Il clamore sul sì di Trento per la Valdastico Nord
Lunedi 6 Luglio 2015 alle 21:35 | 0 commenti
In A4 si tira un sospiro di sollievo per la possibile proroga della concessione. Scelta obbligata dopo il diktat del governo. Ma in Trentino è polemica. Ugo Rossi «Ci siamo aperti perché finalmente sulla Valdastico nord c'è un meccanismo d'intesa e non di imposizione»
C’era da aspettarselo. Dopo anni di ‘no’ sbandierati in tutte le occasioni, questo cambio di posizione da parte di Trento, con l’apertura quantomeno a una discussione sul tracciato della Valdastico Nord, ha provocato clamore.In Veneto si è tirato un respiro di sollievo perché ha permesso di chiedere alla Ue una proroga alla scadenza della concessione autostradale per l’A4. Il rinnovo della gestione della Brescia–Padova, infatti, è legata ai cantieri per il proseguimento della PiRuBi. In Trentino, invece, si è scatenata la polemica. La giunta provinciale ha giustificato il cambio di rotta con la necessità di modificare la prospettiva, inserendo nella nuova proposta il tema molto vasto delle interconnessioni fra Trentino e Veneto. Una dichiarazione che di fatto riapre i giochi e permette alla Brescia-Padova di guardare con fiducia al traguardo del 2026. A tal proposito, per ammorbidire i toni, il governatore veneto ha proposto un comitato paritetico che studi insieme il percorso migliore.
«C’è stata solo l’apertura di un processo che noi come Trentino abbiamo sempre chiesto - si è affrettato a puntualizzare il presidente Ugo Rossi -. Un processo previsto dalla legge. Finora dal Veneto ci avevano sempre voluto imporre la Valdastico nord, adesso hanno deciso di avviare il meccanismo dell’intesa».
In realtà ciò che avrebbe costretto l’amministrazione trentina a cambiare posizione sarebbe stata la certezza di non potersi opporre alla costruzione della Valdastico Nord, come dichiarato dal governatore veneto Luca Zaia. A quel punto, avendo già ricevuto dal Governo la concessione in house per la propria autostrada, l’A22 del Brennero, non restava che trovare un’uscita onorevole. D’altronde, una parte degli esponenti politici e delle categorie economiche da tempo rivendicano l’arteria stradale. «Alleluja. Dopo 20 anni la sinistra toglie il veto ideologico e incomprensibile sull’infrastruttura. Vent’anni sprecati soprattutto nel rapporto commerciale e turistico con il Veneto» ha commentato Andrea Merler di Civica Trentina. Sulla stessa lunghezza d’onda si pone anche la Lega Nord trentina che esulta alla decisione ma sottolinea «Peccato però che il Trentino abbia perso decenni».
L’approvazione del progetto esecutivo permetterebbe all’A4 di mantenere la gestione dell’arteria autostradale fino al 2026 senza partecipare a una gara internazionale. E con parte dei proventi si finanzierebbe il resto della Valdastico. Due miliardi di euro l’importo previsto, ma il tracciato non è più quello che gli ingegneri dell’A4 avevano studiato anni fa, bocciato più volte dall’amministrazione trentina che ha dato un parere favorevole solo perché il percorso verrà riformulato insieme al Veneto. Sarà il comitato paritetico tra le due regioni a studiare il progetto più consono a entrambi i territori. Il cronoprogramma è serrato: «entro 45 giorni il comitato provvederà a ratificare la sussistenza di tutte le condizioni previste ai fini dell'intesa», come aveva dichiarato Zaia. Poi ci saranno 30 giorni per la redazione del progetto definitivo e l’approvazione del Cipe. Solo a quel punto il Governo italiano potrà richiedere 18 mesi di ulteriore proroga della concessione della Brescia-Padova, in virtù della costruzione dell’arteria stradale. Tempi strettissimi che non lasciano spazio a ripensamenti da parte di Trento, ma ormai l’inversione di marcia è stata imboccata e tutto lascia pensare che questa volta si vada fino in fondo. Ma Rossi non molla e continua a ripetere che «è una questione di traffico. Il primo problema è quello di evitare che il Veneto scarichi traffico sulla Valsugana con la nuova Pedemontana. Nella zona dei laghi e nella bassa Valsugana ci sono grossi problemi. Il secondo problema è legato alla circonvallazione di Trento. Adesso sarà la Serenissima a dover elaborare proposte che risolvano questi problemi e anche a fare analisi di flussi del traffico. Se le soluzioni ci convinceranno e porteranno benefici al Trentino, daremo il nostro assenso, altrimenti diremo di no».Â
di Sofia De Marchi da VeneziePost
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