Aveva la passione per i quadri, anche quelli del ’700, Vincenzo Consoli, “dominus†per anni di Veneto Banca, ora finito ai domiciliari con l’accusa di ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio. Infatti, quando gli uomini della Guardia di Finanza, due giorni fa, sono entrati nel suo appartamento a Vicenza hanno trovato diverse tele di valore, ora finite nella lista dei beni sequestrati. La casa di per sé è già molto prestigiosa: un palazzotto su più piani di oltre 500 metri quadri, con altrettanti di giardino e spazi esterni, dove ora Consoli sta scontando la misura cautelare emessa dal gip di Roma, Vilma Passamonti.
Nella villa è stata stilata la lista di una serie di beni sottoposti a sequestro preventivo, che deve arrivare a ricoprire la cifra totale di 45 milioni di euro, come hanno richiesto i pm romani titolari dell’inchiesta, Stefano Pesci, Maria Calabretta e Rodolfo Sabelli. Nella lista così ci sono finite anche tele di valore: come quella di Andrea Casali, pittore italiano esponente del periodo Rococò morto nel 1784. La tela è la “Madonna Addolorataâ€. Oppure “Giardino con laghetti e salice†di Teodoro Wolf Ferrari dal valore di 25 mila euro e “Omaggio floreale†di Salvatore Fiume, 13 mila euro. Venti mila invece è il valore del quadro “Prospettiva su Parigi†di Tommaso Ottieri. Tutte tele con i certificati di autenticità e quindi acquistate regolarmente. Oltre ai dipinti, tra i beni sequestrati ci sono anche due cassettoni, uno che vale 70 mila euro, l’altro da 160 mila, ceramiche varie e un tavolino da 15 mila euro.
In queste ore, gli uomini del nucleo valutario della Guardia di Finanza, guidato da Giuseppe Bottillo, e i colleghi del Tributario di Venezia, stanno analizzando i conti correnti riconducibili al banchiere, come pure stanno studiando le carte sequestrate non solo a casa di Consoli, ma anche degli altri indagati: con l’ex amministratore delegato, ci sono infatti altre 14 persone finite sotto inchiesta, tra questi alcuni membri del vecchio collegio sindacale e dell’ex governance dell’istituto. Indagato anche Flavio Trinca che è stato presidente del cda di Veneto Banca dal 1997 al 2014. L’inchiesta riguarda le operazioni cosiddette “baciateâ€: ossia la concessione di finanziamenti a clienti importanti che avrebbero dovuto però acquistare azioni della banca stessa. Una parte degli azionisti, secondo il gip che ha emesso la misura nei confronti di Consoli, era gestito ancora da Consoli: il cosiddetto “grande capitale†di cui il banchiere si definisce in una telefonata “unico conoscitoreâ€, “con ciò riferendosi – scrive il gip – a quella fetta di azionariato su cui Consoli ha poggiato la propria deviata politica aziendaleâ€.
Documentazione è stata sequestrata anche nella mega casa di Consoli, che secondo gli investigatori non si aspettava affatto né la perquisizione né la misura cautelare: infatti vari documenti sono stati trovati sul tavolo del salone, in bella mostra quando sono entrati i finanzieri. Venerdì prossimo è fissato l’interrogatorio di garanzia del banchiere.Â