Iacopo De Francisco: l'intervista "contestata" del 18 novembre. Per capire dove andava BPVi allora, dove è oggi e dove andrà
Giovedi 21 Gennaio 2016 alle 21:15 | 0 commenti
Abbiamo spiegato prima la genesi della pubblicazione "contrastata" di questa trascrizione completa dell'intervista da noi fatta il 18 novembre scorso a Iacopo De Francisco, vice direttore generale vicario della Banca Popolare di Vicenza, su questioni tecnico strategiche, soprattutto, quindi, organizzative e operative, dell'istituto e l'abbiamo tenuta in caldo per provare prima a capire di più quello che si stava preparando per la banca, per i nuovi azionisti e, soprattutto, per i suoi vecchi soci, oltre 100.000 risparmiatori e piccoli investitori.
Dopo l'intervista del 18 novembre a De Francisco molte, troppe cose rimangono non chiare, per cui ci è sembrato giusto non tenere più in archivio l'intervista completa che, nonostante le resistente trovate e raccontate altrove, vi proponiamo ora.
Per comodità di comprensione abbiamo trascritto tutta l'intervista, con piccole correzioni sintattiche e qualche taglio su reciproci effluvi di parole, ma pubblichiamo a parte il montaggio audio di tutto per consentire a tutti di verificare quanto da noi trascritto e che non ha trovato commenti e aggiornamneti da parte dell'Istituto.
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Egregio dr. Iacopo De Francisco, cosa vuol dire “riformare†o rifondare operativamente la Banca Popolare di Vicenza?
Vuol dire prendere una banca e dire: tutto quello che c’è attorno di corollario non lo facciamo più. E quindi c’è una parte di operatività che sta andando a pulire tutto questo. Quindi stiamo smontando tutti i finance, quello che c’era in Irlanda, stiamo attuando le dismissioni e così via per un primo passaggio per avere una banca che è più snella. Il secondo passaggio è quello di andare a pulire tutti quegli orpelli operativi che ci sono. Questa banca ha 150 filiali in più, sono negozi che perdono, tenere aperto un negozio che perde non ha senso
Spesso vuote queste filiali, non vuote di clienti vuote di operativitÃ
Vuote di operatività vuol dire che ha anche pochi clienti. Tutte le banche europee hanno questo problema, lo ha anche la Popolare di Vicenza. Vuol dire andare a portare avanti quel tipo di intervento relativamente al personale per cui dopo la negoziazione con le organizzazioni sindacali arriveremo ad avere una banca che potrà lavorare con circa 600 persone in meno e ne assumerà 180: quindi giovani, professionals e così via. Vuol dire poi andare a fare una grande azione di pulizia, efficienza e focalizzazione. Il tema ripetuto di fare una banca semplice è un messaggio per andare a dire che noi andiamo ad investire, andiamo a fare bene le cose che servono per fare attività bancaria con i nostri clienti, in primis imprese ed imprenditori. Noi abbiamo la forte convinzione che, pulito tutto, la BPVi rimane una banca che è “seduta†in uno dei migliori territori d’Europa e che trae la propria forza dalla propria storia, da questa fantastica relazione che ha sviluppato nel corso dei decenni con l’impresa e con l’imprenditore e che ha sempre mantenuto. Perché lei criticava Vicenza per una serie di aspetti però la Banca Popolare di Vicenza il braccio indietro non lo ha mai tirato, anche se, poi, dall’altro lato uno può dire che adesso lo si sta pagando come rettifiche sul credito
Criticavo (nelle nostre premesse all’intervista, ndr) Vicenza, intesa come città e territorio, perché ha sempre fatto tantissimo, ma non ha fatto mai pesare abbastanza quello che faceva. Questo è un problema culturale. Cioè i vicentini hanno sempre operato ma non hanno mai contato, mettiamola così. Ma torniamo a parlare della Popolare
I nostri accantonamenti sul credito sono soldi che ad oggi non ci vengono dati indietro, sono soldi che abbiamo dato ma non ci vengono dati indietro e abbiamo dato anche aiutando imprese, imprenditori e famiglie in momenti di difficoltà . Quindi ad un certo momento, “pulire†la banca è una prima direttrice di lavoro gestionale. E “pulire†riguarda anche la componente manageriale perché di rinnovamento ce ne è stato tantissimo ma non è ancora finito.
