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I "cuchi" a ViArt

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 30 Maggio 2014 alle 10:49 | 0 commenti

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ViArt Artigianato Artistico Vicentino - Vieni sabato 31 maggio 2014 dalle 16:00 alle 19:00 presso il ViArt Temporary Store a scoprire cos’è, come si fa e chi fa un cuco! Vieni a “sporcarti le mani” plasmando l’argilla e prova a realizzare il tuo cuco, sarà a tua disposizione per qualsiasi consiglio Diego Poloniato (nella foto) un nostro artigiano di fiducia!

I Cuchi sono degli oggetti zoomorfi fischianti, spesso cavalcati da soldati napoleonici per ricordare le scorribande dei mercenari nel territorio novese. I novesi infatti, per rifarsi dei saccheggi e delle uccisioni subite, poterono soltanto burlarsi dei soldati napoleonici ponendoli a cavallo di un Cuco, che nel dialetto veneto è termine dispregiativo di gente stupida. Grazie allo stimolo dato dal direttore del Museo Civico di Vicenza degli anni '60 dott. Gino Barioli è stata iniziata la produzione di Arcicuchi, particolari cuchi di notevoli dimensioni, provvisti di numerosi fischietti di varia modulazione sonora, inseriti in un'unica camera d'aria con la funzione di cassa armonica. La tradizione di produrre Cuchi e Arcicuchi si è tramandata nel tempo, modificata e rivista nella forma, nelle dimensioni, nei soggetti, nei colori da ogni artigiano o artista. La produzione di ceramiche non si limita a questi simpatici e talvolta grotteschi oggetti fischianti, anzi, è nota la capacità di modellare opere uniche di dimensioni molto grandi e miniature. I soggetti, anche sacri, vengono prodotti sia dalla fantasia dell'artigiano sia su richiesta. I cuchi di Diego Poloniato, maestro cucaro di Nove, sono presenti in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, anche nel Museo dei cuchi di Cesuna sull’Altopiano di Asiago, buon divertimento!

Il cuco è probabilmente il primo giocattolo sonoro dell'antichità, il cuco era l'umile, variopinto giocattolo dei bimbi poveri; si comprava nelle bancherelle delle sagre paesane. In queste sagre di paese il "moroso" donava il cuco alla "morosa", come pegno d'amore e la "morosa" era felice di suonarlo! È provato che il cuco, oltre che portafortuna, ha poteri magici, nei momenti di malinconia, convogliando i sospiri attraverso il cuco, ne uscirà un magico suono distensivo che evocherà il canto del cuculo, nei boschi, alla incipiente primavera; richiamo infallibile d'amore e di giovinezza! È consigliato, pertanto, di tenere il cuco come soprammobile, sul comodino, sempre a portata di mano!

Canta la primavera!
Canta la primavera! dice una antica canzone rinascimentale. Pure una vecchia canzone popolare inneggia alla primavera con il ritorno dei cuculo:
La bella alla finestra
La guarda su e giù
L'aspetta il fidanzato
Al canto dei cucù.

(Mario Rigoni Stern)

Vi aspettiamo a ViArt - Piazza delle Erbe, 13 – Vicenza, a rallegrare la giornata alcuni prodotti di Una Provincia da Gustarti, tutti da assaggiare!

Vi ricordiamo che il nostro Temporary Store chiuderà l’8 giugno, affrettatevi a fare gli ultimi acquisti, vi aspettiamo dal martedì alla domenica dalle 10:00 alle 19:00!

Confartigianato - Sabato 31 maggio, allo spazio ViArt in Piazza delle Erbe a Vicenza, sarà possibile scoprire che cos’è e come si fa un “cuco”. Dalle 16 alle 19, infatti, sarà a disposizione dei visitatori l’artista artigiano Diego Poloniato, che con le sue dimostrazioni e i suoi consigli aiuterà chi, plasmando l’argilla, vorrà provare a realizzare il proprio oggetto fischiante.

 

Il “cuco” è probabilmente il primo giocattolo sonoro dell'antichità, e anche nel Vicentino era l'umile, variopinto giocattolo dei bimbi poveri, che lo potevano trovare nelle bancarelle delle sagre paesane. Per i giovani invece, come ricorda la tradizione della sagra di San Marco sull’Altopiano di Asiago, era un pegno d’amore che il "moroso" donava alla "morosa". Grazie al fischio che se ne ottiene soffiandoci dentro,  attraverso i secoli il “cuco”, oltre che essere considerato un portafortuna, ha assunto varie simbologie, la maggior parte delle quali legate al suono distensivo che emette, evocando il canto primaverile del cuculo nei boschi, richiamo d'amore e di giovinezza.

Nel territorio di Nove, i “cuchi” appaiono spesso cavalcati da soldati evocanti la presenza delle truppe napoleoniche: per rifarsi dei saccheggi e delle uccisioni subite, la popolazione infatti raffigurò i militari stranieri a cavallo di un “cuco”, che nel dialetto veneto è anche un termine dispregiativo per indicare una persona stupida. Grazie allo stimolo dato da Gino Barioli, direttore del Museo Civico di Vicenza negli anni '60, in quel periodo iniziò anche la produzione di Arcicuchi, manufatti di notevoli dimensioni, provvisti di numerosi fischietti di varia modulazione sonora, inseriti in un'unica camera d'aria con la funzione di cassa armonica.

La tradizione di produrre Cuchi e Arcicuchi si è così tramandata nel tempo, modificata e rivista nella forma, nelle dimensioni, nei soggetti, nei colori, da parte di ogni artigiano o artista. Quelli di Diego Poloniato, “maestro cucàro” di Nove, sono presenti in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, compreso il noto Museo dei Cuchi di Cesuna sull’Altopiano di Asiago.

A rendere ancor più piacevole il pomeriggio a ViArt non mancheranno i prodotti alimentari di “Una Provincia da GustArti”, tutti da assaggiare.

 

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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