Il Campiello ha spento le luci rosse, ma non va mantenuto al buio
Lunedi 14 Novembre 2011 alle 18:37 | 0 commenti
Oggi, grazie al consigliere Raffaele Colombara che se ne è fatto promotore e che da tempo segue il problema della prostituzione in particolare nella zona di San Lazzaro (qui la sua intervista), una rappresentanza del consiglio di condominio del Campiello, insieme al relativo amministratore Gaetano De Santi, si è incontrata con la stampa per inviare ai cittadini un messaggio costruttivo su quello che a Vicenza è diventato il simbolo negativo del degrado (nella foto da sx Lanfranco Pinamonti, Giancarlo Tonini, Raffaele Colombara, Gaetano De Santi, ndr).
E per appellarsi all'amministrazione comunale per concordare un progetto che ridia dignità al complesso, dopo gli sforzi, anche economici, sostenuti nel tempo dai proprietari per riqualificarlo. Questo il messaggio sinteticamente consegnato ai media da Giancarlo Tonini e Lanfranco Pinamonti (qui la sua video intervista), due dei circa 100 piccoli proprietari dei 128 mini appartamenti che su due scale compongono il condominio.
Mentre l'architetto ha ricostruito gli antefatti di malaffare e invivibilità del complesso, i due proprietari hanno sottolineato che, se due anni fa circa 60 appartamenti su 128 erano utilizzati da prostitute, viados, travestiti, "ad oggi circa 60 appartamenti sono vuoti e probabilmente solo una decina sono ancora utilizzati da persone che esercitano il mestiere esentasse più antico del mondo.". Questo vuol dire, hanno ribadito, che i proprietari hanno gradualmente liberato con l'aiuto delle forze dell'ordine la gran parte dei locali, preferendo tenerli inizialmente sfitti pur di allontanare la vecchia e negativa clientela e che, contestualmente, hanno attivato anche servizi di controllo da parte di guardie giurate per ridurre al minimo il traffico illecito precedente. Tra le iniziative ricordate, oltre a sistemi più o meno efficaci di chiusura degli accessi alle scale, c'è anche la chiusura con un cancello dell'ingresso dal lato della parrocchia di San Lazzaro, la cui comunità a breve svolgerà alcune attività all'interno del complesso. Ora, però, il problema è far sì che rinasca un utilizzo del complesso che gli restituisca anche quel valore su cui contano i piccoli proprietari per non vanificare i loro investimenti: oggi il valore commerciale, tra vendite dirette e aste giudiziarie, varia tra i 36.000 e i 45.000 euro, per cui anche gli importi di affitto richiesti (circa 250 euro al mese) potrebbero incoraggiare la rinascita di una vita normale al Campiello. Purchè non venga ancora fortemente penalizzato dalla fama negativa e ora in buona parte immeritata che lo accompagna (qui la nota diffusa dai proprietari, ndr).
A "spalleggiare" l'appello di Pinamonti e Tonini è intervenuto Raffaele Colombara, dopo aver sottolineato che la sua iniziativa è nata a livello personale (e, infatti, non c'era a supporto l'ufficio stampa comunale, ndr) e soprattutto per dare visibilità a chi finora si era mosso senza riflettori e in un momento di "calma", in cui il messaggio può essere meglio recepito. "Quello della prostituzione - ha sottolineato il consigliere della Lista variati - è un fenomeno complesso, dalle molte implicazioni sociali, economiche, di sicurezza. Dal punto di vista amministrativo è forte la necessità di un intervento di tipo legislativo; le amministrazioni locali possono intervenire solo in modo contingente. I recenti provvedimenti messi in campo dall'Amministrazione vicentina (come l'istituzione della cosiddetta zona rossa) stanno comunque producendo effetti valutati positivamente. Più complesso è intervenire nell'ambito della prostituzione "in casa", fenomeno superiore per numero a quello "sulla strada": molte ordinanze di altre realtà locali hanno trovato difficoltà applicative. E' tuttavia uno sforzo che può contare sull'appoggio di molti cittadini (proprietari e residenti del Campiello, in questo caso), che si rendono conto di come la collaborazione possa risultare lo strumento vincente.".
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