I segni degli antichi tra le barchesse di Villa Caldogno: le opere di Romano Rossi
Giovedi 12 Maggio 2011 alle 00:12 | non commentabile
Comune di Caldogno - Sabato 14 maggio sarà inaugurata la personale dell'artista vicentino Romano Rossi "Simboli e archetipi nell'ARCHEOscultura, nella pittura e nella grafica dell'Homo Faber" che rimarrà aperta al pubblico fino al 28 maggio
Tra suggestioni primitive e forme essenziali Villa Caldogno si trasforma, ancora una volta, in un'affascinante spazio espositivo. Questa volta le protagoniste sono le opere di Romano Rossi, artista vicentino che dal 14 al 28 maggio espone le proprie creazioni alle Barchesse di Villa Caldogno (via Zanella, 3).
La personale di Rossi, intitolata "Simboli e archetipi nell'ARCHEOscultura, nella pittura e nella grafica dell'Homo Faber" e patrocinata dal Comune di Caldogno, sarà inaugurata sabato 14 maggio alle 18 e sarà visitabile dal martedì alla domenica, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30.
Orafo, pittore, scultore: l'eclettismo è la chiave di lettura dell'espressione artistica di Romano Rossi. La mostra, infatti, raccoglie diverse opere: dalle sculture ai gioielli, fino all'elaborazione di disegni su fogli leggeri che si ispirano con passione a quelle forme elementari e sintetiche tipiche degli antichi. Proprio come l'homo faber, che con meticolosità plasmava il rame e l'argento, l'oro e il bronzo per realizzare piccole sculture simbolico-religiose, anche Romano Rossi recupera i materiali più semplici e riprende i motivi arcaici, fissandoli tra le linee e le curve o, ancora, trasformandoli in forme esatte e pure.
Romano Rossi, vicentino di nascita, inizia il suo apprendistato artistico in Svezia negli anni 60. Qui collabora con due artisti orafi di livello internazionale: Olov Barve e Ibe Dahlqwist, già presenti con le loro opere nel prestigiosi Victoria and Albert Museum di Londra. Si immerge completamente nel mondo dell'arte svedese, frequentando pittori e scultori locali e, una volta tornato in Italia negli anni ‘70, intrattiene nuovi rapporti culturali con artisti nazionali. Ha al suo attivo quasi una sessantina di mostre tra collettive e personali ed il suo linguaggio poliedrico gli permette di vincere nel 1994 il primo Premio Città di Terni, dove tra i giurati figurava lo scultore Giò Pomodoro.