Il caffè, tra Thiene e Milano
Domenica 6 Maggio 2012 alle 11:45 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 233 di Raffaella Borea
Un caffè non vale l'altro. Tostatura del chicco, aroma, macchiatura e schiumatura certo fanno la differenza, ma la cartina di tornasole, capace di stroncarlo o di elevarlo nell'empireo delle tazzine, è l'animo con cui si assaggia, il tempo che gli si concede, il corollario di luoghi ed emozioni in cui si inserisce.
Le suggestioni di una "chicchera al volo" al bancone di Cova a Milano, mentre Lapo (Elkann) parcheggia la sua Porsche mimetica direttamente sull'ingresso e Mr Pirelli si attavola nella saletta fanè, non saranno mai le stesse di quelle raccolte a Thiene. Il "macchiatone" delle 11 a due passi dal Summano sostituisce al gossip mordi e fuggi meneghino le quattro chiacchiere familiari e contrappone all'ansiogena pausa del "Quadrilatero" l'elogio della lentezza del Corso della buona provincia Veneta. Anche il "mood" con cui si affronta è diverso. Il break all'ombra del Duomo non è un'occasione (meritata) per dimenticare il "dlingdlong" degli appuntamenti calendarizzati sul Laptop, ma è solo una opportunità (lecita) per spostare la riunione dalla sala meeting al tavolo della coffee room. Perché a Milano, da generazioni ormai, il caffè ha ceduto spazio al cugino inglese senza rimpianti ed il bar ha dovuto adeguare la sua essenza. Se a due passi dalla Rinascente il "Deca" si sorseggia nel lounge versione mattutina (più luci e meno appeal) leggendo in solitaria il Times sull'Ipad, ai piedi del Castello (di Thiene) ci si trova invece ancora al bar con l'amico di lunga data e il giornale sotto il braccio. La tazzina single rimane infatti un'attitudine tutta lombarda, che in Veneto sembra raccogliere ancora pochi proseliti. Un vero peccato. Lo sostengo da neo-thienese con attitudini milanesi: non c'è nulla di meglio di concedersi uno stop senza compagnia ad un tavolino con un magazine ed uno schiumatone per riconciliarsi con il mondo. Non c'è amico o amore che possa reggere il confronto. C'è però un aspetto insostituibile ed estremamente seducente in un "ristretto" assaggiato nel cuore di Thiene in una qualsiasi giornata di lavoro: il silenzio. L'assenza di rumore, oltre a rendere l'"orzo" più dolce, il "lungo" quasi infinito e il "macchiatone" quasi un cappuccino, ha il pregio di ridimensionare cose e persone e il merito di stimolare l'ascolto. Si riscopre così che anche "vuole un caffè?" può essere una musica. Con buona pace del tintinnio dei cucchiaini e delle tazzine.
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