Il GdV dà ancora i numeri. Variati e i cittadini ora lo sanno per la seconda volta
Mercoledi 19 Giugno 2013 alle 23:40 | 4 commenti
Domenica 16 giugno, mentre leggevamo doverosamente Il Giornale di Vicenza, il quotidiano di Confindustria locale e, quindi, parente oltre che emulo del prestigioso Il Sole 24 Ore di proprietà di Confindustria nazionale, ci ha colpito la notizia sparata a pagina 42: «ogni giorno nella provincia di Vicenza sono 316.000 i lettori di quotidiani» (vedi immagine).
Visto che sono 858.732 i residenti nel Vicentino al 1° gennaio 2012 (dati Istat elaborati da Tuttitalia.it), se escludessimo tra i possibili lettori tipo dei quotidiani i ragazzi under 15, che al 1° gennaio 2012 erano 131.017, e gli stranieri (circa 100.000 secondo la stessa fonte),  316.000 lettori su un target possibile di poco più di 600.000 non relegherebbero di certo il nostro territorio tra i meno attenti alla stampa quotidiana.
Sempre sul quotidiano di Via Fermi alla stessa pagina la notizia sul numero totale dei lettori viene, giustamente e orgogliosamente, completata col numero di quanti giornalmente sfogliano il giornale leader d'area: di quei 316.000 lettori giornalieri del Vicentino «il 76% legge Il Giornale di Vicenza». Cioè, tra acquirenti diretti del giornale in edicola, abbonati, lettori in famiglia, di gruppo e nei luoghi pubblici, oltre 240.000 vicentini in grado di leggere lo fanno sulle pagine del foglio diretto dal collega Ario Gervasutti.
Che, attendibile qual è, cita la fonte di questi dati, e cioè "AUDIPRESS 2012/III - Indagine sulla lettura dei quotidiani e dei periodici in Italia" relativa all'ultimo trimestre 2012. E non più Audipress 2012/I (primo trimestre) che il GdV sbandierava con i relativi 305.000 lettori per convincere gli inserzionisti delle politiche di febbraio 2013 a pagare con soldi spesso pubblici le pagine di un giornale che avrebbe dovuto perlomeno dichiarare i dati di Audipress 2012/II (secondo trimestre 2012) con solo 265.000 lettori se non proprio l'Audipress 2012/III che domenica ha usato per proclamare il suo 76% di lettori in città e provincia grazie al totale di 243.000 che risulta da questa indagine.
Allora dovemmo denunciare noi e pubblicamente il falso prima che il GdV cambiasse la pubblicità , che comunque aveva pubblicato più volte, per sostituirla con una senza numeri...
Domenica 16 il GdV i numeri li ha dati di nuovo. Perché l'Audipress citata è ancora una volta vecchia e, guarda caso, la più favorevole (e non ci venga a dire che si citano percentuali e non numeri, perché la giustificazione sarebbe ridicola visto che il messaggio trasmesso è chiaramente "il 76% di 316.000").
L'indagine attuale, che dice che i lettori medi sono scesi di un altro 6,6% fino a 227.000 di marzo (a fronte di solo 31.634 copie vendute in edicola in quel mese, questo è l'altro "numero" indiscutibile), è l'Audipress 2013/I disponibile per tutti sul mensile ufficiale Prima Comunicazione anche online dal 27 maggio 2013 mentre l'editore Athesis/Confindustria e il direttore dovrebbero avere avuto quei dati anche ben prima tramite i loro canali ufficiali.
Dovremmo fare questa volta quello che per rispetto dei colleghi non abbiamo fatto a febbraio, citare cioè presso l'Authority competente chi bara sui numeri, a danno della concorrenza leale e di chi compra pubblicità ?
Forse sì anche perché non è solo un problema, risolvibile, per le aziende private che sbagliano ancora anche per i prezzi che pagano e che sono evidentemente associati alla falsa diffusione esibita: ora sono state avvisate due volte e se errare è umano ... perseverare le danneggia.
Ma il problema è anche "pubblico" perchè su quel giornale, che pure accede in qualche misura ai contributi dello Stato, proliferano le pagine pagate dai cittadini contribuenti grazie agli acquisti effettuati con la responsabilità  diretta del sindaco Variati per i budget di enti partecipati o controllati dal Comune e indiretta per le aziende controllate come Aim, che, intanto, per far quadrare i conti chiede sacrifici e tagli anche ai lavoratori.
Ma forse potrebbe bastare che continuino a dare il loro giudizio i lettori e non l'Authority perché se il GdV droga costantemente il mercato pubblicitario locale sbandierando numeri addomesticati, sono sempre meno quelli che si chiedono ancora perché sia passato dai 305.000 lettori medi di Audipress 2012/I ai 227.000 di Audipress 2013/I, l'ultima disponibile, che decreta che il 25,575 dei lettori (uno su quattro) ha abbandonato Ario & C.
Si possono avere tutte le linee editoriali che si vogliono, ma barare, per proprio interesse, sulle notizie non è da quotidiano che si rispetti.Â
Se questo avviene per il numero di quelli che leggono il giornale, si saranno chiesto gli 88.000 lettori che prima lo sfogliavano interessati e ora non più, perché dovrebbero essere credibili e indipendenti le altre notizie?Â
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