I dati della crisi e le proposte Confindustria, la posizione di Confesercenti Vicenza
Venerdi 25 Gennaio 2013 alle 23:16 | 1 commenti
Vincenzo Tamborra, Direttore Confesercenti Vicenza - "Il Presidente di Confindustria Squinzi ha presentato un piano di proposte riguardanti misure e provvedimenti che, un governo con una ampia maggioranza e soprattutto che duri tutta la legislatura, potrebbe davvero ambire a realizzare. Vi sono punti condivisibili come quello del pagamento alle imprese dei debiti commerciali dello Stato, della riforma della pubblica amministrazione, della riduzione dell'IRAP e della diminuzione del costo del lavoro. Tutte iniziative più che auspicabili" questo il commento di Vincenzo Tamborra Direttore di Confesercenti Vicenza (nel grafico la caduta di redditi e consumi per Rete Imprese Italia 2012).
"Il problema che pare non risolto è il finanziamento di queste misure. Sia la lotta all'evasione, che va indubbiamente potenziata, e analogamente la maggior tassazione delle rendite finanziarie, non sono certo in grado di far reperire sufficienti risorse nel breve termine. Stupisce anzi, a questo riguardo, che Confindustria abbia indicato come priorità per finanziare le sue proposte proprio l'aumento dell'Iva. Stupisce perché, nel documento congiunto siglato nei mesi scorsi con Rete Imprese Italia, relativo proprio a questa misura del Governo prevista per luglio, tutte le organizzazioni d'impresa avevano espresso una posizione comune e contraria, compresa Confindustria, motivata dal fatto che una domanda per consumi e investimenti desolatamente ferma da anni non poteva essere ulteriormente penalizzata. La pressione fiscale è passata dal 51,9% del 2010 al 56,1 dello scorso anno mentre i consumi reali pro capite sono tornati indietro di 15 anni a 15.695 euro per un reddito pro capite pari a quello di 27 anni fa di 16.955 euro.
Vi sono dati preoccupanti relativi al Veneto e a Vicenza, forniti proprio in questi giorni da Rete Imprese Italia relativi agli indici della crisi economica in atto e alle inevitabili conseguenze. In particolare è sconcertante leggere il dato del saldo della nati-mortalità delle imprese in generale e nei singoli settori: -3.760 imprese chiuse nel Veneto da gennaio a settembre del 2012 e un'incidenza della provincia di Vicenza con un saldo negativo di -1.715, che costituisce ben il 46% dell'intero dato regionale.
Guardando nel dettaglio dei settori, le attività manifatturiere (-440 a Vicenza sui -1609 a livello regionale) rappresentano il -27%, -37% nelle costruzioni (- 745 a Vicenza sui -1984 a livello regionale). Un altro dato fortemente negativo viene dalla nati-mortalità nel commercio -502 a Vicenza su -2326 a livello veneto quindi -22%. Turismo e altri servizi del terziario perdono 433 aziende sulle -1880 chiuse a livello veneto. La ristorazione pare abbia retto di più, "solo"-115 su - 833 a livello veneto".
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