C’è stato nei vertici immagino, poi andrà ad intaccare anche gli strati, diciamo, inferiori al top management
I vertici, diversi dirigenti, c’è un rinnovo manageriale che sta coinvolgendo quasi tutta la prima linea, quindi insomma tanto. Poi rimane il buono, il buono è la banca che “siede†a nord est, che ha un rapporto storico preferenziale con imprese e con imprenditori e che ha saputo costruire nel tempo una serie di competenze diciamo così di asset che dal punto di vista dell’impresa e dell’imprenditore sono ottimi perché la Popolare di Vicenza, che ha il 2% nazionale degli sportelli, ha il 40% nei mini bond. Il che vuol dire che ci ha creduto, è una delle poche banche che portano con costanza tutti gli anni un certo numero di aziende in borsa, è una delle banche tra quelle di media dimensione che sono più vicine perché, non nascondiamocelo, una realtà come una Popolare di Vicenza è più vicina al territorio di quanto possano essere un grande operatore nazionale o addirittura gli operatori “esteri†che sono qui. E nonostante questa dimensione la BPVi ha una struttura estero che è eccezionale, quindi ha una capacità distintiva di supportare le aziende nei percorsi di internazionalizzazione. Tutte queste cose erano un po’ frammentate e disorganizzate, quindi una grande parte del lavoro è quello di andare a mettere in ordine tutto questo aspetto e presentarlo in modo forte, riconoscibile ed fruibile dall’impresa e dall’imprenditore. Io penso che la parte più dirompente di quello che si sta facendo è andare a creare, grazie alla riorganizzazione della rete, da un lato un mondo per le famiglie e le piccole imprese, che abbiamo chiamato la banca delle comunità , perché qui abbiamo tante comunità , e dall’altro lato una banca che servirà proprio l’impresa e l’imprenditore: Corporate più Private messe insieme. Un grande lavoro è quello che stiamo facendo per andare a costruire 15 centri di eccellenza sul territorio in cui mettiamo insieme chi è capace di guardare all’azienda, chi è capace di servire l’imprenditore come privato, come famiglia e quant’altro. Qui dentro mettiamo tutte le nostre specialità (fare i mini bond, fare la finanza strutturata, fare l’estero, portarti in borsa) in modo tale da farli diventare centri di eccellenza per l’impresa e per l’imprenditore.
I 15 centri dove saranno sono localizzati?
Dei 15 centri specifici sul territorio molti probabilmente saranno nel nord est, poi ne avremo anche uno a Ferrara, uno a Roma, uno a Prato... Noi pensiamo veramente che per cosa è la banca storicamente, per quello che oggi la banca riesce ad esprimere, messo tutto in ordine, questa operazione diventa veramente la più grande innovazione che oggi il Nord est riesce ad esprimere in termini di rapporto banca impresa. Quindi, se partiamo da “aveva del buonoâ€, lo mettiamo a posto e lo rilanciamo con professionalità , con investimenti e con competenza, questa diventa la più grande innovazione percepita partendo dallo storico del rapporto col territorio: noi metteremo a disposizione del territorio l’innovazione. Quindi si sta costruendo molto, la riorganizzazione della rete sarà operativa dal 4 di gennaio..
Le parlo da piccolo utente. Uno dei motivi per cui abbiamo scelto anche la Popolare di Vicenza, io personalmente e anche l’editore aziendalmente, era che essendo locale poteva dare dei vantaggi operativi con molte aziende sue e nostre clienti. Però quando vado nell’agenzia in cui opero è un’agenzia tipicamente vuota, anche se è vero che c’è l’home banking…
Le filiali bancarie sono vuote.
