"I grandi non ci vedono!": auguri insoliti per il 2012
Sabato 31 Dicembre 2011 alle 15:02 | 0 commenti
 
				
		Cav. Graziano Guerra, Presidente S.o.s. Infanzia Onlus - Tra i mercatini di Natale e la confusa ressa di persone alle prese con gli ultimi acquisti della vigilia, c'erano due bambini, presumibilmente fratelli che camminavano seguendo i loro genitori che li precedevano di pochi passi. Tra le bancarelle l'incedere era forzatamente lento ed i bambini faticavano a trovare spazio per non perdere di vista i loro genitori che saltuariamente si voltavano per accertarsi della loro presenza.
I bambini tra di loro osservavano il caos, gli spintoni, che per loro  erano di difficile gestione dovendo pure preoccuparsi di non essere  visti a causa della loro statura ed involontariamente urtati. Tra questo  trambusto e il loro affannarsi ho avuto modo di ascoltare il dialogo di  quei due bambini essendo obbligati a rimanere molto vicini gli uni agli  altri. Il più grandicello (circa 10-11 anni) rivolgendosi al più  piccolo (circa 7-8 anni) disse: "i grandi non ci vedono dobbiamo  stare attenti che non ci vengano addosso". Il più piccolo soggiunse "è  proprio vero, e anche dobbiamo stare attenti a chi ha la sigaretta in  mano perché alcuni me la ficcano negli occhi. Quelli che la buttano via  la gettano per terra e una volta una sigaretta è finita sulla mia  sciarpa".
"I grandi non ci vedono"!
In questa affermazione di un  bambino sta il concetto di come noi adulti ci occupiamo e pre-occupiamo  dei bambini. Siamo tutti presi da mille cose, affannati alla rincorsa di  tutto, alla sacrosanta possibilità di mantenere la famiglia, alla  ricerca di una stabilità economica che oggi è messa in discussione da  una crisi che non ha precedenti e che coinvolge quasi tutti, in  particolare la grande massa di persone comuni, lavoratori, genitori e  figli. Famiglie che rischiano ancora di più oggi la disgregazione di  quanto non poteva accadere quando il reddito medio era inferiore ma la  prospettiva di miglioramento ed il boom economico (si pensi al  dopoguerra o agli sessanta) rendevano possibile la realizzazione  delle aspettative, la soddisfazione dei bisogni che sembrano oggi  relegati ai sogni di un tempo andato.
Dobbiamo però fare attenzione  che la crisi economica non ci porti ad essere ancora più distratti nei  confronti di chi, oggi come un tempo se non ancora più marcatamente, ha  bisogno di essere ascoltato, visto, compreso e aiutato nel periodo di  vita più importante di una persona, l'infanzia.
Anche in mobilità,  anche in cassa integrazione, anche con le difficoltà comuni a tante  persone che faticano ad arrivare alla fine del mese o che non riescono a  pagare le rate dei mutui o le bollette, dobbiamo trovare la forza  necessaria per "vedere" quei bambini. Sono loro il nostro futuro e se le  nostra e le precedenti generazioni hanno probabilmente una colpa di  questa crisi, prima fra tutte avere permesso che ci rappresentassero  delle persone incapaci che si sono dimostrate incompetenti a gestire la  Nazione, questa colpa non deve ricadere sui nostri figli e tantomeno  sulla necessaria tutela di cui necessitano. Se tutti gli adulti si  fossero preoccupati dei più piccoli e del loro futuro, sicuramente non  ci troveremo in queste condizioni. Se i valori rappresentati da chi  governa l'economia, il mercato e la politica fossero stati quelli del  bene comune e non solo del proprio egoistico interesse, oggi non ci  troveremo a temere nuovi conflitti sociali che non sono tanto  improbabili.
Le grandi ricchezze ed il continuo accumulare tesori sono diventati "idolo" della  vita di pochi, e questi loro progetti economici e speculazioni  finanziarie si sono riversate sulla schiena del prossimo, strumento  delle loro scalate.
Questi auguri per il nuovo anno sono insoliti  perché è assolutamente unico il momento che stiamo vivendo e credo sia  necessario risvegliare le nostre coscienze e mettere in crisi chi ha  causato tutto questo. Ognuno di noi può fare qualcosa ed io mi faccio  portavoce anche dei tanti genitori che versano lacrime segrete per i  loro figli senza fortuna, senza giustizia quando offesi nella loro  innocenza, senza salute, senza lavoro.
Credo fermamente che non sia  più rinviabile non solo la ferma condanna, non soltanto l'indignazione  per gli sprechi, gli stipendi d'oro, le pensioni da nababbi a pochi  privilegiati, le spese folli per serate di viziatelli mai cresciuti, ma  una svolta, un cambiamento radicale nelle nostre scelte, stile di vita,  scala dei valori. Dobbiamo augurarci che il nuovo anno ci porti ad  individuare quelle persone che fanno la differenza, capaci, competenti,  ma soprattutto dotati di buon senso, con la capacità di mettersi al  servizio del bene comune. Non importa che siano laureati alla Bocconi o  appartenenti ad una certa classe politica, ora dobbiamo farci  rappresentare da chi "vale", da chi è intriso di valori, da chi è in  grado di comprendere cosa significa avere iniziato a 14 anni a lavorare e  dopo 40 anni di lavoro sentirti "truffato" per non avere più il diritto  di andare in pensione.
Questi auguri per il 2012 sono indirizzati a  tutte quelle persone che non si abbandonano all'idea che nulla può  cambiare ma a quelli che, come me, sono convinti che ognuno di  noi può  fare la differenza. De Andrè in una nota canzone diceva "Dai diamanti  non nasce niente dal letame nascono i fior".
Allora visto che  effettivamente così stanno le cose, anche se siamo nella "m...." noi  possiamo risorgere e far risorgere in noi e negli altri la  consapevolezza che vivere poveri è l'unico modo per morire ricchi,  ricchi di condivisione, di empatia nei confronti di chi è più  sfortunato, di attenzione verso i più piccoli ed indifesi. Dobbiamo  ripartire dagli ultimi, dai più piccoli, dobbiamo impegnarci a "vedere"  perché le cicche gettate a terra, gli scarti ed i rifiuti delle  ricchezze accumulate dai potenti rischiano di diventare un peso  insostenibile per i nostri figli. Il fetore di quanto ci è stato buttato  addosso è diventato insopportabile e noi adulti, noi gente comune,  abbiamo il dovere di impegnarci con il nuovo anno ad una nuova svolta,  partendo da noi stessi.
Cominciamo, ad esempio, invertendo l'ordine  di importanza proprio nei confronti dei più piccoli, ponendoli davanti a  noi e non al nostro seguito, indicando loro la via, restando noi dietro  a loro, riusciremo a tutelarli "vedendo" dove vanno e cosa fanno e nel  contempo li faremo crescere e maturare con autostima perché saranno loro  i protagonisti della propria vita. Ogni crisi porta un cambiamento e se  sapremo cogliere l'occasione penso che il 2012 sarà l'anno della  svolta, del miglioramento, se lo vogliamo, di tutti noi. 
Auguri a tutti.
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