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Il «bail-in» fa crescere banche online: al top per sicurezza Fineco, Mediolanum, Fideuram, Banca Generali, Webank, IwBank, CheBanca

Di Rassegna Stampa Lunedi 1 Febbraio 2016 alle 11:42 | 0 commenti

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È vero: ciò che una mano toglie, l'altra dà. Un primo effetto del temibile bail-in è che diversi clienti delle banche tradizionali si stanno riversando in quelle con i promotori. Il salvataggio interno, che coinvolge gli obbligazionisti e i correntisti sopra i 100 mila euro in caso di fallimento della banca, sta spingendo i risparmiatori verso chi può aiutarli con consulenza sul portafoglio titoli. Cercano consigli.

L'accelerata
«Dopo il salvataggio delle quattro banche (Banca Marche, Popolare dell'Etruria, CariChieti e CariFerrara, ndr. ) abbiamo notato un'accelerazione sui nuovi clienti, che storicamente vengono dagli istituti tradizionali - dice Alessandro Foti, amministratore delegato di Fineco che dichiara 112 mila clienti in più nel 2015, contro i +103 mila del 2014 (in tutto 1,048 milioni di correntisti) -. I risparmiatori vogliono avere relazioni con istituti solidi, poco importa che modello di business adottano». «La gente comincia a preoccuparsi sulle obbligazioni bancarie, stanno arrivandoci clienti da altre banche: un migliaio da novembre, ci chiedono di guardare i loro portafogli e valutarli - dice Piermario Motta, amministratore delegato di Banca Generali, 280 mila clienti e 1.750 promotori dichiarati -. Si stanno spostando anche i banker, in un mese ne abbiamo già reclutati dieci. In gennaio la nostra raccolta è salita del 30% rispetto allo stesso mese del 2014. Ma siamo solo all'inizio, ci aspetta un cambiamento epocale».
Il punto è che le banche con reti e online mostrano indici patrimoniali, in generale, più alti. Se non altro perché concedono meno prestiti (quindi hanno meno attività a rischio) e hanno pochi sportelli. L'équipe di Stefano Caselli, prorettore dell'Università Bocconi, ha stilato per Corriere Economia la classifica di queste banche secondo i tre indici patrimoniali (tutti rapportati alle attività ponderate per il rischio, come i prestiti) già utilizzati la settimana scorsa per valutare gli istituti di maggiori dimensioni.
I tre coefficienti
Sono il Cet 1, che misura il capitale primario, il più sano. Il minimo previsto è del 7% (8% per le banche sistemiche), ma la Bce aggiunge una quota, banca per banca. Il Tier1: esprime il capitale allargato, comprese le azioni di risparmio e altri strumenti. Infine il Total capital ratio, l'insieme di tutto il patrimonio. Nelle banche con promotori e online, questi tre indici spesso sono uguali, o mancano il Tier 1 e il Total capital ratio. Sono tutti coefficienti difficili da trovare, perché spesso queste banche non pubblicano bilanci o informative separati, essendo parti di gruppi o semplici marchi. «Secondo Basilea 3, infatti, la valutazione del rischio viene fatta nel bilancio della capogruppo: quello della controllata risulta dunque distorto», dice Caselli. Vediamo i risultati.
In testa alla classifica del Cet1 delle banche con promotori c'è Fineco con il 20,43%, segue Mediolanum con il 18,80%, quindi Banca Generali con il 13,40%. Quarta è Banca Fideuram che appartiene al gruppo Intesa, con l'8,70%: ma nel bilancio 2014 si sottolinea che questo dato non tiene conto né dell'utile 2014 né dei dividendi, diversamente gli indicatori «si sarebbero attestati al 19,2%».
Fra le banche online e dirette spicca Webank (gruppo Bpm) con il 19,96%; seguono IwBank (gruppo Ubi) con il 14,4%, CheBanca! (gruppo Mediobanca) con il 12,50% e Ing con l'11,3%. Per capirsi: tra le dieci banche tradizionali selezionate la scorsa settimana sul Corriere Economia per solidità e convenienza, il Cet1 oscilla tra il 10,4% e il 13,6%.
Per le quotate Fineco, Mediolanum e Banca Generali il livello di capitale è poi particolarmente importante.
L'analisi Bocconi considera anche altri istituti come Banca Sistema che mostra un Cet 1 del 17,88%, Ifis che ha il 15,34% e Ibl con il 9,55% (ma è incentrata sui prestiti).
«Sta crescendo una comunità di banche diverse, specializzate sulla gestione del risparmio e un nuovo modello di web bank, che intercettano l'esigenza di agilità - dice Caselli -. Per loro i requisiti di capitale non hanno la stessa drammatica rilevanza che per le banche che concedono prestiti o devono gestire un'ampia rete di sportelli. Comunque il capitale ha funzione segnaletica: oggi contribuisce alla reputazione».
«In un momento così complesso e turbolento la capacità di valutare lo stato di salute della propria banca assume un'importanza sempre maggiore per i clienti - commenta Gianluca Sichel, amministratore delegato di CheBanca! -. L'appartenenza al gruppo Mediobanca è un nostro elemento di forte rassicurazione». In Fineco i prestiti pesano solo 885 milioni su un attivo di 17,45 miliardi.
«Se ne avessimo di più sarebbe diverso - ammette Foti -, ma il bail-in sta provocando un forte cambiamento nella percezione del rischio. I clienti hanno cominciato a capire che la mancata diversificazione è un errore. Assisteremo a profonde trasformazioni su come gli italiani investono». E che banca scelgono.

di Alessandra Puato, da Il Corriere Economia


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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