I traffici delle associazioni animaliste. A istituzioni non interessano
Sabato 20 Novembre 2010 alle 21:56 | 0 commenti
Federfauna - Durante la puntata di ieri di Unomattina su Rai1 si e' parlato di traffici di animali. Un'ottima scheda realizzata da Eva Chiarotti ha riportato alla ribalta il tema del traffico di randagi perpetrato dalle associazioni animaliste. Ospite in studio, l'avvocato Massimiliano Bacillieri ha spiegato come ci siano associazioni animaliste che percepiscono soldi dalle Amministrazioni per mantenere i cani randagi all'interno dei canili, e soldi sotto forma di contributo, da persone che adottano gli animali.
Animali che magari nei canili non ci sono piu', perche' le stesse associazioni animaliste li esportano all'estero e li vendono, talvolta addirittura a laboratori di sperimentazione, per ricavarne altri soldi. Subito dopo l'intervento del responsabile dell'ufficio legale di FederFauna, quello di Cristina Avanzo del Nirda e di Federico Coccia, veterinario, gia' consulente del Ministero della salute molto vicino al sottosegretario leghista Francesca Martini, nota animalista. Dai due solo i soliti discorsi stereotipati sul traffico dei cuccioli dall'Est, con riferimento ai numeri prodotti proprio da associazioni animaliste e nemmeno un accenno ai business che dietro la parola "animalista" si celano. La Avanzo ha detto che chi acquista un cane "dovrebbe chiedere di poter vedere i genitori", come se potesse vederli chi l'animale lo prende in "affido" dagli animalisti!?... e Coccia ha addirittura detto che "grazie a Dio esistono le associazioni animaliste". Forse per alcune istituzioni il traffico non e' tale se e' animalista!...
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