I dubbi del Partito democratico trentino sulla Valdastico Nord
Sabato 27 Giugno 2015 alle 17:35 | 0 commenti
Le trattative iniziano, ma i dubbi restano. Dopo l’incontro romano che ha portato all’accordo tra Ugo Rossi e Luca Zaia per la costituzione di un comitato paritetico che valuti la possibilità di realizzare la Valdastico Nord, gli esponenti trentini del Partito democratico fissano i paletti oltre i quali la discussione non dovrebbe spingersi.
Fatta salva l’impossibilità per Trento di porre un veto sulla questione nonostante la Corte costituzionale abbia stabilito la necessità di raggiungere un’intesa, i timori dei dem restano quelli storici, vale a dire che l’opera non porti dei reali vantaggi economici al territorio, che sia dannosa per l’ambiente e, come ribadisce il senatore Giorgio Tonini, che sia «in contraddizione con il progetto di spostare il traffico pesante che transiterebbe in Trentino dalla gomma alla rotaia». Rendersi disponibili a trattare per Tonini è «giusto», «fermo restando che le obiezioni del Trentino sul “se†sono sempre le stesse». Al tavolo, dunque, secondo il senatore potrà essere portato solo «il ragionamento sul “comeâ€Â», sia per quanto riguarda il proseguimento dell’autostrada A31 sia per il resto della mobilità interregionale, in un clima di «leale collaborazione» che consenta «di rendere il meno dannose e il più utili possibile per il Trentino le opere che sarebbero realizzate qualora prevalesse l’idea di costruire l’autostrada». Un’ipotesi che resta tale, ragione per cui «il presidente Rossi ha fatto bene a reagire di fronte all’interpretazione strumentale che Zaia aveva dato della nostra disponibilità ».
Se da un lato si assiste per la prima volta a un’apertura da parte di Trento, dall’altro è evidente che qualcosa è cambiato nell’atteggiamento del governo stesso rispetto a qualche mese fa, a quando cioè l’ex ministro delle infrastrutture e dei trasporti Maurizio Lupi tuonava: «Supereremo il no di Trento», minacciando di far approvare il progetto attraverso la legge obiettivo. Il consigliere provinciale Luca Zeni spiega che «un approccio come quello attuale qualche mese fa forse l’avrei addirittura auspicato, considerate le ipotesi che venivano avanzate, come quella della superstrada della Valsugana». Un progetto che al consigliere provinciale sembra ormai «un ricatto» del Veneto di fronte all’impossibilità di realizzare la Valdastico. Nonostante da allora i tempi e le posizioni siano cambiate, «la situazione va sempre monitorata» e seppure la trattativa «sembra più che altro una questione burocratica», Zeni auspica «che se ne discuta quanto prima» perché «ogni eventuale cambio di posizione va condiviso e approvato dalla maggioranza».
Non cambia posizione nemmeno Gianni Bort, presidente della Camera di commercio di Trento, da sempre favorevole a un collegamento più agile con il Veneto fermo restando che «la Valsugana va protetta e difesa per non permettere che diventi una galleria a cielo aperto». Avvicinarsi a Venezia, e prima a Vicenza e Padova, per Bort «consentirebbe un incremento del turismo, soprattutto dalla parte dei laghi che oggi sono un po’ in sofferenza». Si tratterebbe dunque di valutare i progetti «economicamente più vantaggiosi», ma il presidente della Camera di commercio è convinto che «non discuterne sarebbe comunque un errore».
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