È normale che siano vuote però, se l’home banking personale della BPVi ha un funzionamento mediamente buono, quello aziendale ad esempio, che poi è il focus della banca, ha dei funzionamenti che sono veramente assurdi. Non sto a citare i singoli casi ma avere il CRO di bonifico subito non esiste, anche se le altre banche lo danno, la carta aziendale non è mai allineata con il saldo, passano giorni perché sia allineata…
Lei ha ragione. Innanzitutto serve avere un’idea che dia chiarezza su quella che è la direzione, serve molta coerenza, consistenza nel metterla in piedi e poi poco alla volta la si attua. La banca ha dei gap in diversi contesti, ha un gap molto importante per esempio nella gestione del risparmio, nel come si gestisce il risparmio. La gestione del risparmio oggi è un’attività ingegnerizzata e industriale, non può essere artistica quindi siamo indietro qui. Ma possiamo far funzionare meglio molte delle procedure a supporto dell’impresa, possiamo essere più efficaci, ancora, in termini di tempi nella concessione del credito addirittura possiamo essere molto più efficaci nelle modalità con cui gestiamo e recuperiamo il credito. Quindi ci sono diversi ambiti su cui stiamo lavorando. Nonostante il tema della parte straordinaria, la parte finanziaria su cui stiamo lavorando, abbiamo anche iniziato a dare dimostrazioni di come vogliamo impostare tutta la parte gestionale intorno a quel tema, anche quando i giornali parlano, che so, più di Zonin che di quello che la banca sta facendo. Tanto per darle alcuni fatti di cui parlare nel concreto, noi oggi nei prodotti per le famiglie siamo fuori con un’offerta su un deposito vincolato al 2%, con un mutuo per le famiglie all’1,45%, abbiamo lanciato la possibilità di fare un prelievo bancomat senza il bancomat, gratuitamente quindi solo con l’App. E poi c’è la possibilità di fare bonifici per i privati con la tecnologia pier to pier: per farla semplice si fa con un sms. Entro fine anno per tutti i clienti, partiamo dai privati perché numericamente sono di più e poi andiamo sulle aziende, per tutti i clienti che vorranno comprare un prodotto o che vorranno aprire un rapporto su internet attuiamo la completa dematerializzazione non ci sarà più carta (l’intervista è del 18 novembre..., ndr)
Si riesce a fare in tempi così rapidi, era già impostato questo progetto oppure…
Lo stanno impostando, è ovvio che uno arriva, sa, come sempre una banca ha tante cose che sta facendo, poi uno arriviamo noi che stiamo concentrando le risorse sui punti focali. Noi stiamo facendo in tre mesi una riorganizzazione della rete epocale, stiamo chiudendo 150 sportelli, abbiamo fatto un assessment (valutazione, ndr) di tutte le strutture di leadership della rete, stiamo scegliendo le persone e questo in tre mesi… Sa quanto ci impiegano le banche a fare certe cose? Quelli che sono a Verona ci impiegano anni a fare percorsi di questo tipo, noi in tre mesi lo avremo già fatto, il 4 di gennaio saremo operativi. Ma anche la parte straordinaria, tutto il percorso di come facciamo la trasformazione, l’aumento di capitale faccia un confronto con soggetti a noi vicini (Veneto Banca, però, nel frattempo, dopo l’intervista del 18 novembre, quasi stimolata inconsciamente, ha accelerato e, con l’assemblea del 19 dicembre scorso che ha approvato la rivoluzione in corso anche alla BPVi, per il momento ha messo la freccia e l’ha sorpassata, ndr). Da noi è tutto definito siamo a cesellare gli aspetti importanti, quindi si sta facendo tanto, si stanno facendo anche cose visibili per la clientela.
Prima parlava del credito che a noi interessa più di Zonin, un dato che mi ha colpito non è recente ma è che la banca erogherà 6 miliardi di credito in tre anni, dico bene?
