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Greenpeace: non abbiamo mai detto che le giacche da montagna provocano patologie

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 15 Novembre 2016 alle 19:30 | 0 commenti

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Di seguito pubblichiamo la rettifica arrivata da Greenpeace in merito a quest'articolo di rassegna stampa

Gentile Redazione, l'articolo che avete pubblicato oggi riprendendo un nostro rapporto riporta alcune gravi inesattezze. La situazione è questa: nelle aree vicine agli impianti produttivi di composti chimici pericolosi come i PFC (composti poli- e per-fluorurati) è presente un inquinamento diffuso nell’ambiente, inclusa la contaminazione delle falde di acqua potabile. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che l'esposizione ad alcuni PFC è associata ad alcune forme tumorali, soprattutto in popolazioni particolarmente esposte che vivono in aree molto contaminate. 

L’area del Veneto interessata dalla contaminazione di cui parliamo nel nostro report è vicina a un impianto produttivo di composti chimici pericolosi come i PFC, e non vicina a stabilimenti di abbigliamento da montagna. Questa area si estende per circa 150 chilometri quadrati e ricade nelle provincie di Vicenza, Padova e Verona: le persone potenzialmente esposte alla contaminazione sono 350-400 mila. I PFC vengono utilizzati anche nei trattamenti impermeabilizzanti dell'abbigliamento outdoor e, nell'ambito di una nostra campagna Detox Outdoor, chiediamo a questo settore di eliminarne l'uso nelle filiere produttive tessili. Ma noi abbiamo sollevato una questione relativa a un’area inquinata dove si producono sostanze chimiche (e non giacche a vento) e non abbiamo mai detto che le giacche da montagna provocano patologie.

 

Di seguito, per maggiore chiarezza, il comunicato sulla vicenda:

Greenpeace Italia pubblica oggi un rapporto che identifica quattro aree del mondo nelle quali la produzione di composti chimici pericolosi come i PFC (composti poli- e per-fluorurati) ha generato un inquinamento diffuso nell’ambiente, inclusa la contaminazione delle falde di acqua potabile.

In una conferenza stampa oggi a Vicenza, Greenpeace ha presentato “Come i PFC entrano nel nostro corpo” che esamina i casi di Italia, Ohio-West Virginia (Usa), Olanda, Cina. Nel nostro Paese, l’area interessata dalla contaminazione si estende per circa 150 chilometri quadrati e ricade nelle provincie di Vicenza, Padova e Verona: le persone potenzialmente esposte alla contaminazione sono 350-400 mila.

In Veneto, come in altre aree del mondo interessate dalla produzione di PFC, queste sostanze si trovano nell’acqua ma anche nel sangue delle persone. Nel maggio 2015 la Regione Veneto, insieme all’Istituto Superiore di Sanità, ha annunciato il lancio di un programma di monitoraggio biologico su oltre 600 persone residenti in 14 comuni al fine di valutarne il grado di esposizione a PFC tramite l’analisi di campioni di sangue. I risultati preliminari hanno mostrato, in alcune delle popolazioni più esposte, concentrazioni di PFOA fino a venti volte più alte, rispetto alle popolazioni italiane non esposte alla contaminazione da PFC.

«La contaminazione da PFC minaccia seriamente le popolazioni esposte, in Veneto come in Ohio-West Virginia», spiega Giuseppe Ungherese, campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Stiamo chiedendo alle aziende dell’abbigliamento outdoor, uno dei settori che impiega queste sostanze, di eliminarle dalla produzione entro il 2020. Alcuni marchi lo stanno già facendo perché le alternative sono già disponibili sul mercato. In Italia, l’impegno del Consorzio Italiano Detox, nato a Prato, mostra che è possibile intraprendere fin da subito un percorso trasparente e credibile per l’eliminazione dei PFC nei nostri vestiti». 

«Da un punto di vista medico, le popolazioni esposte ai PFAS, in particolare quelle che vivono nelle vicinanze degli impianti produttivi di PFC, possono considerarsi a rischi», commenta nel video pubblicato oggi da Greenpeace Italia il dottor Vincenzo Cordiano, ematologo e referente per il Veneto di ISDE (Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE Italia Onlus). 

Concentrazioni elevate di PFC preoccupano gli scienziati: l’esposizione ad alcune di queste sostanze è stata associata a gravi effetti sulla salute, inclusi tumori al rene e ai testicoli. I PFC sono sostanze che non esistono in natura e una volta rilasciate nell’ambiente si degradano lentamente, rendendo la contaminazione quasi irreversibile, ed entrano nella catena alimentare. Proprio per questo, più di 200 scienziati di 38 Paesi hanno firmato la Dichiarazione di Madrid che chiede l’eliminazione dei PFC da tutti i beni di consumo.

Leggi tutti gli articoli su: Greenpeace

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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