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Il Fatto: “Le venete decotte hanno soltanto un mese di tempo”

Di Rassegna Stampa Giovedi 1 Giugno 2017 alle 09:45 | 0 commenti

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La frase è sibillina ma dirompente per i destinatari a cui è indirizzata: "Nella gestione delle crisi bancarie e nella tutela della stabilità finanziaria - spiega Ignazio Visco nelle sue considerazioni finali riferendosi alle regole europee - la frammentazione dei poteri tra un numero elevato di autorità finisce talvolta col rendere difficile l'individuazione delle misure da prendere, rallenta azioni che, per essere efficaci, richiederebbero invece estrema rapidità". L'estrema rapidità di cui parla il governatore di Bankitalia è quella richiesta per la gestione della crisi delle due banche popolari venete. Il messaggio è per la Commissione europea: una richiesta implicita di non ritardare ulteriormente la risoluzione di una crisi che spaventa governo e Banca d'Italia. "Non ci sono alternative al salvataggio statale", spiega in serata Matteo Renzi, evitando promesse che equivarrebbero a prendersi la responsabilità degli esiti.

Da ieri c'è anche una scadenza. Secondo la Commissione europea entro giugno va trovato un accordo. Nel giro di una settimana la Direzione Concorrenza, guidata da Margrethe Vestager ha assestato due colpi micidiali alle speranze dei negoziatori italiani. Prima ha imposto che nel salvataggio pubblico chiesto da Popolare di Vicenza e Veneto banca i privati ci mettano circa 1,5 dei 6,4 miliardi stimati per restare in piedi dopo una fusione dolorosa. Il diktat Ue - arrivato in "via ufficiosa (o solo in via verbale)", ha spiegato il fondo Atlante, azionista dei due istituti - è stato fatto filtrare alla Reuters gettando nel panico il governo. Non è finita. Martedì, sempre l'autorevole agenzia di stampa inglese ha rivelato che "secondo una fonte della Commissione, le due banche andranno in risoluzione se entro la fine di giugno non si troverà un accordo con la Commissione europea sugli aiuti di Stato". Un'eventualità a cui i funzionari di Bruxelles si starebbero preparando. La risoluzione avverrà con l'applicazione del bail-in, le nuove norme europee per cui le perdite di una banca devono essere ripianate in parte da azionisti, obbligazionisti e se serve anche depositanti oltre i 100 mila euro prima che si possa intervenire con soldi pubblici. Secondo Reuters potrebbe essere addirittura il Fondo di risoluzione unico - l'autorità europea per le crisi bancarie - a decidere di staccare la spina alle due banche venete (decisione che spetterebbe alla Bce). Contattata dal Fatto la Direzione Concorrenza non smentisce e si limita alla formula di rito: "La Commissione, la vigilanza della Banca centrale europea e le autorità italiane stanno lavorando a stretto contatto. I colloqui sono costruttivi". Come se si trattasse di un'impresa qualsiasi e non di una banca.

Giovedì scorso il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, in balia dello stallo nei negoziati ha escluso "l'ipotesi di bail-in per le banche venete". Una frase da leggere più come una rassicurazione ai vertici dei due istituti che si erano presentati al Tesoro con l'ipotesi di dimissioni in blocco dopo che, il giorno prima, a Bruxelles gli uomini della Vestager avevano ribadito la richiesta ai privati di metterci più soldi.

Il negoziato con l'Ue per Mps si trascina da sei mesi, ma le venete, per le quali i contatti sono partiti a marzo, non hanno questo tempo. Il fondo Atlante, che ha già iniettato 3,5 miliardi, non ha più soldi in cassa e ha accusato i regolatori Ue di scarsa trasparenza: "Le incertezze impediscono di fatto una decisione per qualunque investitore responsabile". Il resto del sistema bancario non ne vuol sapere. Ieri rumors finanziari riferivano di sondaggi con "fondi di private equity" e investitori del territorio per raccogliere parte dei capitali necessari. Il resto arriverebbe da uno "sconto" sulle richieste Ue a cui lavora il ministero dell'Economia.

Il dossier è seguito personalmente da Paolo Gentiloni. Il premier è dovuto intervenire, a margine del G7 di Taormina, per chiedere ad Angela Merkel di ammorbidire la posizione tedesca, che influenza molto le posizioni della Commissione, senza però ottenere una rassicurazione definitiva. "Bisogna fare in fretta, nei tempi più stretti possibile", ha spiegato ieri l'ad di Vicenza Fabrizio Viola. I due istituti hanno ottenuto nuove garanzie pubbliche sulla liquidità per 3,6 miliardi. Il Tesoro esclude un atto unilaterale che forzi le regole Ue, rimandando lo scontro a un'eventuale procedura d'infrazione. Il motivo? Il decreto con cui a dicembre scorso ha stanziato 20 miliardi per salvare le banche non lo consente.

Carlo Di Foggia - Il Fatto Quotidiano


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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