No, dice male... Fatto l’aumento di capitale la banca sarà in condizione di erogare 15 miliardi fino al 2020 il che vuol dire che sono 3 miliardi all’anno. Un punto importante è che nel 2015 la banca arriverà ad erogarne ancora 2 miliardi nonostante…
Ancora meglio. Oggi comunque chi ha in portafoglio azioni della Popolare di Vicenza (anche se con dei pesi diversi perché chi le ha comprate recentemente sta subendo danni maggiori) sta subendo oggettivamente dei danni questo. Se usassi l’accetta e se dicessi che la patrimonializzazione da 6 miliardi circa a 62,50 euro per azione scenderà alla quotazione in Borsa di almeno 4 miliardi, l’economia locale, che è fatta anche di tanti risparmi investiti in azioni, oggi rispetto al vicino passato perde 4 miliardi. Se, quindi, la banca sarà in grado di rifinanziare l’economia locale immettendo, prestando, finanziando operazioni per 15 miliardi questo sarebbe anche un modo per rimettere in moto quello che prima ha frenato…
Io vorrei chiarire un discorso: legare le azioni al finanziamento è qualcosa che ad oggi ha portato sicuramente la banca in una situazione di grande difficoltÃ
Forse mi sono spiegato male, oggi il padre, il nonno (io metterei il piccolo risparmiatore) che aveva risparmiato ed aveva investito in azioni sapeva, parlo del 2013 quando c’era un fondo di riacquisto, sapeva di poter monetizzare quelle azioni, non parlo di incrocio…
Diciamo così: che al nostro cliente, al nostro socio, quindi sia a chi abbia le azioni sia a chi non le abbia, noi abbiamo la possibilità , fatto l’aumento di capitale, di erogare 15 miliardi. Il che vuol dire che dal momento dopo se non dal momento prima, perché, sapendo che comunque quei soldi arrivano, si può iniziare a muoversi anche prima, a questo punto noi saremo pronti, disponibili sul territorio per tutti coloro che sono dei “prenditori†di denaro che ci diano la certezza di potercelo ridare
Mi spiego meglio. Io ho mille euro in azioni, che siano della Popolare di Vicenza o Banco Popolare di Desio o quello che sia, le vendo e con quelle azioni faccio delle operazioni. Oggi i possessori di quelle azioni si sono trovati da un giorno all’altro a dire: avevo mille euro praticamente in tasca ma ora ne posso avere 200 o 300 o 400. Il discorso è che c’è una perdita di potere di spesa sul territorio che è legata a quanto fossero monetizzabili a quella cifra le azioni. Se la banca è in grado con le dovute garanzie di andare a immettere sul mercato del denaro, dei finanziamenti con 15 miliardi può rimettere in moto quella parte di economia che, per quanto di sua competenza (responsabilità , ndr) si era fermata, non so se mi sono spiegato non è un dualismo.
La banca nel 2015 avrà erogato a fine anno quasi 2 miliardi di euro, quindi con azioni o senza azioni a soci o non a soci. Quindi se c’è un cliente che ne ha bisogno, che li vuole perché ha investimenti da fare, perché ha esigenze correnti, aziende o privati che siano, la banca c’è, la banca c’è e ce li ha
La mia domanda è posta male probabilmente, ma lei giustamente è sulla difensiva perché c’è questo tentativo sempre di creare un collegamento azioni a garanzia, il mio era scollegato…
Chiariamo il fatto che noi abbiamo 15 miliardi per i prossimi anni!
Ancora meglio, pensavo 6, se sono 15 ancora meglio, se l’economia si è fermata un po’ per il potere di acquisto di ognuno può ripartire compatibilmente con le capacità , la solvibilità di ognuno per dire ho un motore che riparte.
Una banca tipo la Volksbank, che ancora non faceva parte del gruppo di banche che dovevano rispettare i parametri della BCE, validi per attivi superiori agli 8 miliardi, ora ha acquisito la Popolare di Marostica ed ha delle dimensioni tali per cui parrebbe diventare comunque un player sul territorio. Volksbank dice di avere sul territorio, nelle otto provincie principali in cui opera la Popolare di Vicenza un numero di filiali , anche se non è quello il numero unico che pesa, sostanzialmente pari a quelle della Popolare di Vicenza ed addirittura superiore agli sportelli della Veneto Banca. Realtà come queste che nascono da situazioni ad oggi non problematiche sono un competitor?
Qual è il rapporto tra il valore delle azioni ed il patrimonio della Popolare Alto Adige? Non lo conosco
Loro dicono che sono presenti sul territorio per cui se la giocheranno…
Ben venga la competizione, non siamo preoccupati
Era molto lunga la domanda molto semplice la risposta nei confronti di una banca apparentemente e almeno al momento già “sistemataâ€
Non siamo per niente preoccupati, abbiamo le risorse per vincere la competizione sia che arrivi da una banca locale che da una banca nazionale, ben venga la competizione
Oggi c’è crisi di fiducia che un po’ è reale un po’ è pompata, diciamo, dai media in generale o da associazioni e comitati che nascono come i funghi e che spesso lanciano la pietra e poi ritirano la mano quando c’è da fare. La banca pensa che bastino queste azioni che sta mettendo in piedi, che sono comunque rilevanti, per riconquistare quella fiducia che è un parametro che oggi gli statistici giocano anche a misurare?
