I trenini Lima, Isola e l'amianto
Venerdi 2 Novembre 2012 alle 10:48 | 2 commenti
Brevi note di Guido Zentile
La vicenda dell'ex stabilimento Lima, ad Isola Vicentina, va avanti da un pezzo. Era il 2004, l'anno in cui la produzione si fermò definitivamente. Il marchio, assieme al marchio della non più concorrente Rivarossi, furono acquistati dall'inglese Hornby, leader del modellismo in terra anglosassone, che per mezzo della consociata italiana prosegui la produzione in Cina. Ancora oggi i trenini Lima e Rivarossi sono presenti nel mercato, ma con una piccola differenza, non parlano né vicentino, né comasco.
Tornando alla Lima non conosco le vicissitudini, purtroppo sfortunate, della famiglia Bisazza, l'originaria proprietà . Fabbricato e sedime furono acquistati da una società finanziaria, la quale detiene oggi la proprietà di un consistente patrimonio immobiliare, la cui area è classificata, nell'ambito del vigente Piano degli Interventi del Comune di Isola Vicentina, in zona C2a/37 e in zona C2b/16, zone con previsione residenziale, commerciale di vicinato, commerciale con una media struttura di vendita. Indici e rapporti buoni. I numeri ci sono, ma vige l'obbligo di un piano attuativo, e naturalmente la bonifica dell'intero complesso. E purtroppo oggi, inutile nasconderlo, il mercato nel settore edilizio è profondamente in crisi; il rischio d'impresa è elevato.
Non intendo fare in questo momento analisi sui numeri, sulle rendite immobiliari, e sulle finalità , ritengo solo, alla luce di quanto ribadito in questi giorni dal Sindaco del Comune Isolano, che è quanto mai urgente e necessario provvedere alla bonifica delle coperture in amianto, e degli altri elementi all'interno dello stabilimento che sicuramente presentano sostanze fibrose o magari già polverizzate. L'amianto lo conosciamo bene, è stato, ed è ancora presente, in molte strutture produttive, e dopo un lungo andare si deteriora e diventa micidiale per l'apparato respiratorio delle persone che ci vivono a contatto.
Ho scritto queste poche righe a sostegno dell'amministrazione, né come urbanista, né come soggetto politico, semplicemente come appassionato di treni, e in particolare di trenini. I trenini Lima me li ricordo. A casa ce li ho ancora tutti (naturalmente assieme ad altri), e a 54 anni ci "gioco" ancora. E' una memoria storica che non va dimenticata, come non si possono dimenticare quelle mura dove ha lavorato più di una generazione, uomini e donne che hanno spinto avanti un marchio, un azienda, che partita dalla (quasi) periferia di Vicenza, si è trasferita (quasi) in campagna, e nel giro di pochi anni è diventato un marchio ampiamente conosciuto nel mercato europeo del collezionismo.
Chissà se ci sarà qualcuno che avrà cura di conservarne le memoria, e con la demolizione dei capannoni (che prima o poi avverrà ) tutto non cada nel dimenticatoio, come è avvenuto per la Cotorossi, a Vicenza - Borgo Berga.
Un piccolo filo di speranza lo si ha leggendo le Norme Tecniche Operative del P.I., le quali recitano, con riferimento alla zona urbanistica, che "dovrà esse messa a disposizione un'area idonea (verde) al trasferimento delle due carrozze esistenti a testimonianza della storica attività Lima." Sono (se non erro motrice e rimorchiata) rotabili delle ex F.T.V., della tranvia Vicenza - Valdagno.
Questo è un primo buon segnale. Ma non è sufficiente.
Mi ricordo che l'interno di queste "carrozze" era stato in parte arredato in funzione delle esigenze pubblicitarie dell'azienda, e vi erano state installate delle vetrine con esposti i prototipi dei modelli realizzati. Chissà se sono stati conservati (come spero), o se saranno conservati; sono una testimonianza storica del lavoro e della fatica delle persone che vi hanno lavorato. Un patrimonio che deve essere portato a conoscenza: anche questa è storia dell'industria.
La foto: una pubblicità del 1990 (tratta da una rivista d'epoca) della Lima (archivio Guido Zentile).
il mio sito treninilima.webnode.it
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