Hunting Show a Vicenza e Italiani e caccia: nel nordest 53% favorevoli, familiarità 48% veneti
Sabato 19 Febbraio 2011 alle 16:49 | 1 commenti
Regione Veneto - Nel nordest il 53% e' favorevole. Il 48% dei veneti ne ha familiarità . Stival: "studio prezioso per dibattito sereno e non fazioso"
Il 53 per cento dei residenti in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige si è espresso a favore dell'attività venatoria. Questo è il dato conclusivo principale dell'indagine "GLI ITALIANI E LA CACCIA".
Commissionata all'istituto Astra Ricerche dal Comitato Nazionale Caccia e Natura (CNCN) e da Face Italia, la ricerca è stata presentata oggi a Vicenza, nella giornata di apertura della Fiera "Hunting Show 2011", nel corso di un convegno tenutosi nell'ambito delle iniziative fieristiche della Regione Veneto, alla presenza dell'assessore regionale alla caccia Daniele Stival.
La ricerca ha coinvolto più di 2200 intervistati, il più ampio campione mai utilizzato in ricerche su questo settore.
L'indagine ha analizzato molteplici aree relative al rapporto della popolazione con la caccia: la familiarità , le argomentazioni a favore, quelle contrarie, le preoccupazioni, il livello di conoscenza dell'attività venatoria e delle leggi e limiti che la regolano da 20 anni, il rapporto con i mezzi di informazione.
"Uno studio prezioso - secondo Stival - che dimostra come molte polemiche che si accendono ad ogni inizio di stagione venatoria siano il frutto di una minoranza chiassosa e spesso faziosa. In particolare nella nostra regione, la caccia rientra nella tradizione e nella cultura dei veneti, ed è esercitata con buon senso e rispetto delle regole e della natura. Non lo dico io ma, ad esempio, vari pronunciamenti del Tar del Veneto che ha respinto i ricorsi di numerose associazioni contro la nostra delibera che normava la caccia in deroga per il 2011".
"Appare chiarissimo che - ha sottolineato il sociologo Enrico Finzi - qualora la pubblica opinione fosse resa largamente edotta del fatto che in Italia non è consentita la caccia ‘selvaggia', il favore per l'attuale attività venatoria, in quanto responsabile e sostenibile, crescerebbe in misura consistente".
Gli esiti della ricerca iniziano con il dato della familiarità con l'attività venatoria: il 48% dei veneti è in qualche modo legato alla caccia, o perché la pratica, o perché accompagna altri nelle loro attività , oppure perché ha famigliari o amici cacciatori, o infine perché è stato cacciatore.
I cacciatori sono il 5 per cento della popolazione locale, contro una media nazionale del 2 per cento. Per quello che riguarda il profilo di chi va a caccia, c'è il predominio degli uomini (circa il 70% del totale) e il peso notevole dei 25-34enni, dei laureati, degli imprenditori/dirigenti/professionisti. Ciò smentisce la tesi, diffusa anche nel mondo venatorio, per cui andare a caccia sarebbe un'attività prevalentemente ‘vecchia'.
Poi, anche nel Triveneto si rileva il dato della scarsa conoscenza dei limiti che regolano questa pratica, anche se più basso del resto del paese: il 38% dei residenti in queste tre regioni non sa niente o quasi dei limiti alla caccia imposti dalle normative attuali (il dato nazionale è il 45%); il 34% ne conosce solo alcuni; non più del 28% risulta ampiamente informato
Si scopre infine che esiste una forte correlazione statistica tra la notorietà delle norme, il consenso per esse e la buona valutazione della caccia: circa un terzo degli ostili alle attività venatorie è totalmente o quasi non informato circa tali vincoli.
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Per le imprese i contributi versati su questo conto sono totalmente deducibili. Per le persone fisiche, il contributo versato è detraibile per il 19% entro un limite massimo di 2.065,83 euro.
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