Noi dobbiamo dimostrare ai clienti e poi ai soci attuali e a chi che diventerà azionista, col lavoro e coi fatti che ci meritiamo la fiducia per continuare a lavorare con noi. Questo lo perseguiamo con il servizio tutti i giorni in filiale, la qualità del prodotto, la risposta dell’internet banking e quant’altro. Questo è, tutti i giorni, il lavoro, la nostra offerta. Ci siamo anche dati una missione molto semplice: quella di fare semplicemente banca in modo perfetto. Quindi il tema vero è che noi torneremo a guadagnare la fiducia poco alla volta dando credito, sapendo dare quei 15 miliardi, sapendo ogni mese tirar fuori qualche cosa che va nella direzione di servire meglio la famiglia, l’impresa e l’imprenditore e ovviamente garantendo anche agli azionisti che vorranno sottoscrivere un ritorno sull’investimento. Noi con questo siamo convinti che in qualche modo possa tornare la fiducia perché alla fine uno dirà : “mi trovo bene con questa bancaâ€.
L’Ad Iorio ha sempre detto, ma anche lei lo ha appena confermato, che la vostra mission è far ripartire la banca e proiettarla in un mondo di efficienza facendo solo banca
Guardi ci sono tante banche che pensano a temi di sistema, noi abbiamo un territorio anche limitato, un territorio ricco delle relazioni importanti. Penso che farlo bene nei nostri territori sarebbe già una sfida eccezionale da vincere, farlo in modo perfetto è ancor più eccezionale, qua sta il nostro discorso: fare la gestione del risparmio di un nostro cliente in modo perfetto penso che sia una sfida, la prima da vincere.
La conquistabilità della banca è legata all’aumento di capitale. Per quanto al comune mortale possa apparire una enormità , stiamo parlando di un miliardo e mezzo e per chi opera nella finanza questi non sono di certo bruscolini ma non rappresentano neanche cifre irraggiungibili
Sarà la più grande IPO dopo le privatizzazioni (un'offerta pubblica iniziale o IPO, dall'inglese Initial Public Offering, è un'offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato tipo la Borsa, ndr).
Sicuramente, però se parliamo di finanza, è un’operazione in cui, parlando da profano, un investitore o un gruppo di investitori da 500 milioni prende il controllo della banca. È un rischio o un’opportunità ? Perché oggi c’è il discorso del territorio, la banca rimane di sicuro nel territorio, ma non rimane del territorio…
Noi pensiamo, speriamo e siamo anche convinti che alla fine rimarrà una banca fortemente legata anche nei suoi azionisti al territorio
Dipenderà dagli azionisti chiaramente, dalla loro volontÃ
Dipenderà ovviamente dagli azionisti, ma noi siamo convinti che questo capiterà . Poi è ovvio, sarà una banca che avrà all’interno della propria compagine sociale anche degli investitori “funzionaliâ€. Però questo è una tutela per gli azionisti del territorio: per gli azionisti “normali†il fatto che ci sia qualcuno che ogni trimestre viene a chiedere se stai facendo i soldi o no (ma dubitiamo che esisterà realmente questa differenziazione tra funzionali e normali se la BPVi farà , come auspicabile, solo banca e non da timone dei poteri locali, ndr).
La banca diventerà per forza più trasparente, perché se è in borsa deve essere trasparente
Assolutamente sì. Noi vogliamo lasciarla “attaccata†al territorio, speriamo che il territorio risponda esprimendo anche un azionariato forte che la leghi ancora di più
Meccanismi di tutela dei vecchi risparmiatori: si parla di possibilità di avere dei diritti di voto legati alla permanenza nell’azionariato, sistemi che già esistono. C’è la possibilità di tutelare il vecchio socio piccolo o grande che sia?
Noi stiamo lavorando per provare a riconoscere qualche beneficio all’attuale socio che vada a sottoscrivere, che sia un bonus share, quindi ti do un’azione ogni tot che ne hai comprate, che sia un warrant, che sia uno sconto lo vedremo
Non capacità di voto
I voti sono uguali per tutti
Esistono normative, è consentito dalla legge italiana, non so se in ambito bancario questo sia possibile…
Non avrebbe neanche senso. Per farla semplice non so se si può fare e comunque noi non stiamo andando in questa direzione.
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