Il futuro del consumo a credito è negli stranieri e negli over 65
Martedi 2 Febbraio 2016 alle 17:40 | 0 commenti
Leggere il futuro non è una pratica per soli chiromanti. Interpretare i tempi che verranno, anticipare le tendenze economiche, sociali e demografiche è una sfida per tutto il mondo produttivo, economico e politico. Anche l'uomo "comune" ha il proprio peso specifico in questo processo, con i propri acquisti indirizza il mercato, con i propri risparmi è l'attore principale da tenere in considerazione per costruire il gioco della domanda e dell'offerta. Ecco che studiare in prospettiva quello che sarà l'andamento dei mercati nei prossimi anni diventa una sfida cruciale per essere competitivi nel medio e lungo termine.
È con questo scopo che ogni anno Findomestic pubblica i risultati di un lungo e complesso lavoro di analisi sulle tendenze di consumo di beni durevoli nel territorio italiano. In particolare si concentrano su quei beni mobili che sono, appunto, durevoli nel tempo, come auto, veicoli, elettrodomestici, informatica, mobili e arredamento, ma nel farlo è possibile tracciare un quadro anche sulla situazione sociale che fa e farà da contorno all'attività di acquisto.
Due sono le questioni fondamentali che ci si ritroverà ad affrontare almeno nei prossimi quindici anni: l'allungamento della durata media della vita e la presenza sempre più massiccia di stranieri nel nostro paese.
La popolazione invecchia. Sembra essere un sentito dire, ma è vero che gli over 65 nel 1971 erano circa 6 milioni (l'11,2% della popolazione), mentre ora sono più del doppio, e superano i 13 milioni (il 21,7%), e nel 2050 le stime prevedono ci sarà almeno un over 65 ogni tre persone. A una longevità sempre più diffusa non viene però data una connotazione positiva. La "vecchiaia" non è più percepita come un periodo della vita in cui potersi godere la propria serenità e raccogliere il frutto del lavoro di una vita, ma un'età in cui si rischia di diventare una spesa sociale in termini di pensione e assistenza socio-sanitaria. Le prospettive sono quelle di passare da una generazione di pensionati "silver" dotati di una pensione alta e in grado di "godersi la vecchiaia" a una generazione di pensionati "bronze", con prospettive di vita più pessimistiche, welfare ridotti e meno potere d'acquisto. Si disegnerà tuttavia una nuova figura dell'anziano, che vuole sempre di più rimanere "connesso", al passo con la tecnologia e in grado di interagire anche con le nuove generazioni (e vi basterà guardare un po' di pubblicità per vedere che in fetti l'"anziano tecnologico" è una figura sempre più ricorrente). Rimane il fatto che una parte sempre più consistente del potere d'acquisto si sposterà sugli anziani, al punto che già in questo periodo è possibile estendere la durata dei finanziamenti per gli acquisti fino all'età di 85 anni.
Il secondo macrotema che interesserà i prossimi quindici anni è quello dell'immigrazione. Gli stranieri in italia oggi sono l'8,2% della popolazione (anche se a Vicenza le statistiche dicono essercene di più), ma nel 1981 erano molti meno, solo lo 0,4%. Sulla presenza degli immigrati in Italia la popolazione italiana è divisa: in molti li vedono come una risorsa, e si aspettano un futuro multiculturale, altri li considerano una "minaccia" e prevedono una società meno sicura. Il mercato, però, si sta adeguando anche alle loro esigenze. Gli acquisti a credito degli stranieri sono di entità piuttosto modesta, riguardano solitamente i singoli grandi elettrodomestici, e sono complicati dai tempi burocratici dei rinnovamenti dei visti e dei permessi di soggiorno.
A complicare ulteriormente i tempi dei finanziamenti sono le nuove forme di assunzione e di contratti di lavoro, i contratti a tempo determinato, e le collaborazioni occasionali, a cui bisogna adeguarsi per erogare prestiti di durata ridotta (ad esempio, a contratti annuali possono corrispondere finanziamenti della durata massima di un anno).
Insomma, come si è visto i fattori da tenere in considerazione non sono solo questi due: temi come la disoccupazione, la preoccupazione per un possibile conflitto armato e il terrorismo internazionale, la disoccupazione, sono, insieme a quelli già citati, i "temi caldi" del futuro prossimo, e che guideranno e saranno guidati dall'andamento generale dell'economia.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.