Il Fatto Quotidiano e la "supercazzola" vicentina dell'anfiteatro: "avallo del sito del Mibact..."
Giovedi 3 Novembre 2016 alle 00:53 | 1 commenti
Che bisogno c’è di vendere la Fontana di Trevi quando si può avere a domicilio un Colosseo su misura, e farlo visitare per la modica cifra di 40 euro con l’avallo del sito del Mibact? Questo avrà pensato Franco Malosso von Rosenfranz, emulo mitteleuropeo di Totòtruffa62, nel presentare al mondo il suo Anfiteatro Marittimo Berico ancorato sulle colline del Vicentino, a suo dire scoperto per caso nel parco di una villa di Arcugnano. Se la truffa di Totò era durata il tempo di uno sketch, l’epopea dell’anfiteatro romano spuntato come un fungo tra i boschi del Veneto è andata avanti per mesi a gonfie vele.
“È passato di qui anche Giulio Cesare insieme con Cleopatraâ€, spiegava Malosso ai visitatori, precisando di essere un Von Rosenfranz da parte di madre.
A dire il vero sembrerebbe discendere dal conte Nello Mascetti, vista la supercazzola d’epoca: un campo dei miracoli che oltre al teatro imperiale comprende resti di templi pagani, il luogo dello sbarco degli Henetoi (i Veneti primitivi) e quello dove visse Giulietta prima di fidanzarsi con Romeo. Tutti ad Arcugnano, da Giulio Cesare a Shakespeare. Meglio della Leopolda. L’Anfiteatro Marittimo entra di diritto nella top ten delle patacche dell’arte assieme alla Fontana di Trevi di Totò e alle teste di Modigliani ritrovate a Livorno, ma con qualcosa che ci parla dei nostri tempi dove la Rete ha allargato la credulità a dismisura. Prima che la Soprintendenza dichiarasse nero su bianco che “nel sito di Arcugnano non c’è nulla di autenticoâ€, alla scoperta del conte Franco von Mascetti ha abboccato anche culturitalia.it, che fa capo al ministero dei Beni culturali. Nel giugno scorso aveva annunciato in un post la scoperta di questa “perla archeologica del territorio paleovenetoâ€. Perla o pirla? Paleoveneto, Hentenoi, come se fosse antani… Potenza dello storytelling: non siamo più in un film di Totò, siamo nell’Italia di Renzi.
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( Friedrich Nietzsche )
Franco von Rosenfranz è una persona geniale, straordinaria. Con la cultura e con la musica è riuscito a trasformare un campo, forse una discarica abusiva alle porte di Vicenza, in un porto, così alto, da poter comunicare con gli Angeli. Lo ha fatto con maestria. Da un laghetto prosciugato, ha creato il suo palcoscenico per parlare di Celti, di Veneti, dei Greci e dei Romani, di popoli e di culture, di migrazioni,….di musica. Ha capito che si può fare economia anche sulla necessita dei cittadini di sognare. E’ sulla necessità di sognare dei cittadini che Franco von Rosenfranz ha ideato il suo messaggio alla città di Vicenza, la città del Palladio, con i suoi monumenti, veri, umiliati da scelte urbanistiche che gridano allo scandalo. Giuliano Negrini