il tuo contributo al dibattito?
In quella stanza ho portato anche io le medesime preoccupazioni e poi ho parlato della questione delle coppie di fatto descrivendo il certificato di famiglia anagrafica come un modo concreto per evitare piccole e grandi discriminazioni. Ad esempio per quanto riguarda l'assegnazione delle case popolari.
E la risposta del Vescovo?
Entrambe le parti hanno di fatto ribadito posizioni già espresse, con noi che siamo favorevoli alle unioni civili omo ed eterosessuali e la Chiesa che non apre. Ma è stato molto significativo come il Vescovo abbia sottolineato come le persone omofile, così le ha chiamate, non vadano discriminate essendo persone di Dio. Per noi è un segnale di apertura, anche se è chiaro che per la Chiesa ci sono dei valori, come il sacramento del matrimonio, inderogabili. Però mi ha colpito che si sia concordato sul fatto che queste siano cose che in democrazia le decidono i cittadini e che non sia possibile che una parte prevarichi su un'altra.
Un confronto ci può essere quindi...
Sì, non a caso abbiamo parlato anche della Costituzione Repubblicana come esempio altissimo di sintesi e compromesso tra forze politiche, cattoliche e comuniste, molto diverse tra loro. Magari oggi ci fosse una classe politica di quel livello... Il Vescovo ha poi citato Don Milani che nel suo quartiere si trovava a confronto con molte persone di cultura comunista con cui ha sempre mantenuto un rapporto cordiale. Questa citazione di un sacerdote sempre apprezzato a sinistra non mi ha certo lasciato indifferente.
Vi rincontrerete?
Sì, abbiamo dato disponibilità di eventuali altri confronti su temi civili, morali e intellettuali; sicuramente mi piacerebbe sapere cosa ne pensa il Vescovo dell'attuale fase della politica nazionale.
Cosa rimarrà di questo incontro?
Anche se siamo su posizioni diverse, con questo incontro siamo riusciti a dimostrare che parlare con tutti si può, magari per cercare di raggiungere alte mediazioni.
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