I reali costi della caccia, la risposta a Lunardi di Rizzi, portavoce del C.P.V. Vicenza
Lunedi 28 Febbraio 2011 alle 00:00 | 0 commenti
Gentile direttore, le chiedo di replicare alla lettera pubblicata il 24 c.m. sul GdV a firma del sig. Attilio Lunardi e di sotto riportata*.
I reali costi della caccia
Renzo Rizzi, portavoce del C.P.V. Vicenza
Il sig. Lunardi, nella sua missiva*, afferma che il finanziamento di centocinquantamila euro, elargito dalla giunta regionale, come contributo per la fiera della caccia di Vicenza è "una semplice mancia", a fronte degli oltre quattromilioni versati in tasse regionali dai cacciatori veneti, aggiunge inoltre essere false e calunniose le associazioni animaliste, quando invocano "spreco di danaro pubblico".
Per completezza di informazione, risulta indispensabile, a mio avviso, dare un quadro di massima, sui reali costi che questo "sport" comporta alla società Veneta.
L'assessorato provinciale alla caccia, dove sono occupate stabilmente oltre all'assessore, un dirigente, due funzionari e una decina di impiegati di cui due guardiacaccia, spese gestionali, di pubblicizzazione, per interventi, censimenti, corsi, ecc. incide nel bilancio annuale, con una spesa che sfiora i cinquecentomila euro.
La vigilanza, prevista dalla legge nazionale 157/92, nel Vicentino, occupa una quindicina di agenti provinciali, e almeno cinque della forestale, per tutti i cinque mesi in cui si pratica l'attività venatoria, con un onere complessivo, compreso dei costi accessori che supera i quattrocentonovantamila euro.
Per la cattura degli uccelli da richiamo, tre guardiacaccia, tutti i giorni, per i tre mesi di durata dell'attività , fanno la spola con la macchina di servizio, tra roccoli e centri di smistamento, un altro paio di agenti sono occupati in ufficio a tenere i contatti con i cacciatori, in questo caso solo di costi accessori, non contemplati nelle delibere di giunta, risultano essere di centomila euro.
Altre spese, si trovano nel capitolo relativo al rimborso per i danni creati dalla fauna selvatica, circa novantamila euro, di questi, cinquantacinquemila, risultano in carico alla selvaggina immessa per la stagione venatoria in corso, o comunque riconducibile alla gestione della caccia.
Queste le voci più significative, da sole moltiplicate per le sei provincie venete, superano abbondantemente i sei milioni, a questi, vanno aggiunti: assessorato regionale alla caccia e l'ufficio rilascio licenze, i finanziamenti a fondo perduto, ovvero, fondi elargiti dalla regione e dalle
provincie, alle fiere della caccia, ai produttori di uccelli da richiamo, o per incontri con le associazioni venatorie.
Per cui i costi complessivi i milioni lievitano a oltre dieci, ai quali, ancora, vanno importanti spese collaterali, il futuro, ma già deciso, nuovo istituto veneto per la fauna selvatica, almeno due milioni, i costi relativi agli incidenti di caccia, il tributo in termine di inquinamento ambientale, le seimila tonnellate di piombo riversate negli ultimi quarant'anni dai cacciatori veneti, hanno già dimostrato i danni che provocano sugli animali, a breve avremo quelli che stanno provocando sulla salute umana, non conosciamo ancora l'entità di eventuali costi di bonifica.
La condanna della commissione Europea del 16 novembre 2010, per la caccia in deroga 2005 del Veneto, ora si confermerà per le annate successive, si parla di cifre apocalittiche, sottoforma di contributi negati.
L'inquinamento genetico della fauna selvatica, causato dall'immissione sconsiderata di milioni di esemplari "pronta caccia", il massacro tutto l'anno dei concorrenti dei cacciatori, in primis, è il caso della volpe, indispensabile predatore, in grado ad esempio, di ridurre in modo naturale il numero delle nutrie.
Alla fine i costi per i danni diventano incalcolabili, questo in barba alla maggioranza della popolazione Veneta, nettamente contraria a questa "pratica sportiva".
Per chiudere, mi chiedo inoltre, quale altra attività , o manifestazione sportiva, può vantare finanziamenti di questo tipo e un'attenzione politica tanto fervida, quanto quella per la lobby venatoria, nonostante la stessa, sia un pesante balzello per la comunità ?
Al sig. Lunardi, parafrasando un grande comico, vorrei semplicemente dirgli: "ma mi faccia il piacere!"
Renzo Rizzi Vicenza, portavoce del C.P.V.
*HUNTING SHOW
«Dalla Regione una "mancia" ai cacciatori»
Desidero rispondere alla lettera del signor Fabris in merito al finanziamento regionale alla fiera per l'Hunting Show precisando alcune informazioni che generalmente chi non è cacciatore ignora, ingenerando così delle considerazioni sbagliate.
Partendo dal principio che la Regione decide a suo insindacabile giudizio a chi assegnare un contributo rispettando la legge in materia, i 150.000 euro sono solo una semplice "mancia" che la Regione ritorna al mondo della caccia e ai cacciatori.
I 57.319 cacciatori del Veneto con 84 euro a testa di tassa di concessione, contribuiscono alle entrate regionali per la bellezza di 4.814.796 euro.
Dunque, come vede signor Fabris noi cacciatori contribuiamo ampiamente alla spesa regionale, e riceviamo contributi non superando il capitale versato.
Perciò sono false e calunniose le affermazioni fatte da quella associazione che manifestava davanti alla Fiera offendendo tutte le persone civili che vi entravano.
Attilo Lunardi
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