Il Giornale di Vicenza perde ancora copie: il 2,5% su base mese e il 7,2% su base annua
Venerdi 13 Giugno 2014 alle 23:39 | 0 commenti
Dopo un paio di mesi di sostanziale tenuta Il Giornale di Vicenza torna a perdere copie mese su mese e anno su anno e rischia di diventare un Gatto di Vicenza sempre più solitario e con peli più radi di quelli che da tempo pavoneggia senza guardarsi intorno. In tutti i sensi. Ad aprile 2014, come comunica l'Ads, l'Accertamento Diffusione Stampa, il "totale vendita cartacea + digitale", infatti, è di 33.129 copie contro le 34.026 di marzo con una perdita media giornaliera di 897 vendite pari a un meno 2,6% mese su mese.
Analoga è la situazione per il "totale diffusione cartacea + digitale", che comprende voci come gli omaggi e gli abbonamenti gratuiti e che scende a 34.052 copie contro le 34.941 di marzo con 889 quotidiani diffusi al giorno e un meno 2,5%. Su base annua le copie giornaliere vendute passano da 35.682 di aprile 2013 alle 33.129 di aprile 2014 (meno 2.553 di vendite giornaliere pari a un meno 7,2%) e analogamente il "totale diffusione cartacea + digitale", passa da 36.619 quotidiani diffusi ad aprile 2013 ai 34.052 di aprile 2013 (meno 2567 copie e meno 7,0%).
A peggiorare la situazione e a preoccupare ulteriormente da tempo i vertici di Athesis, l'editrice, di proprietà di Confindustria Vicenza e Verona, del GdV e di altri media veneti, come L'Arena di Verona e Brescia oltre al quotidiano di Mantova e a Tele Arena, sono i criteri che usa l'Ads.
L'Accertamento Diffusione Stampa ora, infatti, accorpa i dati di venduto in edicola con altri dati, tra cui quelli delle copie digitali e altre voci non propriamente chiare, e per "addolcire" ulteriormente per tutti i media la situazione di crisi che attanaglia gran parte di loro utilizza non più rilevazioni indipendenti ma le dichiarazioni degli stessi editori. Quindi quei segni negativi (meno 2,6% sul mese e meno 7,2% su base annua) sono almeno i migliori possibili e danno conto anche delle cadute tariffarie degli spazi pubblicitari nonostante la quantità ben visibile di avvisi di enti e istituzioni pubbliche e parapubbliche a sostegno del quotidiano confindustriale.
In questo quadro prendono consistenza le voci della possibile sostituzione del direttore, Ario Gervasutti, e di tagli al personale.
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