Quotidiano | StranIeri, italiani oggi | Categorie: Politica

I numeri dei profughi in Veneto, Zaia: "misura è colma". Lanzarin: "non c'è posto"

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 16 Luglio 2016 alle 20:59 | 0 commenti

ArticleImage

Regione Veneto

“Il punto di rottura è stato raggiunto. Con 10 mila 576 immigrati presenti al 14 luglio 2016, in Veneto è stata superata di 99 unità ogni quota sinora imposta formalmente dal Governo. In queste ore sto scrivendo una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, nella quale dirò ufficialmente basta: abbiamo dato con i 514 mila stranieri regolari che il Veneto ha accolto negli anni, abbiamo dato con questi 10 mila 576 immigrati ospitati, due terzi dei quali in realtà sono finti profughi, abbiamo dato, e chissà quale sarà il conto da pagare, con i circa 14 mila fantasmi, arrivati e scomparsi nel nulla, per un totale di quasi 25 mila tra arrivati e presenti.

La misura è colma, non siamo più disposti a far pagare ai territori i gravissimi errori di sottovalutazione e improvvisazione commessi dall’Unione Europa e dall’Italia”.

Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta la sempre più complicata situazione determinata dal continuo flusso di immigrati in Veneto e annuncia un passo, stavolta ufficiale, presso il Governo nazionale.

“Siccome sapevamo come sarebbe andata a finire – incalza Zaia – dicemmo no sin dal primo riparto nazionale che ci fu imposto. Eravamo e siamo pronti a dire sì ai veri profughi, quelli che fuggono da carestie, guerre, persecuzioni religiose o politiche, ma ormai è chiaro che sono non più di un terzo di quelli che arrivano sulle nostre coste, con un trend nazionale di accoglienza di 66 mila 066 nel 2014, 103 mila 792 nel 2015 e 134 mila 997 solo al 14 luglio 2016. Il crescendo fa pensare sempre di più ad un’invasione, perdipiù gestita da terrorismo e criminalità comune, che ad un’operazione di accoglienza, per quanto confusa”.

Con i suoi 10 mila 576 immigrati ospitati, il Veneto è la quarta Regione italiana per numero assoluto, dietro la Lombardia (18 mila 013), la Sicilia (14 mila 140) e vicinissima alla Campania (10 mila 809). In percentuale, si tratta dell’8% (terzo posto con la Campania), dietro alla Lombardia (13%) e alla Sicilia (10%) e davanti a Regioni come Piemonte, Puglia, Lazio, e Toscana (7%), con l’Emilia Romagna al 6%, per arrivare al 4% di Friuli Venezia Giulia e Calabria, al 3% di Liguria, Marche e Sardegna, e al 2% di trentino Alto Adige, Umbria e Molise.

“Credo – dice Zaia – che ci sia qualcosa che non quadra anche nei criteri di distribuzione, ma lungi da me l’idea di scatenare una guerra tra vittime, cioè i territori: siamo tutti nella stessa barca, ma da quella barca fatta di diktat prefettizi, di Sindaci di fatto commissariati, di popolazioni locali inascoltate, di idee strampalate come i ‘ghetti’ di Conetta e Bagnoli, di discutibili appalti, il Veneto intende scendere. Questo sto per scrivere a Roma”.

“ Pretendiamo rispetto – conclude Zaia - e non vogliamo più dire ai nostri disoccupati, agli sfrattati per morosità, alle famiglie che faticano a far studiare i loro figli, ai pensionati che finiscono i soldi a metà mese, che per loro 35 euro al giorno non ci possono essere”.

“Il Veneto, nonostante non abbia mai acconsentito al piano di riparto tra le Regioni imposto nel 2014, non solo ha accolto tutti i richiedenti asilo arrivati negli ultimi due anni, ma ora addirittura supera di 99 unità la quota assegnatagli dal Ministero degli Interni. Il Veneto risulta, quindi, tra le prime grandi regioni italiane, per numero di presenze migratorie. I dati, forniti dal ministero ai prefetti, ai questori e agli amministratori regionali, confermano ancora una volta che il Veneto ha già dato e che non può accogliere ulteriori arrivi”. Lo sottolinea Manuela Lanzarin, assessore al Sociale e ai flussi migratori, delegata dal presidente Zaia a rappresentare l’amministrazione regionale al tavolo per l’immigrazione.

“Parliamo di 24.827 persone accolte in Veneto negli ultimi due anni, alle quali il sistema sanitario regionale ha garantito controlli di prevenzione sanitaria e offerto cure e assistenza”, prosegue l’assessore. “Inoltre, il sistema sociale regionale ha dovuto occuparsi della problematica dei minori stranieri non accompagnati, individuando anche soluzioni alternative e più flessibili rispetto alle comunità, in modo da fronteggiare numeri in continua crescita ed aiutare gli enti locali, che ne sostengono l’onere”.

“Lo stesso ministero dell’Interno ha dovuto dare atto che il Veneto è la quarta regione in Italia, per numero di immigrati accolti in rapporto alla popolazione, alle spalle di Lombardia e Sicilia e appena sotto la Campania (pressochè un parimerito) – conclude l’assessore – Ma ora la situazione è cambiata: i profughi non sono più presenze di transito come negli anni precedenti, ma rimangono qui, intrappolati tra frontiere chiuse e lentezze burocratiche, in attesa di permessi di asilo che probabilmente non potranno arrivare mai, dato che tre quarti provengono dall’Africa centrale subsahariana e solo una minima parte sono profughi in fuga dalla Siria o da paesi in stato di guerra”.

“Al prefetto di Venezia Cuttaia, che coordina il tavolo regionale, ho ribadito che il Veneto è arrivato alla soglia limite e non può più continuare ad accogliere arrivi indifferenziati di migranti. Piena condivisione, quindi, con l’iniziativa assunta dal presidente della Regione Zaia nei confronti del Governo: situazioni come Cona e Bagnoli non sono più gestibili, né tollerabili”.

Leggi tutti gli articoli su: Regione Veneto, Luca Zaia, profughi

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network