I nostri soldi sono vero il collante dell'unità, deficit altrui ci penalizza:Ciambetti,Lega Nord
Venerdi 18 Marzo 2011 alle 11:33 | 1 commenti
Roberto Ciambetti, Assessore Regionale Lega Nord - Dalle feste alla realtà . La differenza del Pil pro-capite in Italia, anche stando ai dati Istat presentati in questi giorni, fa emergere una serie di considerazioni oltre alla già nota e consolidata divisione in due tronconi netti della penisola. Innanzitutto vediamo come ai primi posti della classifica per il Pil prodotto si pongano delle realtà autonome.
La provincia autonoma di Bolzano presenta i valori più elevati del Pil pro capite nel 2009 (superiori ai 27 mila euro per abitante), seguita dalla Valle d'Aosta (26.756 euro per abitante), dalla Lombardia (25.251 euro per abitante), dalla provincia di Trento e dall'Emilia-Romagna (valori superiori ai 24 mila euro per abitante).
La prima considerazione ci fa dire una cosa: non basta godere di autonomia, bisogna anche saper gestire questa autonomia e, in questo, nulla da eccepire nei confronti degli altoatesini, trentini e valdostani.
Considerate le indubbie condizioni di vantaggio in cui operano le aree autonome possiamo ben dire che la classifica reale vede in testa Lombardia, Emilia, Veneto, Lazio sapendo bene che in quest'ultima regione parte determinante del reddito deriva dalla Pubblica Amministrazione.
A differenza di quanto accade nel resto d'Europa, dove il divario tra le Regioni diminuisce in maniera sensibile, in Italia esso permane e ciò è un segnale veramente pesante: qualunque siano gli sforzi, le differenze permangono e incidono in maniera pesante.
Sappiamo che il residuo fiscale Veneto è di circa 4.315 Euro per cittadino, cioè noi versiamo più di quanto non riceviamo dalla Pubblica Amministrazione per ogni cittadino, sostenendo una specie di sovrattassa extra pagata da tutti i veneti, dal neonato all'improbabile 150enario, pari a circa 359 € e 60 centesimi al mese. Cosa significhi questa cifra lo dimostrano proprio le classifiche che spiegano come le Province autonome di Trento e Bolzano si trovino in testa al Pil prodotto pro-capite: reinvestire tutto il flusso impositivo prodotto significa incrementare qualità della vita e reddito ed è proprio per questo che, rispetto alle province autonome del Nord, sorprendono le performance di Lombardia, Emilia e Veneto, in cui il reddito è prodotto senza il peso della Pubblica Amministrazione e senza quella mole di privilegi che caratterizzano appunto trentino, Alto Adige o Valle d'Aosta, le quali possono contare su una serie straordinaria di benefit, servizi sociali, agevolazioni e contributi tali da proiettare i loro cittadini e la qualità del vivere ai vertici delle classifiche.
Detto questo aggiungo solo una cosa: chi enfatizza oltremisura la ricorrenza del 17 marzo, domani non venga a protestare perché la Regione del Veneto o quella della Lombardia, dell'Emilia, del Piemonte...sono costrette a fare dei tagli drastici per contribuire in maniera determinante agli equilibri di bilancio dello Stato italiano, i cui deficit non nascono in queste contrade, bensì altrove. Chiunque scenda in piazza per protestare contro i tagli, perché chiudiamo servizi, perché non ci sono investimenti per la scuola, la cultura, il trasporto pubblico, perché diminuiamo ospedali o mettiamo in seria difficoltà il sistema del welfare, sappia che ciò accade non per imperizia o cattiva volontà : sventolare il tricolore, festeggiare l'Unità costa e dovrebbe pertanto voler dire anche accettare con gioia festosa che una parte dell'Italia viva grazie ai sacrifici di cittadini di altre regioni. Altro che proteste e scioperi: chi sventola la bandiera dell'unità enfatizzandola oltremisura, non venga a darci lezioni: i nostri soldi sono il vero collante dell'Unità , il vero motivo della festa. Dal 18 marzo in poi, se ne ricordino i farisei e non vengano a protestare sotto le nostre finestre.
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