Il futuro della Faci a 100 anni dalla sua istituzione
Lunedi 13 Marzo 2017 alle 17:21 | 0 commenti
Solidarietà , formazione e cultura. Sono queste le tre direttrici su cui deve giocarsi il futuro della Federazione tra le Associazioni del Clero in Italia (Faci), a 100 anni dalla sua istituzione. "Bisogna insistere sulla fraternità , non solo nella sua dimensione comunionale, ma anche organizzativa, mettendo insieme cioè gli aspetti economici, relazionali e abitativi", ha sottolineato monsignor Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza, intervenendo al Convegno "Essere preti oggi: da un secolo di Faci al futuro" che oggi ha ufficialmente dato il via, a Vicenza, alle celebrazioni per il centenario. L'incontro, che si è svolto nella cornice di Koinè, la 17° rassegna internazionale di arredi, oggetti liturgici e componenti per l'edilizia di culto, si è aperto con il saluto del presidente nazionale, don Francesco Scalmati, che a nome della Faci ha voluto ringraziare papa Francesco, nel giorno del quarto anniversario della sua elezione, assicurando che "i convegnisti pregano per lui e per un ricco e fecondo apostolato a servizio della Chiesa".
L'evento di Vicenza ha avuto l'obiettivo di fare memoria dei risultati raggiunti dalla Faci nel corso degli anni attraverso la relazione di monsignor Antonio Marangoni, presidente dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Vicenza, ma anche di interrogarsi sul contributo che il mutato contesto sociale ed ecclesiale richiede. Di fronte "ad una contrazione del clero e all'aumento della sua età media, alla fatica che la rete parrocchiale fa a seguire il cambiamento di distribuzione della popolazione sul territorio, alla sempre minore propensione delle comunità a sostenere i loro sacerdoti e alla diminuzione del flusso dei fondi drenati dall'otto per mille", ha spiegato monsignor Giuseppe Baturi, sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana, la Faci è chiamata a ripensare il suo ruolo. "Il suo - ha osservato Baturi - sarà un grande futuro se riuscirà a sintonizzarsi con i nuovi scenari, sapendo essere punto di riflessione per cercare soluzioni convergenti, erogare servizi e sperimentare forme nuove e creative di solidarietà tra sacerdoti e tra comunità ".
Ecco allora che "la formazione potrebbe essere una via privilegiata per il rilancio della Federazione", ha aggiunto monsignor Umberto Oltolini, consigliere nazionale della Faci, per il quale è necessario "dare forma, far crescere una mentalità , favorire atteggiamenti corretti e virtuosi". È fondamentale, ha affermato, "formare ad un corretto uso dei beni nello spirito della sobrietà e della condivisione, tenere alto il principio dei fini senza confonderli con i mezzi, educare alla condivisione con le parrocchie che hanno meno risorse e aiutare a considerare il compito amministrativo importante quanto quello pastorale per una responsabilità integrale". Secondo monsignor Oltolini, infine, è strategico "coltivare il rapporto con i laici competenti" e questo "per motivi comunionali e non solo per alleggerire il lavoro del parroco".
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.