I pensionati, Coldiretti: sono "angeli" della coesione sociale costretti a sopravvivere
Venerdi 17 Ottobre 2014 alle 08:47 | 0 commenti
Gli agricoltori vicentini in pensione vivono con la "minima", questa la denuncia monito del presidente della Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, che, definendo i pensionati come angeli della coesione sociale, precisa: «I nostri pensionati sono vergognosamente costretti a vivere con una pensione che non supera di molto i 500 euro. E nel Vicentino i pensionati agricoli di Coldiretti superano il 95 per cento del totale. Una situazione che priva la persona della dignità . E non consola il fatto che anche le altre categorie di pensionati non se la passano meglio».
È così che il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza ha commentanto i dati nazionali e locali a pochi giorni dalla diffusione del bilancio dell'Inp in base ai quali in Italia ci sono più di 800mila pensionati coltivatori diretti con pensioni non superiori a 480 euro al mese, che vivono un periodo estremamente difficile, ma che sono, comunque, continuano ad essere impegnati fattivamente nelle aree rurali in cui sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà .
«Dobbiamo considerare, infatti - prosegue il presidente Martino Cerantola - che i pensionati sono spesso collaboratori delle aziende costituite dai figli e rappresentano una risorsa indispensabile per la coesione familiare e sociale delle comunità di ogni luogo. Inoltre, sono degli straordinari angeli del volontariato, spesso impegnati in modo instancabile in attività estremamente nobili a sostegno del prossimo».
Nel 2013, in base ai dati del bilancio sociale Inps, il 43,5% dei pensionati, pari a 6,8 milioni di persone, beneficia di uno o più assegni per un importo totale medio mensile ''inferiore a 1.000 euro lordi al mese".
Ma se è evidente la necessità di intervenire per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse,per Coldiretti, va anche riconosciuto un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza per cui il presidente Martino Cerantola conclude così: «Dobbiamo rispondere a questa emergenza sociale che lo Stato sta considerando un dato di fatto di fronte al quale non reagisce e non propone soluzioni di alcun tipo. Occorre rialzarsi e ridare dignità a chi lavora ed a chi è in pensione».
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