I tesserati Pdl con documento erano in migliaia: Berlato a caccia di voti anche in città
Domenica 12 Febbraio 2012 alle 22:09 | 0 commenti
Lasciando a Cesare quel che è di Cesare (leggasi Procura e organi di informazione legati da un goethiano fil rouge), non sappiamo se e quante fossero le richieste di tesseramento farloccate, di certo oggi c'è stata al Teatro Comunale una processione di migliaia di tesserati ammessi a votare, quindi esistenti e con documento di identità , nel doppio e storico congresso provinciale e cittadino come documenta solo parzialmante la nostra photo gallery, con pullman in un festoso ingorgo, parcheggio intasato e file ai seggi.
Molti meno (un centinaio?) erano i presenti durante gli interventi congressuali, in cui Pierantonio Zanettin è stato ben poco unitario, pur confermando di accettare la certa elezione a vice di Sergio Berlato, quando ha ripreso il tema della tessere sotto inchiesta accusando il suo nuovo coordinatore provinciale di «essere all'origine del pastrocchio e del danno d'imagine al partito», nonostante ieri il referente della sua parte, Giancarlo Galan, avesse informato il mondo intero che il gioco delle tessere è un gioco atavico anche tra gli azzurri.
E Berlato, il candidato unico (quindi anche del gruppo di Zanettin, dicono i fatti), ha poi picchiato duro nel suo intervento contro «il can can costruito ad arte contro di me e amplificato giorno per giorno e scientificamente dallo StupidArio quotidiano locale», ispirandosi nella definizione (ci pagherà mai i diritti d'autore?) alla nostra leggiadra provocazione al direttore del Gdv Ario, che certamente non ce ne vorrà se in questo modo lo stimoliamo a usare la sua forza di fuoco per ben più nobili intenti che non impallinare il povero Berlato.
Che sarà pure a capo di migliaia di pidiellini più per fede in lui che nel partito (uno come tanti altri gli ha detto: «Abbiamo fatto il nostro dovere, non ti tradiremo mai») ma che per questo si tesserano col Pdl e non, magari, con Rifondazione del cacciatore Giuliano Ezzelini Storti.
Sono intervenuti oggi anche Nereo Galvanin e Valerio Sorrentino, eligendi coordinatore e vice cittadini, e molti iscritti, mentre erano presenti gran parte dei componenti delle liste bloccate dei 15 su 30 da inserire nei due uffici di coordinamento, membri aventi diritto a parte..
Verificato il boom fisico di presenze ai seggi, i conti potrebbero riservare qualche sorpresa per gli altri quindici per i quali varranno le libere preferenze dei tesserati: ogni elettore può, fino alle 23, votare per un tesserato qualunque.
Se a livello provinciale sorprese sono inimmaginabilli, vista la differenza tra i due gruppi che è dell'ordine delle migliaia, a livello cittadino presenti e assenti, su circa 1.500 iscitti, potrebbero pesare e non poco rischiando di cambiare gli equilibri fissati nei due listini bloccati.Â
Per non dire che i voti per i berlatiani in città daranno anche un peso di quale valore aggiunto in termini di consenso nel partito siano latori alcuni politici di peso schieratisi con lui, ex sindaco Enrico Hüllweck in primis.
Insomma è stato scritto e siglato a Roma l'accordo base tra contendenti, che non paiono rappacificati nei corrdidoi del Teatro, ma come e quanto varrà lo stabiliranno i numeri e la loro distribuzione che si conosceranno solo stanotte. Anche in prospettiva della candidatura alternativa a Variati per il 2013.
Una cosa è sicuramente certa mentre scriviamo. Rimane, cioè, certificato dalle presenze odierne il ragionamentosentito intorno alle urne affollate: «Se questi voti sono espressi correttamente non vediamo perchè dovrebbero essere utili e buoni per far vincere il Pdl nelle varie elezioni, comunali, provinciali, regionali e nazionali, ma essere carta straccia in quelle per eleggere i rappresentanti negli organi di gestione del partito».
Questo il ragionamento di quelli con scritto sulla maglia o nel pensiero "Io sto con Berlato". Diverso l'altro che Zanettin stesso ci definisce un po' snob: «Sono tra quelli per i quali i congressi e i voti non sono realmente significativi in un percorso politico».
Ma oggi la differenza visibile la facevano simbolicamente Sergio Berlato che doveva salire su un tavolino per districare il traffico dei votanti e Nereo Galvanin che accoglieva i suoi dando ogni tanto ad alcuni di loro il fac simile della scheda col voto consigliato.
E nei congressi stanti le regole attuali di "una testa un voto" vince la squadra che fa più gol in campo non quella che fa un bel gioco.
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