Il Fatto: Banca Popolare di Vicenza in rosso e mega fuga da 8,8 miliardi dai depositi
Mercoledi 10 Febbraio 2016 alle 10:02 | 0 commenti
Il crollo delle Borse. L'ondata di vendite travolge tutte le Piazze mondiali. Milano la più colpita. La vicentina perde 1,4 miliardi, Veneto Banca chiude il 2015 a -880 milioni. Bancari a picco.
Il rapporto tra capitalizzazione e patrimonio del listino milanese ora è più simile alle piazze di Brasile e Russia. Il settore bancario è in picchiata sia in Europa che negli Usa, ma è a Milano che mostra sprofondi impressionanti. Le banche popolari - quelle che dovrebbero dar vita ai "risiko" di fusioni e aggregazioni pensato da Tesoro e Bankitalia - sono le peggiori.
Ubi Banca cede l'8,8%; Banco Popolare l'8,6%; Bpm l'8,3%, Unicredit il 7,9 e Intesa Sp il 6,2%. Anche Ferrari è tra i peggiori (-5,9%). Dalla quotazione in Borsa il titolo del Cavallino ha perso oltre il 23%: un bagno di sangue per i soci Fca, ma soprattutto per gli azionisti: hanno comprato le azioni a 43 euro, da brand di lusso, ora sceso a 30.
L'ennesimo sprofondo è partito dall'Asia, con Tokyo crollata di oltre il 5% dopo il rafforzamento dello yen che di fatto ha disinnescato le misure espansive della Banca centrale del Giappone...
Ma la misura dei cali è assai diversa: Londra nonostante il crollo dei titoli delle materie prime e dell'energia ha perso "solo" l'1%; Francoforte l'1,1% nonostante le difficoltà di Commerzbank (-5%) e Deustche; Parigi l'1,6%. Valori diversi da Milano e dal comparto bancario italiano.
E il crollo sarebbe stato anche peggiore se PopVicenza e Veneto Banca non avessero comunicato i dati del bilancio 2015 a Borsa chiusa, all'insolito orario delle 20.13 e delle 21.13. La vicentina, prossima alla quotazione in Borsa e a un aumento di capitale a prezzi di saldo (con il rischio bagno di sangue per gli azionisti) chiude l'anno con una perdita di 1,4 miliardi di euro, in aumento rispetto al rosso di 497 milioni del 2014. Sui conti hanno pesato accantonamenti e rettifiche per oltre 2,3 miliardi, la maggior parte dei quali (1.3 miliardi) da perdite su crediti e accantonamenti al fondo rischi e oneri (513 milioni).
Le perdite salgono di 350 milioni rispetto a giugno. Ma il dato da brivido è il deflusso dai conti correnti: in un anno i clienti hanno portato via 8,8 miliardi, una fuga concentrata a fine anno e dovuta - secondo la banca - all'"effetto mediatico" del decreto di novembre del governo che ha anticipato il bail-in su Etruria & C. azzerando circa 2,6 miliardi di euro in mano ai risparmiatori. Ora il fondamentale parametro Common Equity Tier 1 ratio è al 6,65%, in calo rispetto al 10,44% del 2014.
Pessimi dati anche per Veneto Banca: chiude il 2015 con una perdita netta di 882 milioni di euro, alla quale contribuiscono rettifiche su crediti per 754 milioni. Nel periodo la raccolta diretta è scesa a 22,5 miliardi (-5,5% rispetto a settembre 2015).
La gravità della situazione l'ha certificata indirettamente Matteo Renzi. Ieri il premier è intervenuto per annunciare presto "ulteriori misure per consolidare il sistema e incoraggiare i processi di trasformazione e fusione". Stando a quanto filtra, infatti, nel Consiglio dei ministri di stasera approderà , oltre alla riforma delle banche di credito cooperativo e la Garanzia dello stato sulle sofferenze - cioè la bad bank all'italiana - anche misure per velocizzare il recupero dei crediti e un meccanismo per gestire gli eventuali esuberi derivanti dalle fusioni con prepensionamenti ad hoc. Sulle Bcc, i dubbi riguardano la soglia per l'ingresso nella holding unica: molti territori ne avrebbero chiesta una più bassa per creare due gruppi. Il governo è intenzionato anche ad approvare le misure sugli indennizzi ai risparmiatori delle 4 banche, ma "sono ancora oggetto di valutazione".
Di Marco Franchi, da Il Fatto Quotidiano
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