I colori dell'Africa cristiana: mostra prorogata fino al 28 aprile

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 6 Febbraio 2013 alle 16:38 | 0 commenti

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Museo Diocesano di Vicenza - Due novità segnano la mostra "Aethiopia Porta Fidei. I colori dell'Africa cristiana" che presenta un mondo africano assolutamente unico e spettacolare, proprio di una chiesa che in Etiopia dal IV secolo è stata promotrice di cultura, di arte e che anche oggi - con i suoi colori, la sua liturgia e le sue feste - è estremamente viva.

1.La mostra viene prorogata - per rispondere compiutamente alle richieste che sono arrivate al Museo Diocesano - fino al 28 aprile 2013.
2.In questo periodo il Museo Diocesano offre a tutti la possibilità di approfondire alcune tematiche relative all'Etiopia e alla sua arte cristiana, con un ciclo di conferenze. Queste si terranno al Museo Diocesano, la domenica pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore 17.00 (ingresso gratuito). A parlare saranno i maggiori specialisti sull'arte e della storia dell'Etiopia presenti in Italia:
DOMENICA 10 febbraio 2013, ore 16,00
Chiavi biblico - teologiche dell'Etiopia
Don Raimondo Sinibaldi
DOMENICA 17 febbraio 2013, ore 16,00
Etiopia: storia di un impero, di una Chiesa e di una lingua
Dr. Agostino Soldati
DOMENICA 24 febbraio 2013, ore 16,00
I colori dell'Africa cristiana: le icone
Prof. Gianfranco Fiaccadori
DOMENICA 03 marzo 2013, ore 16,00
Le croci etiopiche 
Prof. Mario Di Salvo
DOMENICA 10 marzo 2013, ore 16,00
La collaborazione tra Etiopia e Chiesa italiana: 
- Ospedale di Wolisso (a sud di Adis Abeba) CUAMM di Padova
-Università ECUSTA di Adis Abeba dott. Valter Panzeri
Per ricordare la mostra...
"Aethiopia Porta Fidei. I colori dell'Africa cristiana" presenta per la prima volta nel capoluogo berico oltre un centinaio di preziosi manufatti artistici (icone, rotoli magici, sensul, croci, libri manoscritti e a stampa, strumenti e paramenti liturgici) che testimoniano l'antichità e la vivacità della tradizione espressiva della chiesa cristiana d'Etiopia.
Una storia religiosa millenaria, prima giudaica e poi cristiana, che trova le proprie radici nella mitica figura della regina di Saba, che incontra il re Salomone. Un cristianesimo che, in terra etiopica,fiorisce ancora oggi, vissuto in una chiesa che ha saputo conservare, nei riti e nelle rappresentazioni artistiche lo spirito della prima età evangelica. Tale particolarità è data dal fatto che l'Etiopia ha conservato la sua identità culturale e religiosa in mezzo a popoli che avevano aderito all'Islam.
LA MOSTRA
La mostra di Vicenza presenta alcune icone di dimensioni ampie, in cui sono raffigurati i soggetti più frequenti della tradizione iconica dell'Etiopia cristiana: si tratta principalmente di "trittici", che di norma recano al centro la figura della Vergine e sui pannelli laterali le scene fondamentali della vita di Cristo. Le raffigurazioni sono un vero "archivio della fede": il Cristo crocefisso e risorto, Maria, la lotta tra il Bene e il Male, la testimonianza dei santi, il ruolo di grande intercessore che spetta a san Giorgio.
Ci sono una quarantina di icone di piccolo formato, realizzate in un arco temporale che va dal XVI al XVIII secolo: declinazione assolutamente specifica dell'arte cristiana d'Etiopia. Le icone portatili, infatti, somigliano, da chiuse, a piccole scatole piatte, decorate da incisioni, e aperte risultano un doppio dittico, dato che di solito sono dipinte double-face. Divennero in breve tempo, un accessorio quotidiano e prezioso, uno strumento di intercessione e di protezione. Sono segni di intensissima freschezza, di sfavillante cromaticità, con una figuratività solo apparentemente "primitiva" che sintetizzano l'iconografia religiosadel cristianesimo etiopico, le radici di una tradizione artistica.
La rassegna del Museo diocesano di Vicenza documenta l'incredibile numero di varianti impiegate per il simbolo stesso della fede cristiana: la croce. Quest'ultima, adottata nelle monete dell'impero etiopico sin dal IV secolo, è rapidamente divenuta la matrice identitaria di un popolo e della sua fede.Le croci spesso sono iscritte entro figure geometriche complesse e molto diverse tra loro. I materiali d'esecuzione vanno dal legno al ferro e al bronzo fusi e alle lamine d'argento o d'ottone battuti. Spesso, al centro della composizione, ci sono incisioni di scene che avvicinano l'iconografia delle croci a quella delle icone.
Si ammirano, infine, i codici e i rotoli che sono parte di questa chiesa etiopica.
UNA MOSTRA MULTIMEDIALE
La mostra ha una forte impronta multimediale: una scelta obbligata per "accompagnare" in modo rigoroso ma coinvolgente il visitatore all'incontro con una cultura per molti versi remota, nel tempo e nello spazio. Filmati, interviste, slide-show, ricostruzioni in 3 D, ma anche gigantografie consentono di apprezzare i particolari iconografici delle opere di piccolo formato e di osservarle con uno secondo sguardo più attento. Un sito web consente agli acquirenti dell'agile catalogo/guida dell'esposizione (edizioni Terra Ferma) di accedere integralmente ai cataloghi delle due precedenti rassegne. In mostra sono presenti, con funzione di "mediatori culturali" degli studenti dell'Università Ca' Foscaridi Venezia.
FRIULADRIA E MUSEO DIOCESANO
Come le due mostre di Venezia e di Pordenone, la mostra di Vicenza rientra nei programmi di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale e di nuove forme di fruizione interattiva e multimediale sviluppati con grande organicità da Banca FriulAdria - Gruppo CariparmaCrédit Agricole. Essa è partner progettuale della mostra con l'ateneo veneziano e il Museo diocesano di Vicenza.
INFORMAZIONI
Luogo: Museo Diocesano di Vicenza, piazza Duomo 12 
(tel. 0444 226400 - fax 0444 226404 - e.mail: [email protected]; www.museodiocesanovicenza.it)
Orari: da martedì a domenica, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 14 alle ore 18
(lunedì chiuso)
Web: www.aethiopiaportafidei.it


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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